Civiltà del Lavoro, n. 6/2022

33 Civiltà del Lavoro novembre • dicembre 2022 LAVORO E FISCO Banco di prova per il governo L PRIMO PIANO avoro e fisco sono i due appuntamenti politici più importanti dei prossimi mesi: il governo Meloni si è impegnato a varare entro giugno le riforme del mercato del lavoro e della tassazione. La ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone e il vice ministro all’Economia con delega alla politica tributaria Maurizio Leo hanno anticipato in convegni e interviste le loro intenzioni. “Nei prossimi mesi – ha detto la ministra Calderone – dovremo realizzare una riforma organica delle politiche attive che rafforzi le infrastrutture del mercato del lavoro e della formazione. L’obiettivo è che questi servizi e strumenti siano di qualità e accessibili ovunque e che tutte le regioni possano garantire adeguati livelli di servizio”. La ministra ha ricordato che solo il 3% degli accessi al lavoro avviene attraverso il canale dell’apprendistato che va potenziato: “È importante – ha detto la ministra – rafforzare quanto più possibile il sistema duale formazione-lavoro, attraverso un’attenta applicazione e il sostegno di strumenti contrattuali come l’apprendistato, che in questo momento necessita di un’ulteriore valorizzazione e, perché no, di una riflessione a livello di impianto normativo”. La ministra dovrà poi risolvere il rebus del Reddito di Cittadinanza (Rdc). La legge di Bilancio 2023 prevede di pagare agli attuali percettori il Rdc fino al prossimo agosto. Da settembre i versamenti saranno sospesi per gli oltre 800mila beneficiari che in teoria possono lavorare, i cosiddetti “occupabili”, i quali dovrebbero essere avviati a corsi di formazione. Ci sono, dunque, otto mesi per organizzare l’avviamento al lavoro di questi 800mila cittadini. E non sarà facile. “La revisione del reddito di cittadinanza – ha spiegato la ministra – nasce dalla consapevolezza che il principale strumento d’inclusione sociale deve continuare ad essere il lavoro: un lavoro giusto e dignitoso. Dobbiamo rendere occupabili quei tanti italiani che spesso sono poveri, non solo perché non lavorano ma anche perché non hanno un titolo di studio, una qualifica professionale o hanno perso ogni motivazione. In nessun modo intendiamo togliere o limitare la

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