29 Civiltà del Lavoro | aprile • maggio 2025 PRIMO PIANO le operazioni duali, non solo militari, dell’Aeroporto di Grazzanise, in provincia di Caserta, dovrebbe avere ulteriore seguito, con azioni concrete per l’impiego. E non è il solo esempio possibile. Va da sé che, dal canto suo, l’industria deve impegnarsi criticamente nel valutare scelte di modelli, processi e tecnologie guardando al prodotto, all’applicazione finale, alle esigenze di mercato, curando innanzitutto le risorse umane, che siano in grado di concepire e sostenere soluzioni all’altezza. Con l’attenzione indirizzata all’efficienza dei mezzi di produzione e alla capacità produttiva, gli investimenti privati finiscono per essere una leva per intercettare commesse a saturazione degli impianti – una via breve se vogliamo – senza valorizzare l’intuizione, l’innovazione e l’intelligenza che hanno sempre contraddistinto l’industria italiana. Industria e capitale umano: una sfida da rilanciare Non è detto che i nuovi paradigmi di mobilità di persone e cose siano necessariamente legati al mondo militare ovvero a progetti utopistici; vi è un mercato di servizi reali alla popolazione e quindi di mezzi di trasporto aereo, purché nel rispetto delle regole dell’aeronavigabilità in totale sicurezza; qui c’è tanto da dire e fare, ancora oggi con margini di successo. Non è più una questione strettamente legata alle materie prime e ai mezzi di produzione, né è corretto sperare o aspettarsi di comporre in Italia, in vario modo, prodotti originati in Cina, Paese in cui il settore aerospaziale è ancora molto auto-referenziato. Ci vuole un ritorno alla cultura tecnologica delle discipline propulsive, motoristiche e dei velivoli, che oggi si può avvantaggiare del cambio di scala e della digitalizzazione; proprio per questo la “minaccia cinese” nell’ae- rospazio non è più o non più solo legata alla capacità produttiva, bensì alla fame di competenze e cultura aero- nautica che vengono raccolte nel mondo e che, prima o poi, daranno risultati tangibili, come sta già avvenendo nel settore automobilistico. In ragione di quanto esposto, dal 2000 l’azienda ha iniziato un processo di evoluzione tecnologica, dalla mera trasformazione, attraverso la meccatronica, fino all’elettro-avionica, con la costituzione di un gruppo di analisi e sperimentazione in grado di sostenere lo sviluppo di equipaggiamenti, componenti dei comandi di volo, sistemi propulsivi elettrici ed eliche per velivoli commerciali, dell’aviazione commerciale e per aeromobili a pilotaggio remoto, progettati e costruiti autonomamente, ricorrendo solo marginalmente alle forniture di parti terze e solo per sistemi non critici. La base manufatturiera resterà sempre un elemento fondante, a servizio dei nuovi sistemi il cui sviluppo, di converso, spinge l’officina verso nuove sfide. La componentistica dell’elettronica di potenza (Mofset basati su carburo di silicio) per il controllo dei motori e delle fuel cell, lo sviluppo autonomo del software e la capacità di analisi e previsione delle prestazioni, sono poste alla base dei nuovi concept, il tutto indirizzato da subito a sostenere le sfide della Certificazione di Tipo, requisito imprescindibile nel settore aerospaziale e, come detto, elemento di vantaggio competitivo. Aquilino Carlo Villano è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2024. È fondatore e amministratore unico di Officine Meccaniche Irpine, attiva nella produzione di componentistica per i settori aerospaziale, dell’aviazione e della difesa. L’azienda opera con due stabilimenti, produce ogni anno più di 80.000 componenti e assiemi di velivoli, oltre a realizzare equipaggiamenti completi di elettronica ed hardware e sistemi a pilotaggio remoto fino a 150 kg di peso. Occupa 200 dipendenti, prevalentemente di origini irpine Impianto trattamenti superficiali
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