21 Civiltà del Lavoro | aprile • maggio 2025 L’Europa e l’Italia che posizione occupano in questo contesto? Che cosa si potrebbe fare di più? L’Italia riveste un ruolo di primo piano sin dall’inizio, considerando che grazie alle intuizioni e alle azioni del professor Luigi Broglio, fummo nelle condizioni di mettere in orbita il primo satellite non americano e non sovietico, stabilendo un primato che risuona ancora oggi. Questo per dire che l’interesse e le competenze in Italia ci sono sempre state, e si sono andate via via rafforzando, consentendo al nostro Paese di essere sempre in prima linea nello scenario spaziale mondiale. Per esempio, l’Italia ha costruito circa il 50% del volume pressurizzato della Stazione Spaziale Internazionale, grosso programma di collaborazione internazionale che vede Europa, Giappone, Russia, Canada e Stati Uniti lavorare assieme da diversi decenni nella realizzazione e gestione di questo laboratorio in orbita a circa 400 km sopra le nostre teste. L’Europa ebbe l’intuizione di creare l’Agenzia spaziale europea (Esa) nel 1975 – ebbene sì, quest’anno si celebra il suo 50esimo anniversario – che ha dato un enorme contributo allo sviluppo delle attività spaziali dei suoi stati membri, che oggi ammontano a 23. L’Italia era uno dei Paesi fondatori. Successivamente, forse l’Esa non è stata veloce a sufficienza ad adattarsi ai cambiamenti che avvenivano sia in ambito industriale che geopolitico, e in questo momento ha bisogno di un rilancio. Attendiamo la riunione del Consiglio Esa a livello ministeriale previsto a Brema per il novembre del 2025 per capire gli orientamenti e se l’Europa riuscirà o meno a riconquistare a breve un buon posizionamento. Si dice che in Italia operino nell’economia dello spazio circa 400 aziende: è una cifra attendibile? E quanto potrebbero crescere? Presso il SeeLab di Sda Bocconi abbiamo sviluppato un database proprietario, il Seedata. I numeri che ci restituisce il Seedata, costruito con rigoroso approccio accademico e controllato minuziosamente nei metodi e nei risultati estratti, ci restituisce il seguente quadro della situazione dell’economia dello spazio in Italia: 390 aziende, con un fatturato al 2024 pari a 4,35 miliardi di euro e circa 14mila addetti, in netta crescita rispetto al 2023 e ancora di più rispetto al 2022. Per chiarire la situazione, occorre specificare che abbiamo classificato le aziende in solo spazio, aziende che fanno spazio per una piccola parte delle loro attività, e aziende che non fanno spazio ma utilizzano i dati spaziali per svolgere le loro attività. Mentre nel primo caso, fatturato e numero di addetti sono calcolabili in modo preciso, per le categorie 2 e 3 abbiamo usato dei pesi ponderati e delle percentuali che utilizzano algoritmi proprietari per estrarre i dati. Ne viene fuori un quadro di estrema rilevanza. PRIMO PIANO LA FILIERA ITALIANA DELLO SPAZIO aviazione industria metalmeccanica Ict ed elettronica automobilistico 46% 44% 41% 34% CONFRONTO TRA PMI E GRANDI IMPRESE PMI GRANDI IMPRESE 47% 20% 47% 28% 67% 35% Collaborazione con Esa Collaborazione con l’Asi Collaborazione con enti pubblici centrali Fonte: Analisi condotta dall'Osservatorio Space Economy - Politecnico di Milano, in collaborazione con il Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio (Ctna) su campione di 125 imprese italiane della filiera
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