Civiltà del Lavoro, n. 6/2022

81 Civiltà del Lavoro novembre • dicembre 2022 La storia del Grand Hotel Excelsior Vittoria è ultracentenaria, quanto pesa o che significato ha il passato nelle scelte che è chiamato a prendere per l’azienda? Il passato è importante, guardo sempre con ammirazione e stima a chi mi ha preceduto. I miei avi, fin dal 1834, anno della fondazione, sono stati innovatori, futuristi, grandi imprenditori e da loro traggo molti utili insegnamenti. Certamente nella storia aziendale abbiamo avuto momenti difficili con alti e bassi ma, l’insegnamento che viene trasmesso è guardare sempre avanti, avere la capacità di avere una visione per gli anni a venire, innovare, fare progetti e svilupparli con professionalità e determinazione. Solo in questo modo possiamo assicurare il futuro aziendale. Il passaggio generazionale è un tema sempre discusso, quanto è difficile emanciparsi da chi tiene il timone prima di noi? Rappresento la quinta generazione alla guida della nostra azienda e condivido con le precedenti che il rispetto delle tradizioni sia il miglior modo per innovare. Sinceramente non ho mai percepito l’esigenza di dovermi sentire emancipato da chi mi ha preceduto. Ritengo sia importante avere la capacità di guardare avanti e lavorare con costanza e profondo impegno per conseguire i progetti di sviluppo per il futuro. Ci descrive l’emozione che ha provato quando ha saputo di essere stato nominato Cavaliere del Lavoro? È stata una giornata radiosa, piena di gioia. Ho provato sentimenti di grande soddisfazione e sorpresa, perché mai avrei immaginato che un giorno sarei stato nominato Cavaliere del Lavoro. Sicuramente posso affermare di averlo vissuto non come un punto di arrivo, bensì come un nuovo incentivo a migliorarsi con vigore.

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