Civiltà del Lavoro, n. 6/2022

20 Civiltà del Lavoro novembre • dicembre 2022 PRIMO PIANO ENERGIA MENO COSTOSA col tetto al prezzo del gas L’ aumento del prezzo del gas rappresenta uno dei problemi più gravi per il nostro Paese e per l’Europa. Un incremento cominciato già alla fine del 2021 e acuito poi dall’invasione russa in Ucraina. La questione se porre o meno un tetto, il cosiddetto price cap, è stata dibattuta a lungo nel corso dell’anno e l’ultimo Consiglio dei ministri dell’Energia dell’Ue, oltre ad un monitoraggio giornaliero da parte dell’Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (Acer), ha stabilito un Regolamento relativo ad un meccanismo di correzione del mercato. Ministro Pichetto Fratin, partiamo dal risultato raggiunto in sede europea del price cap. Riuscirà ad evitare l’esplosione dei prezzi? Quando il prezzo di mercato supererà i 180 megawattora per tre giorni lavorativi e contemporaneamente sarà superiore di almeno 35 euro rispetto al prezzo di riferimento del gas naturale liquefatto sui mercati globali, scatterà automaticamente questo meccanismo di garanzia. A Bruxelles c’è stato un confronto lungo, non privo di posizioni contrastanti, in cui è emersa la capacità dell’Italia di far valere la propria visione pragmatica, a tutela primaria dei cittadini e delle imprese cui va garantito l’approvvigionamento e che vanno messi a riparo, anche e soprattutto economicamente, da ondate speculative. Quali sono,dunque, le prospettive per l’energia nel 2023? È prevedibile che i flussi di gas dalla Russia si ridurranno ulteriormente, quindi i prezzi potrebbero subire nuove tensioni al rialzo. L’Italia ha saputo sinora reagire velocemente alla riduzione del gas russo, diversificando la provenienza delle importazioni. Abbiamo aumentato gli approvvigionamenti dall’Algeria e stipulato nuovi accordi di acquisto di gas liquido, per oltre 10 miliardi di metri cubi, per i quali è però fondamentale l’installazione di almeno due nuovi terminali di rigassificazione nei porti di Piombino e Ravenna, oltre i tre già operativi al massimo della capacità. Si tratta di un passo fondamentale per poter affrontare con maggiore serenità il prossimo inverno. E poi ci sono i ragionamenti in corso su altri due o tre rigassificatori, a partire da quelli già previsti a Gioia Tauro e Porto Empedocle, nonché di interventi di potenziamento della rete di trasporto del gas, quali ad esempio la dorsale Adriatica che da Sud sale a Nord e che è già satura con il gas del Tap. Dobbiamo programmare il futuro come abbiamo fatto per il presente. Potremmo avere problemi anche per l’energia elettrica, visto che dalla Francia ne importiamo molta di meno per la manutenzione prolungata del 50% delle centrali nucleari transalpine? Stiamo monitorando la situazione e per ora non risultano criticità, anche per il contenimento della domanda dei mesi scorsi. Ma questo ci conferma nella necessità Intervista a Gilberto PICHETTO FRATIN di Paolo MAZZANTI Gilberto Pichetto Fratin

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