Civiltà del Lavoro, n. 2/2025

34 FOCUS Civiltà del Lavoro | aprile • maggio 2025 cabili. Infine, bisogna avere una più rigorosa attuazione delle sanzioni del mercato unico”. PAGLIERI: “Manifattura torni prioritaria (anche) per i giovani” A fare da premessa del suo intervento, il Cavaliere del Lavoro Debora Paglieri, Amministratore Delegato Paglieri, ha ricordato il ruolo cruciale delle imprese familiari per il futuro dell’Europa. “Esse rappresentano un punto di forza perché favoriscono la continuità intergenerazionale e spesso privilegiano lo sviluppo sostenibile a lungo termine rispetto al profitto immediato”. Ha poi sottolineato che queste aziende, radicate localmente, contribuiscono alla stabilità economica evitando la delocalizzazione. Paglieri ha poi analizzato i cambiamenti globali dal 2020, osservando come “l’incertezza sia diventata la nuova costante”, con fattori geopolitici quali l’instabilità americana e la fragilità dell’unità europea. “Il vero problema è che il contesto è cambiato fortissimamente perché ieri la protezione era assicurata dagli Stati Uniti, l'energia dall’Africa insieme alla Russia, mentre la Cina ci assicurava mano d’opera a basso costo. Oggi la situazione è completamente cambiata, l'Europa è nuda non avendo più questi schermi protettivi e questa nudità fa sì che si affaccino tutte le sue fragilità e le sue debolezze. E la principale di queste fragilità è quella che non riesce a essere veramente unita. Il problema dell'Europa, secondo me, è questo”. L’imprenditrice ha sottolineato la necessità, evidenziata anche dal rapporto Draghi, di un cambio di paradigma nel modello di sviluppo europeo. L’attuale impostazione, fortemente orientata alle esportazioni e caratterizzata da salari contenuti, non è più sostenibile. Occorre invece puntare su una crescita trainata dalla domanda interna, promuovendo investimenti più consistenti e un innalzamento dei salari. Questo approccio aumenterebbe il potere d’acquisto dei cittadini europei e contribuirebbe a rendere l’Europa più solida e autonoma sul piano economico. Paglieri ha insistito sull’importanza di preservare il primato manifatturiero del continente, valorizzando il know-how industriale che rappresenta un patrimonio distintivo dell’Europa. In quest’ottica, è fondamentale cambiare anche la percezione delle nuove generazioni, facendo comprendere che la manifattura, oltre a finanza e servizi, è un settore stimolante e ricco di opportunità. Infine, ha proposto una riflessione sull’utilizzo del risparmio europeo. Invece di confluire nei fondi americani – come spesso accade – tali risorse potrebbero essere reindirizzate a sostenere lo sviluppo interno, contribuendo così a rafforzare l’economia del continente e il suo modello sociale. Debora Paglieri individua quattro pilastri fondamentali per rilanciare un modello europeo vincente. Primo, una politica industriale realmente condivisa, che sostenga e protegga le filiere manifatturiere europee con investimenti mirati e consistenti. Questo permetterebbe all’Europa di generare nuove eccellenze e competere alla pari con potenze come Cina e Stati Uniti. Il secondo pilastro è un mercato unico veramente armonizzato. Pur essendo un principio fondante dell’Unione, nella pratica persistono forti disomogeneità normative tra i Paesi membri. Paglieri cita l’intervista a Enrico Letta pubblicata sul precedente numero di Civiltà del Lavoro, in cui parla del “28° regime”, ovvero uno Stato virtuale con regole uniformi a cui i Paesi potrebbero aderire volontariamente, per garantire condizioni operative e normative uguali per tutti. Il terzo pilastro è una transizione ambientale e digitale sostenibile, che tenga conto dei tempi e dei costi, e premi i comportamenti virtuosi. In campo tecnologico, auspica massicci investimenti nell’innovazione, soprattutto in ambiti strategici come l’intelligenza artificiale, chiedendo normative che tutelino ma non soffochino il progresso. Infine, il quarto pilastro è il capitale umano e la formazione, che dovrebbero essere rafforzati attraverso percorsi unificati a livello europeo. Le imprese, sottolinea, devono essere riconosciute come veri e propri luoghi di apprendimento. Concludendo, Paglieri ha lodato l’iniziativa dei workshop: "Questi incontri sono fondamentali per condividere buone pratiche e visioni strategiche. Costruire una nuova Europa significa dare voce a chi crea valore ogni giorno attraverso il lavoro". Occorre un cambio di paradigma nel modello di sviluppo europeo. L’attuale impostazione, orientata alle esportazioni e caratterizzata da salari contenuti, non è più sostenibile

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