Civiltà del Lavoro, n. 1/2023

48 Civiltà del Lavoro gennaio • febbraio 2023 zo di storia. Nel percorso si trovano accostati prodotti iconici e prototipi, grafica e comunicazione che già ai suoi esordi era per Kartell un punto strategico di dialogo con il mercato. Il museo è l’anima dell’azienda, il suo bagaglio di esperienza e la sua ricchezza, il museo è la Kartell, quello che è stata e quella che potrà essere. Potranno forse copiarci una sedia, un tavolo ma nessuno mai potrà impadronirsi del nostro percorso storico”. Ma facciamo un passo indietro. Kartell è un’azienda italiana fondata nel 1949 dall’ingegnere Giulio Castelli, e fin dal suo esordio muove i primi passi nella progettazione e produzione di autoaccessori a cui segue quella di casalinghi, lampade, articoli da laboratorio e oggetti per l’arredo realizzati in materiale plastico. Intorno a lei lavorano i grandi nomi dell’architettura di allora, prima fra tutte Anna Castelli Ferrieri, moglie di Giulio, e poi Gino Colombini, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Joe Colombo, Marco Zanuso, Gae Aulenti, Richard Sapper, Giotto Stoppino e Ignazio Gardella. Nel 1988 Luti, dopo essere stato fra i soci fondatori e amministratore delegato di Gianni Versace Spa, rileva l’azienda del suocero. La sua sensibilità per il gusto e la sua consapevolezza dell’importanza del valore emozionale di un prodotto si trasformano in una nuova vita per il marchio. Luti chiama a sé designer e architetti come Philippe Starck, Ron Arad, Antonio Citterio, Ferruccio Laviani, Piero Lissoni, Patricia Urquiola, Alberto Meda e Vico MagiProprio come 24 anni fa quando ho voluto la creazione di questo spazio espositivo – osserva Luti – anche oggi credo sia fondamentale lavorare sulla conservazione e valorizzazione della memoria storica MUSEI

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