Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro numero 2 - aprile • maggio 2025 I CAVALIERI DEL LAVORO IN QUESTO NUMERO: Gianluigi Angelantoni, Giovanni Basagni, Franco Cologni, Elisabetta Fabri, Costanza Musso, Aquilino Carlo Villano Periodico della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro anno LXX - bimestrale VERSO IL CONVEGNO NAZIONALE Politiche industriali per una nuova Europa I lavori del 2° workshop in vista di Venezia 2025 ECONOMIA IN ORBITA Tecnologie, innovazione, futuro IMPRESA, LA MARCIA DELLE DONNE Numeri e testimonianze dal fronte della parità CAVALIERI DEL LAVORO E COLLEGI DI MERITO Dialoghi intergenerazionali sul valore del lavoro e del Made in Italy Lo spazio diventa motore strategico. Italia protagonista tra esplorazione, industria e nuovi scenari geopolitici
Anno LXX - n. 2 Civiltà del Lavoro Periodico della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro Direttore Cavaliere del Lavoro Maurizio Sella Comitato Editoriale Presidente: Cavaliere del Lavoro Francesco Rosario Averna Cavalieri del Lavoro: Alessandro Bastagli, Daniela Gennaro Guadalupi, Paolo Gentilini, Maria Luigia Lacatena, Clara Maddalena, Sebastiano Messina, Guido Ottolenghi, Debora Paglieri, Emmanuele Romanengo, Olga Urbani Hanno collaborato a questo numero i Cavalieri del Lavoro: Gianluigi Angelantoni, Giovanni Basagni, Franco Cologni, Elisabetta Fabri, Costanza Musso, Aquilino Carlo Villano Direttore responsabile ai fini della legge della stampa Paolo Mazzanti Direttore editoriale Franco Caramazza Coordinamento per le attività istituzionali Carlo Quintino Sella Coordinamento editoriale Cristian Fuschetto Coordinamento redazionale Paola Centi Redazione Flaminia Berrettini, Clara Danieli, Cristian Fuschetto, Brunella Giugliano, Giovanni Papa, Silvia Tartamella Progetto grafico Marco Neugebauer e Roberto Randi (thesymbol.it) Impaginazione Emmegi Group Srl Via F. Confalonieri 36 - 20124 Milano Concessionaria Pubblicità Confindustria Servizi SpA Viale Pasteur, 6 – 00144 Roma Tel. 06 5903263 [email protected] Stampa Boccia Industria Grafica SpA Via Tiberio Claudio Felice, 7 – 84131 Salerno Foto 123RF, AGF, Stefano Guidoni, Imagoeconomica, Shutterstock Foto di copertina: TimeStopper69 @ Shutterstock Gli inserzionisti di questo numero Audi, Banca Finit, Banca Intesa Sanpaolo, Banca Popolare Sondrio, Banco BPM, Birra Forst, Bric’s, Colacem, Elettronica, Ferrari F.lli Lunelli, Fondalpress, Fontana Luigi, Ing. Ferrari, Lavazza, Pastificio De Cecco, Profilati, Samer & Co. Shipping, Terna, Unione Fiduciaria Autorizzazione Tribunale di Roma n. 4845 del 28-9-1955 Autorizzazione per il web Tribunale di Roma n. 294/2013 Finito di stampare il 23 maggio 2025 [email protected] CIVILTÀ DEL LAVORO 2 - 2025 Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro numero 2 - aprile • maggio 2025 I CAVALIERI DEL LAVORO IN QUESTO NUMERO: Gianluigi Angelantoni, Giovanni Basagni, Franco Cologni, Elisabetta Fabri, Costanza Musso, Carlo Aquino Villano Periodico della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro anno LXX - bimestrale VERSO IL CONVEGNO NAZIONALE Politiche industriali per una nuova Europa I lavori del 2° workshop in vista di Venezia 2025 ECONOMIA IN ORBITA Tecnologie, innovazione, futuro IMPRESA, LA MARCIA DELLE DONNE Numeri e testimonianze dal fronte della parità CAVALIERI DEL LAVORO E COLLEGI DI MERITO Dialoghi intergenerazionali sul valore del lavoro e del Made in Italy Lo spazio diventa motore strategico. Italia protagonista tra esplorazione, industria e nuovi scenari geopolitici 9 EDITORIALE Verso l’Europa che vogliamo PRIMO MAGGIO 11 Misura di dignità e creatività Sintesi del discorso pronunciato presso la fabbrica del Cavaliere del Lavoro Aldo Braca dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del Primo Maggio PRIMO PIANO | Economia stellare 16 Il Paese orbitante Intervista a Teodoro VALENTE di Paolo Mazzanti 20 Ritardi da recuperare A colloquio con Simonetta DI PIPPO 23 L’Italia tra Luna e Marte Intervista a Giampiero DI PAOLO 25 Partnership pubblico-privato? Sempre più necessaria di Gianluigi ANGELANTONI 27 Tempo di opportunità di Aquilino Carlo VILLANO
FOCUS 1 Verso il Convegno Nazionale 2025 Workshop preparatorio all'evento di Venezia 32 L’Ue alla sfida dei dazi. Più unità e semplificazione 38 Europa in stallo, occorrono nuove ambizioni Lamaro Pozzani, confronto con Gianni Bonvicini, Ferdinando Nelli Feroci ed Enrico Zobele 42 Gli europei di domani, cuori e menti senza confini di Carla BISLERI FOCUS 2 Questione femminile Una metà (ancora) con poca voce 46 Parità uomo-donna traguardi e obiettivi Intervista a Lella GOLFO di Paolo Mazzanti 50 La via per la competitività di Giorgia ANTONUCCI 54 Protagoniste del Made in Italy Mostra a Palazzo Piacentini 56 Sostenibilità nel Dna di Giovanni BASAGNI 58 La direzione è presa ed è quella giusta di Costanza MUSSO VITA ASSOCIATIVA 63 Dieci tappe nel segno dell’eccellenza I Cavalieri del Lavoro nei Collegi di Merito MOSTRE / LIBRI 67 Bellezza artigiana Iniziativa di Starhotels e Fondazione Cologni di Brunella Giugliano 72 Enzo Manes Nessuno basta a se stesso
9 l mondo è sempre più caotico e non è facile orientarsi. Emergono nuovi focolai di crisi (dalle tensioni indo-pakistane agli scontri in Libia) mentre i grandi conflitti, la guerra in Ucraina e quella a Gaza, non riescono ad approdare alla tregua e alle trattative di pace. Per fortuna il presidente americano Donald Trump ha fatto una parziale retromarcia sui dazi (che comunque sono aumentati), sotto la spinta dei mercati finanziari e degli imprenditori americani, e sta stipulando accordi con i maggiori Paesi (a partire da Cina e Gran Bretagna) e speriamo presto anche con l’Unione europea. Se dunque una devastante guerra commerciale su vasta scala sembra scongiurata, restano tutte le incognite sul futuro che ci attende. La globalizzazione sembra tramontata, ma non sappiamo ancora che cosa arriverà al suo posto. Un mondo più frammentato, con un multipolarismo dominato dalle grandi potenze che rivendicano proprie aree di influenza, con regole e istituzioni sovranazionali più deboli, dove il diritto della forza sostituisce la forza del diritto, sembra lo scenario più probabile e per noi italiani ed europei meno favorevole. La grande domanda che dobbiamo porci è: l’Unione europea riuscirà a diventare un polo mondiale di pari livello rispetto a Stati Uniti, Cina e Russia? Oppure resterà un “animale erbivoro” in un mondo di carnivori predatori, una Venere in balia dei troppi aspiranti Marte? È il quesito alla base del Convegno Nazionale della Federazione dei Cavalieri del Lavoro del prossimo 7 giugno a Venezia “L’Europa che vogliamo”. Una cosa appare chiara: l’Europa non potrà restare a lungo l’ibrido che è oggi, metà unione di Stati sovrani e metà Federazione, con istituzioni sovranazionali come il Parlamento (ma dotato di scarsi poteri); multi-governative come il Consiglio, dove sono rappresentati gli Stati che hanno l’ultima parola in molte materie; e intermedie come la Commissione, i cui membri sono designati dagli Stati, ma sono tenuti a rappresentare l’intera Unione. Se l’Europa vuole giocare un ruolo globale adeguato alla sua storia, alla sua cultura e al suo peso economico, non può che procedere verso l’unificazione federalista, sia pure in modo pragmatico e graduale. Sarà necessario aumentare il bilancio, che è oggi poco più dell’1% del Pil europeo contro il 25% circa del bilancio federale americano. E bisognerà aumentare gli investimenti in difesa e sicurezza, visto che Trump ci chiede un maggior contributo alla Nato. Qui occorre procedere con rapidità e determinazione, irrobustendo il “pilastro europeo” Nato con maggiori spese nazionali (visto che l’Unione non ha competenze militari), ma orientate in un’ottica europea, per arrivare se non proprio a un esercito europeo a un forte coordinamento europeo degli eserciti nazionali. E poi occorre rilanciare la ricerca e la competitività dell’industria europea, sciogliendo in primo luogo i “lacci e lacciuoli” che ci siamo autoimposti, completando il mercato unico e semplificando drasticamente le normative europee (che spesso vengono aggravate a livello nazionale). In questo processo, noi italiani possiamo e dobbiamo giocare un ruolo rilevante, non solo perché siamo uno dei sei Paesi fondatori dell’Unione e siamo la seconda manifattura e la terza economia europee. Ma anche perché alcune nostre scelte, dalla difesa alla ratifica del Mes, dal superamento del diritto di veto al buon utilizzo del Pnrr, fino al risanamento dei nostri conti pubblici gravati da un debito di oltre tremila miliardi, possono accelerare o ritardare la marcia del convoglio unitario. Il governo Meloni sinora ha operato in sintonia con l’evoluzione europea, sia pure con alcune differenze tra le forze di maggioranza e con alcuni ritardi (ad esempio la mancata ratifica del Mes). Ma adesso occorre ingranare la quarta, perché le altre potenze non aspettano. Come ha detto il Presidente Mattarella al convegno Cotec di Coimbra, citando la celebre aria pucciniana, “nessun dorma”. (P.M.) I Civiltà del Lavoro | aprile • maggio 2025 IL RUOLO DELL’UNIONE IN UN MONDO CAOTICO VERSO L’EUROPA che vogliamo EDITORIALE
Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. In 5 anni, abbiamo erogato 100 miliardi di euro in credito alle imprese italiane. Un impegno concreto, al fianco di PMI, grandi aziende e aziende corporate. Non promesse, ma risorse reali. Perché credere nell’Italia del fare significa sostenerla. bancobpm.it IMPRESE e TERRITORI
11 Civiltà del Lavoro | aprile • maggio 2025 PRIMO MAGGIO MISURA DI DIGNITÀ E CREATIVITÀ Pubblichiamo un estratto del discorso tenuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della visita all’azienda BSP Pharmaceuticals S.p.a. di Latina, guidata dal Cavaliere del Lavoro Aldo Braca, in occasione della celebrazione della Festa del Lavoro stato di estremo interesse vedere questa frontiera avanzata, scientifica e tecnologica che qui si realizza e si coltiva. Per questo è un punto di forza per il nostro Paese questo settore. Lo è della nostra economia: sul solo mercato degli Stati Uniti, l’esportazione di farmaci e medicamenti per scopi terapeutici è stata, nel 2023, di 4.356 milioni di dollari. Lo è sul piano sociale, quello della salute della popolazione. Ben lo sapete in questo stabilimento, così impegnato sul fronte della ricerca e della produzione di farmaci d’avanguardia antitumorali e di contrasto a malattie neurodegenerative. Avete l’opportunità, davvero di grande livello, affascinante, di vedere da vicino come il frutto del lavoro che si svolge contribuisca alla salute delle persone, al miglioramento delle cure, alla qualità del vivere, al potenziamento della stessa scienza della vita. [...] Il lavoro non può separarsi mai dall’idea di persona, dalla unicità e dignità irriducibile di ogni donna e di ogni uomo. Nessuno deve sentirsi scartato o escluso. La Repubblica è fondata sul lavoro. […] Il lavoro è radice di libertà, ha animato la nostra democrazia, ha prodotto eguaglianza e, dunque, coesione sociale. Il progresso civile, l’effettiva esistenza dei diritti, la sostenibilità del nostro modello sono legati, al tempo stesso, all’efficacia delle istituzioni e all’attività degli attori economici e sociali. Il lavoro richiama e sollecita la corresponsabilità, la solidarietà. È stato il vettore più potente di giustizia, di mobilità sociale, di costruzione del welfare. […] Il settore nel quale oggi ci troviamo è fra quelli tecnologicamente avanzati e di maggiore integrazione internazionale. Sapete bene che questa sfida è aperta. La cooperazione è alla base del progresso scientifico, a partire dalla integrazione europea nel governare i processi. Su altro versante si affacciano nuovi rischi, ne faceva cenno poc’anzi il Cavaliere Braca, derivanti dalle prospettive di ampio ricorso ai dazi, antica forma di prove di forza, che possono ostacolare il diritto all’accesso alle cure, alla salute, per ogni popolo del mondo, specialmente i più poveri e fragili. È Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Aldo Braca, presidente e amministratore delegato della BSP Pharmaceuticals, in occasione della celebrazione della Festa del Lavoro Il settore nel quale oggi ci troviamo è fra quelli tecnologicamente avanzati e di maggiore integrazione internazionale. Sapete bene che questa sfida è aperta FESTA DEL PRIMO MAGGIO
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13 Civiltà del Lavoro | aprile • maggio 2025 PRIMO MAGGIO Prospettive che, inoltre, producono effetti negativi sull’economia globale. Effetti che possono interpellare anche il nostro Paese. Per quanto ci riguarda si registrano oggi, in questo periodo, segnali incoraggianti sui livelli di occupazione. Permangono, d’altro lato, aspetti di preoccupazione sui livelli salariali, come segnalano i dati statistici e anche l’ultimo Rapporto mondiale 2024-2025 dell’Organizzazione internazionale del lavoro. […] Sappiamo tutti come le questioni salariali siano fondamentali per ridurre le disuguaglianze, per un equo godimento dei frutti offerti dall’innovazione, dal progresso. Salari inadeguati sono un grande problema, una grande questione per l’Italia. Incidono anche sul preoccupante calo demografico, perché i giovani incontrano difficoltà a progettare con solidità il proprio futuro. Resta, inoltre, alto il numero di giovani, con preparazione anche di alta qualificazione, spinti all’emigrazione. Questi fenomeni impoveriscono il nostro “capitale umano”. Anche per questo, sono importanti realtà come queste, questo settore della nostra economia che è proiettato sul futuro e sulla qualità della preparazione. Un grande valore per l’economia italiana e per la coesione della nostra società assume il tema del territorio. […] La variabile territoriale incide direttamente sul lavoro. La carenza dei servizi nelle aree interne favorisce lo spopolamento e con esso il venir meno delle opportunità di utilizzo delle risorse e dei saperi di quelle aree. Occorre porre argine a queste dinamiche, per non rischiare di provocare vuoti e fratture nel corpo unitario, prezioso del Paese. A sopperire al calo demografico, non bastano le migrazioni dall’estero, tanto permane la circostanza che un lavoratore su due tra quelli cercati dalle imprese, permane tra quelli a “difficile reperibilità”. Peraltro, il trattamento dei migranti – con salari che, secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, risultano inferiori di un quarto rispetto a quelli dei connazionali – se non addirittura con fenomeni scandalosi come il caporalato, va contrastato con fermezza. Il carattere della nostra società italiana è a misura della dignità della persona che lavora, anche per rispettare l’articolo 36 della nostra Costituzione. […] Tutto attorno a noi cambia velocemente. Tanti lavori di qualche decennio or sono non esistono più. Nuove occupazioni si affacciano. E altre ancora sorgeranno presto nella società. Quel che non tramonta è il carattere del lavoro, come espressione della creatività e della dignità umana. Nei cambiamenti, permanente il suo valore di libertà e di coesione. Tutto attorno a noi cambia velocemente. Quel che non tramonta è il carattere del lavoro, come espressione della creatività e della dignità umana Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’azienda BSP Pharmaceuticals S.p.a di Latina, con Marina Elvira Calderone, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, in occasione della celebrazione della Festa del Lavoro
PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | aprile • maggio 2025 PRIMO PIANO 14 Foto Andrei Armiagov © Shutterstock Economia STELLARE
15 Civiltà del Lavoro | aprile • maggio 2025 Dall’orbita terrestre alle missioni su Luna, Marte e Venere, la Space economy si impone come asse strategico per lo sviluppo economico, scientifico e industriale. L’Italia vanta una filiera altamente specializzata. Ma la corsa allo spazio impone nuove sfide: dalla formazione di competenze trasversali alla collaborazione pubblico-privato. Ne parlano Teodoro Valente, presidente dell’Asi, Simonetta Di Pippo, direttore dello Space Economy Evolution Lab della Bocconi, e Giampiero Di Paolo, Ceo di Thales Alenia Space Italia. Seguono gi interventi dei Cavalieri del Lavoro Gianluigi Angelantoni e Aquilino Carlo Villano
16 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | aprile • maggio 2025 Intervista a Teodoro VALENTE di Paolo Mazzanti IL PAESE ORBITANTE o spazio si sta imponendo non solo come ambito di ricerca ed esplorazione, ma anche come promettente settore economico. Ne parliamo con il professor Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia spaziale italiana. L’Europa e l’Italia che ruolo occupano nella nuova economia dello spazio? Lo spazio rappresenta oggi un pilastro strategico non soltanto per il progresso scientifico e tecnologico, ma anche per lo sviluppo economico, la transizione digitale ed ecologica, la gestione delle risorse e la sicurezza nazionale e internazionale. Ciò che deriva dalle sue attività va a beneficio di tutti i cittadini e permea la vita molto più di quel che possiamo percepire. Un blocco di sole 24 ore delle attività satellitari porterebbe a forti ripercussioni nel nostro modo di vivere. Non avremmo i nostri dati di posizionamento sugli smartphone o le previsioni del tempo, internet sarebbe lentissimo, per non parlare dell’assenza di segnale per le tv satellitari. Questi sono pochi e semplici esempi dell’influenza delle attività spaziali nella vita quotidiana di ognuno. In questo contesto l’Europa conferma e rafforza il suo ruolo di attore globale, grazie a una solida cooperazione tra Stati membri. Occorre però avere la consapevolezza della necessità di rafforzare la propria autonomia strategica in ambiti chiave come l’accesso allo spazio, le telecomunicazioni e l’osservazione della Terra. L’Italia riveste un ruolo di primissimo piano: siamo tra i principali contributori dell’Agenzia spaziale europea (Esa) e vantiamo una filiera industriale completa e altamente qualificata. Il nostro Paese partecipa attivamente a tutte le principali missioni internazionali e contribuisce alla definizione delle politiche spaziali europee. In questa fase di profonda trasformazione del settore, intendiamo rafforzare la leadership italiana nella nuova economia dello spazio, in modo sostenibile, competitivo e inclusivo con una visione chiara del valore strategico dello spazio per il nostro futuro. Quali sono i principali ambiti di attività del nostro Paese e in quali settori dovremmo rafforzare la nostra presenza? L’Italia contribuisce in modo determinante all’intero ciclo del valore nel comparto, con riconosciute eccellenze a livello mondiale nel campo dell’osservazione della Terra, delle telecomunicazioni, la navigazione satellitare, l’esplorazione spaziale e robotica e lo sviluppo di tecnologie per l’accesso allo spazio in ambito europeo. Tra gli esempi più rilevanti del nostro contributo, il programma Cosmo-SkyMed, tra le costellazioni radar duali più avanzate al mondo, il satellite iperspettrale Prisma (PRecursoreIperSpettrale della Missione Applicativa), strumento Teodoro Valente, presidente Asi L
17 Civiltà del Lavoro | aprile • maggio 2025 PRIMO PIANO Oltre a Luna e Marte, sono numerose le attività in cui l’Asi è coinvolta da protagonista: quelle finanziate dal Pnrr, che riguardano, oltre a Iride, progetti legati all’ampliamento della base dell’Asi di Matera, alla Space Factory 4.0 e ai detriti spaziali, fino ai programmi di navigazione e telecomunicazioni dell’Ue come Galileo e Copernicus. Sono molteplici le collaborazioni con analoghe agenzie straniere per attività di ricerca e di sviluppo di tecnologie e missioni congiunte. Stiamo lavorando per valorizzare l’integrazione tra dati spaziali, Intelligenza artificiale, cloud computing e quantum technologies, promuovendo modelli di business innovativi al servizio di cittadini, imprese e istituzioni. È vero che l’Europa è in ritardo in settori come le comunicazioni satellitari rispetto ad aziende come Starlink? È corretto affermare che, in termini di tempistica e scala, aziende private statunitensi come Starlink abbiano anticipato l’Europa nello sviluppo di costellazioni per le comunicazioni satellitari. L’Europa ha deciso di dotarsi del programma Iris2 (Infrastructure for Resilience, Interconnectivity and Security by Satellite), promosso dalla Commissione europea. È un passo concreto in questa direzione, ma la differenza sostanziale, con i concorrenti statunitensi, è nei tempi di attuazione, che richiedono almeno cinque anni per l’implementazione e la disponibilità operativa iniziale. strategico per il monitoraggio ambientale, l’agricoltura di precisione, la gestione delle risorse naturali e la prevenzione dei disastri naturali e la nuova costellazione Iride, attualmente in fase di sviluppo con il sostegno del Pnrr. A questi si aggiungono il contributo italiano alla Stazione Spaziale Internazionale, lo sviluppo di moduli pressurizzati e sistemi di supporto vitale, e la partecipazione al programma lunare Artemis della Nasa, incluso il Gateway lunare. Tra le principali sfide che ci attendono c’è sicuramente la missione lunare Artemis, dove l’Italia, attraverso l’Asi, è stata tra i primi firmatari degli Artemis Accords. La partecipazione italiana al programma si sviluppa grazie al fondamentale contributo dell’Agenzia e alla cooperazione con l’industria italiana, enti di ricerca e università. Grazie all’esperienza consolidata con il lavoro di realizzazione, gestione e sfruttamento scientifico della Stazione Spaziale Internazionale, il nostro Paese sta operando per fornire al nuovo programma lunare diversi servizi: dall’utilizzo di infrastrutture a terra a quelle in orbita lunare, fino ai servizi di telecomunicazione Terra-Luna. A Torino, grazie a un accordo tra Asi e Altec, verrà realizzato un Centro di Simulazione e Controllo delle Missioni Robotiche Lunari. In aggiunta, sarà italiana la prima casa che ospiterà gli astronauti sulla Luna. Anche in vista delle future missioni marziane, l’Italia attraverso l’Asi è presente e finanzia una serie di iniziative dedicate allo studio del pianeta rosso, come la missione ExoMars. 7,528 miliardi di euro i finanziamenti pubblici destinati all’ecosistema spazio Fonte: "Space Economy, Space Industry, Space LAW" report - SEE Lab (Space Economy Evolution Laboratory) - SDA Bocconi School of Management
19 Civiltà del Lavoro | aprile • maggio 2025 PRIMO PIANO L’iniziativa europea mira a garantire connettività globale sicura, resiliente e autonoma, sostenendo le esigenze sia del settore pubblico sia di quello privato. L’Italia partecipa attivamente a questo progetto, consapevole che la sovranità digitale europea passa anche attraverso una presenza forte nello spazio. Nello stesso tempo l’Asi ha avuto il mandato da parte del Comint, il Comitato interministeriale per le politiche dello spazio, di studiare la fattibilità di una costellazione satellitare nazionale in orbita bassa. La prima fase dello studio di fattibilità e stata chiusa dall’Agenzia con notevole anticipo rispetto alle richieste. La seconda è in uno stadio avanzato e prevede l’incontro con tutti gli attori del mondo spaziale italiano, al fine di giungere alla formulazione di un quadro più definito da portare all’attenzione delle autorità. Come funziona la collaborazione tra soggetti pubblici come Esa e Asi e le imprese private? E fra grandi e piccole imprese? Lo spazio è un settore interessante anche per le startup? Il settore spaziale italiano si distingue per la completezza e la solidità della sua filiera industriale, composta da alcune centinaia di imprese che contano 8mila addetti, tra cui una decina di grandi gruppi di livello internazionale e oltre 80 Pmi altamente specializzate. A questi si aggiungono startup, centri di ricerca e università, che collaborano in modo sinergico con le istituzioni pubbliche. L’Asi e l’Esa agiscono come facilitatori e co-investitori. La collaborazione tra pubblico e privato è un elemento essenziale dello sviluppo spaziale. Grazie al programma “Esa Bic – Business Incubation Centre”, l’Agenzia insieme all’Esa opera come catalizzatore di innovazione, finanziando e orientando progetti in partnership con l’industria, promuovendo una cooperazione pubblico-privato orientata all’innovazione e all’autonomia strategica europea. A oggi sono state già incubate oltre 40 startup ad alto contenuto tecnologico. Abbiamo un ecosistema in cui le grandi imprese fungono da prime contractor, ma vi è una crescente valorizzazione delle Pmi e delle startup, che portano innovazione, flessibilità e competenze specialistiche. L’Asi lavora su più fronti: favoriamo sinergie attraverso bandi e programmi di accelerazione tecnologica, soprattutto nei segmenti del downstream e della new space economy e sviluppiamo strumenti nazionali specifici per attrarre talenti e nuove idee. L’apertura del settore ai nuovi attori è favorita anche dalla crescente disponibilità di dati di osservazione della Terra, in particolare quelli generati da missioni come Cosmo-Skymed, Prisma e, in futuro, Iride, che alimentano nuovi servizi e soluzioni innovative nei settori dell’agricoltura di precisione, della prevenzione ambientale, della gestione delle emergenze, del cambiamento climatico e della sicurezza civile. In questo contesto si inserisce il Disegno di legge sullo Spazio, attualmente all’esame del Parlamento, che mira a dotare l’Italia di un quadro normativo moderno e trasparente per lo svolgimento delle attività spaziali, con particolare attenzione al sostegno alla nuova imprenditoria. Prevede misure per semplificare l’accesso ai finanziamenti, favorire l’inserimento delle startup nei programmi pubblici, incentivare le attività di Ricerca e Sviluppo e promuovere e sostenere l’internazionalizzazione delle imprese nazionali. Si tratta di un segnale concreto dell’impegno del governo e dell’Agenzia spaziale italiana per uno spazio italiano aperto, competitivo e strategico. Sede dell'Agenzia Spaziale Italiana, Roma
20 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | aprile • maggio 2025 A colloquio con Simonetta DI PIPPO RITARDI DA RECUPERARE economia dello spazio (Space economy) è una delle nuove frontiere dello sviluppo economico globale. Come sono posizionate l’Italia e l’Europa? Ne parliamo con la professoressa Simonetta Di Pippo, astrofisica, già direttrice dell’Ufficio Onu per gli affari dello spazio extra-atmosferico (Unoosa), che dirige lo Space Economy Evolution Lab (SeeLab) dell’Università Sda Bocconi. Professoressa Di Pippo, qual è il perimetro dell’“economia dello spazio” e come si è evoluto nel tempo? La definizione di Space economy più accreditata oggi, adottata dalla stragrande maggioranza degli operatori di settore, è stata per la prima volta delineata dall’Ocse nel 2012. Per riassumere, potremmo dire che comprende la gamma delle attività che attraverso l’esplorazione, la ricerca, la comprensione e la gestione dello spazio, creano valore e benefici agli esseri umani, a tutti e ovunque. In altre parole, si tratta dell’insieme delle attività spaziali propriamente dette, che includono le aziende che producono il segmento spaziale (anche definito upstream), e l’indotto che deriva dall’utilizzo del dato e dell’infrastruttura spaziale, e che porta allo sviluppo di servizi e applicazioni tendenti a migliorare la vita di tutti i giorni (downstream). Se marchiamo l’inizio dell’era astronautica al 4 ottobre 1957, quando l’allora Unione Sovietica lanciò il primo satellite costruito dagli esseri umani in orbita, è evidente che le tecnologie spaziali, dopo essere state sviluppate grazie ad ingenti contributi pubblici, diventano fruibili commercialmente, da cui poi si sviluppa il settore privato e la Space economy. Un’evoluzione naturale, che ammonta a circa 630 miliardi di dollari nel 2023, con una prospettiva di crescita sino a 1,8 trilioni di dollari entro il 2035. Simonetta Di Pippo L’ La questione della formazione ha due componenti. Da un lato, c’è una carenza di competenze cross-settoriali, che invece sono indispensabili per lo sviluppo della Space economy. Dall’altro, la domanda di personale da parte dell’ecosistema nazionale è superiore alla disponibilità di personale stesso
21 Civiltà del Lavoro | aprile • maggio 2025 L’Europa e l’Italia che posizione occupano in questo contesto? Che cosa si potrebbe fare di più? L’Italia riveste un ruolo di primo piano sin dall’inizio, considerando che grazie alle intuizioni e alle azioni del professor Luigi Broglio, fummo nelle condizioni di mettere in orbita il primo satellite non americano e non sovietico, stabilendo un primato che risuona ancora oggi. Questo per dire che l’interesse e le competenze in Italia ci sono sempre state, e si sono andate via via rafforzando, consentendo al nostro Paese di essere sempre in prima linea nello scenario spaziale mondiale. Per esempio, l’Italia ha costruito circa il 50% del volume pressurizzato della Stazione Spaziale Internazionale, grosso programma di collaborazione internazionale che vede Europa, Giappone, Russia, Canada e Stati Uniti lavorare assieme da diversi decenni nella realizzazione e gestione di questo laboratorio in orbita a circa 400 km sopra le nostre teste. L’Europa ebbe l’intuizione di creare l’Agenzia spaziale europea (Esa) nel 1975 – ebbene sì, quest’anno si celebra il suo 50esimo anniversario – che ha dato un enorme contributo allo sviluppo delle attività spaziali dei suoi stati membri, che oggi ammontano a 23. L’Italia era uno dei Paesi fondatori. Successivamente, forse l’Esa non è stata veloce a sufficienza ad adattarsi ai cambiamenti che avvenivano sia in ambito industriale che geopolitico, e in questo momento ha bisogno di un rilancio. Attendiamo la riunione del Consiglio Esa a livello ministeriale previsto a Brema per il novembre del 2025 per capire gli orientamenti e se l’Europa riuscirà o meno a riconquistare a breve un buon posizionamento. Si dice che in Italia operino nell’economia dello spazio circa 400 aziende: è una cifra attendibile? E quanto potrebbero crescere? Presso il SeeLab di Sda Bocconi abbiamo sviluppato un database proprietario, il Seedata. I numeri che ci restituisce il Seedata, costruito con rigoroso approccio accademico e controllato minuziosamente nei metodi e nei risultati estratti, ci restituisce il seguente quadro della situazione dell’economia dello spazio in Italia: 390 aziende, con un fatturato al 2024 pari a 4,35 miliardi di euro e circa 14mila addetti, in netta crescita rispetto al 2023 e ancora di più rispetto al 2022. Per chiarire la situazione, occorre specificare che abbiamo classificato le aziende in solo spazio, aziende che fanno spazio per una piccola parte delle loro attività, e aziende che non fanno spazio ma utilizzano i dati spaziali per svolgere le loro attività. Mentre nel primo caso, fatturato e numero di addetti sono calcolabili in modo preciso, per le categorie 2 e 3 abbiamo usato dei pesi ponderati e delle percentuali che utilizzano algoritmi proprietari per estrarre i dati. Ne viene fuori un quadro di estrema rilevanza. PRIMO PIANO LA FILIERA ITALIANA DELLO SPAZIO aviazione industria metalmeccanica Ict ed elettronica automobilistico 46% 44% 41% 34% CONFRONTO TRA PMI E GRANDI IMPRESE PMI GRANDI IMPRESE 47% 20% 47% 28% 67% 35% Collaborazione con Esa Collaborazione con l’Asi Collaborazione con enti pubblici centrali Fonte: Analisi condotta dall'Osservatorio Space Economy - Politecnico di Milano, in collaborazione con il Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio (Ctna) su campione di 125 imprese italiane della filiera
22 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | aprile • maggio 2025 Il sistema formativo è in grado di preparare sufficienti giovani professionisti dello spazio oppure c’è carenza di competenze? La questione della formazione ha due componenti. Da un lato, c’è una carenza di competenze cross-settoriali, che invece sono indispensabili per lo sviluppo della Space economy. Dall’altro, la domanda di personale da parte dell’ecosistema nazionale è superiore alla disponibilità di personale stesso. Da ultimo, in alcuni casi c’è bisogno di upskilling, ma non è facile trovare corsi di formazione dedicati. Presso la Sda Bocconi, con lo Space economy Evolution Lab (SeeLab), che ho l’onore di dirigere, facciamo proprio questo. Ci occupiamo delle evoluzioni e dei trend della Space economy conducendo ricerche allo stato dell’arte riuscendo così poi a iniettare le competenze acquisite nel sistema formativo. Un processo che è all’inizio ma che si prospetta foriero di buoni sviluppi. Nell’economia dello spazio è cruciale la collaborazione pubblico-privato: sta funzionando nel nostro Pae- se e in Europa? Con lo sviluppo di applicazioni commerciali, la questione della collaborazione pubblico-privato assume contorni e sfaccettature variegate. In altre parole, in funzione della necessità del programma che si vuole sviluppare, occorre anche definire chi sono gli attori deputati a svilupparlo e con impegno e associato ritorno. In Europa l’impostazione è da oleare, e i suoi meccanismi da sviluppare ulteriormente. Forse è per questo che diversi tentativi, anche nel recente passato, non hanno dato i frutti sperati. Ma che ci debba essere sinergia tra strategia politica e contributo privato direi che rimane obbligatorio per uno sviluppo armonico. Si sente dire che siamo in ritardo in alcuni settori, per esempio quello delle comunicazioni satellitari dominato da Starlink di Musk e ora da Amazon di Bezos. È così? E che cosa possiamo fare per recuperare? Qui si può argomentare poco, siamo in ritardo. C’è la costellazione europea Oneweb in fase di sviluppo, ma al momento le prestazioni migliori sono quelle di Starlink, che comunque ha già oltre 6mila satelliti in orbita e SpaceX non si arresta nei lanci a ripetizione, che dovrebbero portare a oltre 40mila satelliti in orbita. Una copertura capillare, anche e soprattutto in regioni remote o colpite da conflitto o calamità, dove la prima cosa che diviene inutilizzabile è proprio la comunicazione. Recuperare il terreno perso significherebbe investire in modo massiccio, per cercare di accorciare i tempi di sviluppo, ma non credo che ci sia in Europa una tale intenzione. C’è ma su presupposti e basi più limitate sia in termini di copertura che, interconnesso, di sforzo economico profuso. Il risultato sarà ottimo, ma non ottimo a sufficienza per riempire il divario esistente. Anche perché, nel frattempo, Starlink e le altre costellazioni americane e no evolveranno, e il divario potrebbe essere destinato a persistere. Che cosa suggerirebbe a un’impresa o a una startup che volessero cimentarsi nell’economia dello spazio? Di ricordarsi che andare nello spazio, sembra facile, ma resta difficile. E che il prodotto che consente profitto richiede tempo per essere sviluppato e in questo lasso di tempo, lungo rispetto a quello a cui si è abituati in altri settori merceologici, si deve, come si dice in gergo, attraversare il deserto, il che significa prepararsi a difficoltà imprenditoriali. Ma certamente vale la pena! (P.M.) Con lo sviluppo di applicazioni commerciali, la questione della collaborazione pubblico-privato assume contorni e sfaccettature variegate. In Europa l’impostazione è da perfezionare, e i suoi meccanismi da sviluppare ulteriormente Foto gorodenkoff © 123RF.com
23 Civiltà del Lavoro | aprile • maggio 2025 PRIMO PIANO Intervista a Giampiero DI PAOLO L’ITALIA TRA LUNA E MARTE uella spaziale è un’avventura straordinaria, sviluppatasi e cresciuta enormemente negli anni fino ai giorni nostri, attraverso numerosi programmi di grande successo e grazie al coordinamento delle Agenzie Spaziali, italiana ed europea, che hanno permesso il consolidamento di un comparto industriale tra i più avanzati al mondo”. Lo afferma Giampiero Di Paolo, Ceo di Thales Alenia Space Italia, tra i principali attori europei nella realizzazione di satelliti, componentistica e tecnologie per missioni spaziali ed esplorative. Qual è il ruolo dell’Italia nella Space economy? L’Italia gioca un ruolo significativo, essendo uno dei principali contributori dell’Agenzia spaziale europea (Esa) e perché vanta una filiera industriale completa, che va dalla progettazione e costruzione di satelliti e lanciatori, fino ai servizi a terra e alle applicazioni basate su dati spaziali. Thales Alenia Space, joint venture tra Thales (67%) e Leo- nardo (33%), è l’industria di riferimento per il nostro Paese in questo settore e rappresenta un nodo fondamentale di questa catena. Quali sono sfide in questo momento per Thales Alenia Space Italia? L’innovazione è la chiave per rimanere competitivi. Le sfide riguardano lo sviluppo di tecnologie sempre più avanzate, sostenibili e affidabili, favorendo opportunità provenienti da altri settori. A questo scopo Thales Alenia Space amplia i rapporti con enti di ricerca, startup innovative e Pmi, con uno sguardo sempre attento ai giovani di talenti, con l’obiettivo di rafforzare il legame vitale fra la ricerca, l’innovazione e il comparto industriale. Quali i progetti del 2025 in corso? Certamente il futuro più vicino fa approdare la nostra azienda sulla Luna con la collaborazione al progetto Artemis con l’agenzia spaziale europea. Sempre nel viaggio verso la Luna c’è il progetto Moonlight con Telespazio Prime, che porterà il sistema di navigazione sul nostro satellite artificiale. E poi su Marte con la Missione ExoMars 2028, insieme alla strumentazione elettronica di Leonardo. Siamo, inoltre, stati selezionati dall’Esa per la fornitura di un satellite per la missione EnVision alla volta dei segreti di Venere. Thales Alenia Space è presente in tutti i domini dello Spazio. Presto, ad esempio, consegneremo il terzo modello della Seconda Generazione della Costellazione Cosmo, in gestione all’Asi e al ministero della Difesa. Per quest’ultimo stiamo rea- lizzando i due satelliti per telecomunicazioni della Costellazione Sicral. A ottobre 2025 verrà lanciato il quarto satellite della costellazione Sentinel per l’Agenzia spaziale europea. Giampiero Di Paolo “Q
24 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | aprile • maggio 2025 Ci sono poi i 13 satelliti della costellazione Iride, che verranno integrati nella Space Smart Factory, un grande progetto finanziato con fondi interni, di Leonardo e del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Non ultimi i primi sei satelliti della Seconda generazione della Costellazione Galileo, per le funzioni di navigazione. Quale contributo stanno dando al settore i fondi del Pnrr? Oltre ad Iride, che sarà completato entro il 2026, con il supporto del Pnrr l’azienda partecipa a una missione dimostrativa di In-Orbit Servicing per testare le tecnologie abilitanti per le future missioni di assistenza in orbita. Altro progetto chiave è la Space Smart Factory, una fabbrica interamente digitale per la progettazione, produzione e test di satelliti, un vero e proprio digital hub che utilizzerà tecnologie avanzate inclusi gemelli digitali, tecniche di realtà virtuale e aumentata, simulatori integrati con la filiera ed elementi di automazione (robot/cobot), che contiamo di poterla inaugurare dopo l’estate. Voi partecipate a molti progetti nazionali e internazionali. Queste missioni hanno un impatto concreto sulla nostra vita quotidiana? Assolutamente sì. Le tecnologie spaziali sono oggi indispensabili nella nostra vita: dalla navigazione satellitare alle previsioni meteorologiche, dal monitoraggio di incendi e alluvioni all’agricoltura di precisione. Penso, ad esempio, ai sistemi di navigazione satellitare come Galileo che usiamo ogni giorno per muoverci, ai dati meteorologici sempre più precisi, o al contributo decisivo dell’osservazione della Terra nel monitoraggio di fenomeni come il cambiamento climatico, gli incendi, le alluvioni o la gestione delle risorse naturali. Inoltre, molte missioni spaziali favoriscono il progresso scientifico e tecnologico, generando innovazioni che trovano applicazione anche in altri settori, dall’ingegneria ai materiali, fino alla medicina. Nel futuro come cambierà il rapporto tra l’uomo, lo spazio e la Terra? Diventerà sempre più integrato e simbiotico. Le tecnologie spaziali saranno centrali nel monitoraggio e nella protezione del nostro pianeta, con applicazioni che contribuiranno direttamente alla sostenibilità ambientale. Lo spazio diventerà anche una piattaforma per testare soluzioni che poi troveranno impiego sulla Terra, creando un circolo virtuoso tra esplorazione e benessere umano. In questa trasformazione, collaboriamo con le migliori università italiane per attrarre giovani talenti, promuovendo un ambiente inclusivo e diversificato. (B.G.) Italia ha compiuto un passo decisivo verso l’autonomia industriale nel settore spaziale. Il 31 marzo scorso, presso la sede centrale di Angel Holding guidata dal Cavaliere del Lavoro Vito Pertosa, a Mola di Bari, è stata inaugurata la Space Factory 4.0 alla presenza del ministro Adolfo Urso, del presidente dell’Asi Teodoro Valente, del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, oltre che Chiara Pertosa, Ceo di Sitael, e Matteo Pertosa, Ceo di Vaimoo e MatiPay . La Space Factory 4.0, co-finanziata dall’Asi nell’ambito del Pnrr, è progettata per essere un hub tecnologico avanzato, completamente italiano, dedicato all’integrazione e al collaudo “a km zero” di satelliti. Il suo tratto distintivo è l’alta specializzazione unita alla sostenibilità, in una filiera che punta su efficienza, controllo della qualità e tempi rapidi di realizzazione. All’interno della struttura spicca una camera pulita da 1.200 metri quadrati, tra le più grandi al mondo, affiancata da un centro di qualifica spaziale in grado di riprodurre le condizioni ambientali dello spazio: una dotazione tecnologica che consente di garantire prestazioni elevate e conformità agli standard internazionali più stringenti. Fiore all’occhiello della fabbrica è anche la nuova camera anecoica, la più grande del Sud Italia. Con la Space Factory 4.0, prende corpo una visione che unisce talento, tecnologia e territorio, contribuendo a posizionarel’Italia tra i leader europei nell’ambito dell’aerospazio. UN NUOVO INIZIO PER L’INDUSTRIA SPAZIALE ITALIANA: LA SPACE FACTORY 4.0 È REALTÀ L’
25 Civiltà del Lavoro | aprile • maggio 2025 PRIMO PIANO egli ultimi venti anni il settore spaziale ha vissuto una trasformazione senza precedenti, allargando gli orizzonti della scienza, della tecnologia e dell’economia. Dal primo satellite artificiale mandato in orbita nel 1957, il sovietico Sputnik, e dal primo satellite italiano San Marco, lanciato dieci anni dopo, il settore spaziale ha amplificato il suo raggio d’azione andando ben oltre i confini della pura ricerca e dell’esplorazione: oggi abbraccia anche le sfere della sicurezza, della difesa, dell’ambiente, dell’agricoltura, delle comunicazioni e persino del turismo. La nascita della Space economy Lo spazio non è più soltanto un ambiente scientifico ed esplorativo, ma è una opportunità economica, capace di attrarre capitali e risorse, anche quelle umane. Da qui il termine di Space economy. Recentemente nuovi operatori economici, investitori finanziari, capitali di ventura che non provengono dal tradizionale settore spaziale, sono stati attirati dalle possibilità del settore spaziale e hanno iniziato ad investirci, affascinati dalle sue prospettive di innovazione ma anche dal potenziale di crescita economica. Su tutti Elon Musk, fondatore di Space X, ma senza dimenticare Jeff Bezos, Richard Branson, Paul Allen e tanti altri. Si tratta di imprenditori che hanno accumulato enormi fortune con questa New Space economy basata sul web e sui servizi low cost, sfruttando soprattutto le Low Earth Orbit (Leo), con costellazioni di migliaia di piccoli satelliti. Europa e Italia: la sfida dell’innovazione L’Europa e soprattutto l’Italia, grazie anche al disegno di legge Spazio 2024, devono colmare il gap con gli Stati Uniti, passando da una storica manifattura di satelliti e strumenti ad una strategia sempre più basata su nuovi servizi e informazioni via web. Lo sviluppo della New Space economy in Italia sarà possibile giocando d’anticipo, affrontando tempestivamente e in modo innovativo le sfide poste dalla crescita di tante startup, affiancate di Gianluigi ANGELANTONI N Partnership pubblico-privato? SEMPRE PIÙ NECESSARIA Gianluigi Angelantoni
26 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | aprile • maggio 2025 Per quanto riguarda le ultime significative commesse, Att ha da poco consegnato un grande simulatore spaziale da 270 mc. alla Taiwan Space Agency mentre un altro, sempre per il test di grandi satelliti, è in consegna presso Airbus a Tolosa. Verso il futuro: test integrati e digitali Per la nuova Space Smart Factory di Thales a Roma in autunno verrà completata l’installazione e il collaudo di una grande camera di termovuoto, da 240 mc, con vuoto 10-7bar e campo di temperatura -173°C / +130°C. La fornitura verrà completata da due grandi camere per prove di antenne satellitari, a pressione ambiente, una da 285 mc con campo -150°C / +180°C e l’altra da 72 mc con campo -50°C / +100°C. Lo sviluppo delle attività spaziali sempre più diffuso e il lancio di costellazioni di microsatelliti ha portato Att a sviluppare Qbe, una camera di termovuoto adatta per startup o centri di ricerca. Caratteristica di questo termovuoto è la forma a parallelepipedo, unica nel suo genere, che favorisce il miglior utilizzo dello spazio interno, una facile ergonomia ed un costo più ridotto. In piena fase di sviluppo, con un altro partner italiano, anche un sistema test integrato capace di collaudare schede o dispositivi elettronici, destinati al settore spaziale, sottoponendoli a stimolazioni elettriche mentre si applicano stress termici (fino a 100°C / min!) e di vibrazione con shock ripetitivi a 6 gradi di libertà (tecnica HALT & HASS). Lo sviluppo delle attività spaziali sempre più diffuso e il lancio di costellazioni di microsatelliti ha portato Att a sviluppare Qbe, una camera di termovuoto adatta per startup o centri di ricerca dai giganti Thales Alenia Space e Leonardo. Solo con una forma di partenariato, includendo anche il settore pubblico, potremo continuare a ricoprire il ruolo che ci spetta a livello internazionale e che Luigi Broglio ci ha aperto nel 1967. Il nostro contributo Att Angelantoni Test Technologies, Gruppo Angelantoni Industrie (fondato nel 1932), progetta e costruisce dal 1952 camere di simulazione ambientale (camere climatiche) destinate ai settori automobilistico, elettronico e aerospazio. Dal 1988 Att fornisce ai clienti del settore anche camere di termovuoto, cioè simulatori spaziali per il test di satelliti o componenti di satelliti. Si tratta in genere di camere cilindriche, costruite in acciaio inox di forte spessore, capaci di lavorare in un vuoto spinto, dell’ordine di 10-7 bar. All’interno si trova uno schermo, anch’esso cilindrico, in cui viene fatto circolare azoto liquido. Opportuni riscaldatori servono per lavorare a temperature più alte rispetto all’azoto liquido, generalmente fra -180°C e +150°C. Innovazione sostenibile nei test spaziali Att ha sviluppato negli ultimi anni una tecnologia innovativa che prevede l’uso di azoto gassoso, non più liquido, che termoregola l’ambiente per irraggiamento, senza più i riscaldatori in camera. Si ottengono così sensibili risparmi energetici, riduzione dei consumi di azoto liquido e migliore uniformità di temperatura nel campo -180°C / +150°C. Att, con un altro partner italiano, ha da poco installato in Italia una camera di termovuoto capace di operare fino a -192°C utilizzando elio gassoso al posto dell’azoto. Gianluigi Angelantoni è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2014. È presidente del Gruppo Angelantoni Industrie e di ATT Angelantoni Test Technologies. Entra giovanissimo nell’ azienda fondata dal padre nel 1932, oggi gruppo industriale costituito da 3 unità produttive in Italia, con aziende controllate in Germania, Francia, India e Cina. Il gruppo annovera oltre 400 dipendenti e un export del 90% Simulatore spaziale Qbe per microsatelliti
27 Civiltà del Lavoro | aprile • maggio 2025 PRIMO PIANO andamento del settore aerospaziale è per sua natura altalenante perché strettamente legato alle vicende storiche e sociali del pianeta. Basti pensare che dopo la Missione Apollo 11 del 1968, a seguito della quale l’umanità sembrava non avere più limiti di espansione, l’evento dello Shuttle Challenger del 1968, del Columbia nel 2003 e la chiusura del programma Concorde hanno generato momenti di riflessione dolorosa e significativa sulle capacità tecnologiche dell’uomo, sul senso del tutto, della corsa all’innovazione, peraltro attraverso la Guerra fredda e le crisi petrolifere. L’ascesa dei grandi consorzi L’aumentare degli scambi commerciali e le esigenze di mobilità hanno tuttavia aperto ad un periodo di ripresa in cui è nato il Consorzio Airbus (1970) e, con l’acquisizione di McDonnell Douglas da parte di Boeing (1997), si è creato, di fatto, il duopolio dei giganti dell’aviazione commerciale da un lato e quello Nasa/Esa nelle applicazioni dello spazio, dall’altro, ovvero due coppie di fari trainanti nel settore aerospaziale. Giunti alla fine del millennio, gli attentati delle Torri Gemelle, da un lato, e l’emergere delle tecnologie digitali, dall’altro, hanno generato nuovi paradigmi; questi due eventi possono sembrare disgiunti, ma, riflettendo, si vede il loro lo stretto legame, che oggi può rappresentare un’opportunità da cogliere; forse siamo ancora in tempo. Nuovi scenari dopo l’11 settembre Dopo l’11 settembre la mobilità delle persone ha privilegiato voli “pin to pin”. Niente più giganti dei cieli come il B747 e l’A380, un nuovo futuro per l’aviazione commerciale, apportando nuova linfa per i velivoli regionali, fino a 100 passeggeri; si veda il successo clamoroso delle macchine fino a 250 passeggeri come i top seller B737 ed A321 ma, soprattutto, il proliferare di macchine per uso privato, definite commuter fino a 20 passeggeri, quindi Textron/Cessna, Gulfstream, Bombardier, Cirrus, Diamond, Honda, Mitsubishi vedono tutt’oggi un futuro radioso nel settore denominato Aviazione generale. di Aquilino Carlo VILLANO L’ Aquilino Carlo Villano TEMPO DI OPPORTUNITÀ
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