Civiltà del Lavoro, n. 6/2023

17 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 PRIMO PIANO Intelligenza artificiale suscita speranze e timori. Benché sia una tecnologia già in uso da tempo, i sistemi di IA generativa lanciati di recente sono quelli che hanno impresso un’accelerazione sulle possibili applicazioni. Ne abbiamo parlato con Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform, l’associazione che in Confindustria raccoglie le imprese che operano nella produzione di software, sistemi e apparecchiature elettroniche e nella fornitura di soluzioni applicative e di reti, di servizi a valore aggiunto e contenuti connessi all’uso dell’Ict. Presidente Gay, come l’IA influenzerà le nostre vite e la nostra economia? A fine novembre 2022 OpenAI ha lanciato ChatGPT. Da allora l’IA è stata al centro di un dibattito pubblico senza precedenti. Il motivo di tanta attenzione mediatica sta nel fatto che mai prima di allora un sistema di IA così capace era stato reso disponibile per un pubblico così vasto. Sono convinto che l’IA migliorerà le nostre vite e ci renderà più produttivi, consentendoci di guadagnare tempo. Molti lavori cambieranno, ma sono convinto che l’elemento umano rimarrà al centro. Capacità come l’empatia e l’intelligenza emotiva, che definiscono delle soft skill uniche, continueranno ad essere qualità insostituibili e propriamente umane. Ad ogni modo, l’impatto della tecnologia sul Pil potrà essere significativo solo se sapremo sfruttarla pienamente; serve quindi una maggiore diffusione di altre tecnologie abilitanti (es. Cloud o IoT) e una maggiore disponibilità di skill specialistiche nel mercato del lavoro italiano, che purtroppo parte già con un deficit di base. Le nostre preoccupazioni non dovrebbero essere legate alla tecnologia in sé, quanto piuttosto alla capacità del nostro tessuto produttivo di utilizzare l’IA al massimo delle sue potenzialità. Le nostre imprese devono essere nelle condizioni di iniziare oggi ad adottare l’IA nei loro processi per non farsi trovare impreparate domani. Nelle imprese l’Intelligenza artificiale sarà solo una tecnologia aggiuntiva o comporterà le reingegnerizzazione profonda dei processi? Negli ultimi anni abbiamo ascoltato le testimonianze di moltissime aziende, di ogni dimensione e settore, che hanno adottato soluzioni di Intelligenza artificiale. Il fattore comune in queste esperienze è una spiccata visione di management orientata all’innovazione. Si tratta di un elemento che richiede per definizione una predisposizione al cambiamento. Per questo è evidente che l’IA non si limita a essere “una semplice tecnologia aggiuntiva” e che una reingegnerizzazione dei processi aziendali è necessaria. Questa trasformazione non deve, però, essere intesa come un aumento della complessità. Al contrario, grazie all’innovazione tecnologica portata dall’IA, i processi tendono a semplificarsi. Un aspetto chiave di questa semplificazione è l’interazione uomo-macchina, resa più intuitiva e accessibile proprio dall’IA. A differenza di alL’ A colloquio con Marco GAY di Paolo Mazzanti Marco Gay Strumento al servizio della SEMPLIFICAZIONE

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