Civiltà del Lavoro, n. 6/2023

127 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 FONDAZIONI smartphone e apparecchi analoghi. Con quali problemi etici e sociali non sono ancora in grado di definire, ma il prossimo avvento dell’IA Intelligenza artificiale, dotata di totale autonomia decisionale, certo non fa ben sperare per il futuro del soggetto umano così come finora siamo stati abituati a considerarlo. Nell’era digitale la struttura della lingua italiana sta cambiando. Quale invito rivolge ai giovani affinché custodiscano il nostro idioma come parte integrante della nostra cultura? Un po’ di storia per ricordare i “corsi e ricorsi storici” evocati da Giambattista Vico. Il 2021 è stato l’anno dantesco, e mi fa piacere ricordare proprio Dante, grande propositore della lingua italiana in quel Medioevo, oggi assimilato all’epoca in cui viviamo, mentre auspichiamo l’avvento di una sorta di neoumanesimo di tipo rinascimentale. Con l’avvento dei barbari nel Quinto secolo la lingua della Roma imperiale – il latino – era entrata in crisi rimanendo in uso limitatamente ai pochi sapienti e nelle scritture ufficiali, mentre la popolazione andava lentamente abituandosi a nuove forme di linguaggio. Verso la fine del 1200 si sviluppò a Bologna, e poi a Firenze, un movimento poetico ispirato da Guido Guinizelli che Dante nella sua Commedia, scrivendo di “Donne ch’avete intelletto d’amore”, definirà “Dolce Stil Novo” (Purgatorio XXIV vv.49-57). Lo stesso Dante Alighieri e poi Francesco Petrarca, Giovanni Boccaccio, Guido Cavalcanti, Lapo Gianni e altri importanti autori dell’epoca utilizzeranno nelle loro opere il Dolce Stil Novo, modificandolo in quel «volgare» la cui diffusione sfocerà nella nuova lingua italiana. Così, dalla evoluzione degenerativa del latino nasce, caratterizzato con l’antica eleganza del Dolce Stil Novo, l’«italiano» attuale. Tuttavia, oggi siamo in presenza di una degenerazione della nostra lingua che ricorda quanto avvenne per il latino, ma l’assenza di personalità straordinarie, quali Dante e i letterati suoi contemporanei, lascia che l’evoluzione del linguaggio parlato avvenga senza alcuna positiva influenza, con il pericolo che finisca col perdere la sua naturale eleganza, e ciò in un momento in cui il mondo avverte l’esigenza di recuperare la grande lezione umanistica di lingue ritenute estinte quali il greco, il latino e anche lo stesso italiano classico. Si avverte dunque la necessità di forgiare l’attuale comunicazione linguistica ricercando un nuovo Dolce stil novo per il Terzo millennio in grado di accogliere le naturali modificazioni in atto nella lingua italiana, conservandone l’antica gentilezza ed eleganza. Il compito dovrebbe essere svolto proprio dagli studenti, giovani protagonisti dei cambiamenti in atto, che tuttavia possono diventare gli innovatori di un corretto e peraltro ineluttabile cambiamento linguistico. Anche in questo caLe biblioteche vanno ripensate e riproposte come luoghi non solo di consultazione ma di convivenza attiva e soprattutto vanno adeguate agli strumenti digitali per un loro utilizzo più idoneo ai tempi e in grado di stimolare nuove curiosità durante il mio viaggio mi ha accompagnato e costantemente sorretto If, la poesia che Rudyard Kipling ha dedicato a suo figlio». Se riesci a non perdere la testa quando tutti intorno a te la perdono, dandone la colpa a te. Se riesci ad avere fiducia in te stesso, quando tutti dubitano di te, ma anche a tenere nel giusto conto il loro dubitare […] Se riesci, incontrando il Trionfo e la Sconfitta, a trattare questi due impostori allo stesso modo. Se riesci a sopportare il sentire le verità che hai detto travisate da furfanti che ne fanno trappole per sciocchi, o vedere le cose per le quali hai dato la vita distrutte, e chinarti e ricostruirle con i tuoi strumenti logori […] Se riesci a costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi tendini a sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti più e di conseguenza resistere quando in te non c’è niente tranne la tua Volontà che dice loro: “Resistete!” […] Se riesci a riempire l’inesorabile minuto con un momento del valore di sessanta secondi, Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa, e, quel che più conta, sarai un Uomo, figlio mio! «E

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