Civiltà del Lavoro, n. 6/2023

20 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 Anitec-Assinform, insieme alla Piccola industria di Confindustria, ha condotto una serie di incontri con piccole e medie imprese. Come stanno rispondendo le nostre Pmi alla sfida dell’Ia? Solo il 5,3% delle piccole imprese italiane impiega sistemi di Intelligenza artificiale. Questo dato ci preoccupa perché sappiamo bene che il nostro tessuto produttivo si fonda sulle Pmi e allo stesso tempo che l’IA è destinata ad essere una risorsa fondamentale per la competitività e la produttività del Paese. In altre parole, mai come ora è fondamentale impegnarsi per far conoscere sempre più la tecnologia, le sue potenzialità – e i suoi limiti – anche alle imprese che strutturalmente fanno più fatica ad abbracciare la trasformazione digitale. Nel 2023 insieme a Piccola industria abbiamo raccolto più di 35 casi di successo, tutti da Pmi provenienti dai settori della domanda di soluzioni tecnologiche e abbiamo raggiunto diverse centinaia di imprenditori attraverso sette eventi che hanno interessato tutta l’Italia. Abbiamo puntato sull’identificazione tra “relatore” e “platea” per stimolare l’interesse verso le nuove tecnologie e favorire – allo stesso tempo – una narrazione “pratica” e lontana da mistificazioni dell’Intelligenza artificiale. Nel 2024 replicheremo con altri otto eventi che spero avranno altrettanto successo. L’Unione europea e gli Stati Uniti stanno varando regolamentazioni dell’Intelligenza artificiale. Quali sono i punti che valuta più importanti? C’è il rischio che una regolamentazione troppo stringente possa rallentare l’evoluzione dell’Ia? Con l’AI Act, l’Europa ha cercato di ritagliarsi il ruolo di “trend-setter” della regolazione dell’Intelligenza artificiale. Il nostro continente non riesce ad avere lo stesso livello di investimenti di Stati Uniti e Cina e per questo motivo la Commissione europea ha puntato sull’introduzione di un Regolamento. L’idea alla base dell’azione della Commissione è “costringere” i player internazionali ad adattarsi a standard di sicurezza stabiliti in Europa. Negli anni però la tecnologia si è evoluta più velocemente rispetto alle aspettative dell’Ue e l’IA Act, che peraltro non ha ancora completato il suo iter legislativo, si è trovato a “rincorrere” gli sviluppi della tecnologia inserendo nuove regole – come quelle per l’IA generativa – sempre più restrittive e quindi rischiose di inibire l’innovazione. Foto RaffMaster © 123RF.com

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