Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2022

21 Civiltà del Lavoro settembre • ottobre 2022 PRIMO PIANO livello europeo: di questo non possiamo non tener con- to, quando pensiamo all’intervento pubblico. PRIORITÀ ALL’ECONOMIA REALE Sentiamo tutti una gran fame di nuovi imprenditori, di nuove idee e soprattutto di giovani coraggiosi che ab- biano voglia di mettersi in gioco! Abbiamo davvero un gran bisogno di progetti merite- voli in grado di spingere l’economia reale, la produzione di beni e servizi che fa crescere il Pil, rispetto alla quale la finanza, seppur importante, si deve porre quale ele- mento ancillare. Chi ha una buona idea deve poterci provare, come ave- te fatto voi, cari Cavalieri, e deve avere la possibilità di raggiungere obiettivi lontani, di poter accarezzare l’idea del successo, quello stesso successo che voi avete avu- to il Merito di costruire e a cui tutti noi oggi diamo giu- stamente lustro. Il lavoro, il lavoro per tutti è l’obiettivo primario che le politiche pubbliche devono perseguire, ma senza impre- sa non c’è lavoro: siete voi imprenditori che tutti i gior- ni con coraggio scommettete sulle vostre capacità e ri- uscite a raggiungere altissimi traguardi. Certo, non dico che energia e intraprendenza da soli possano bastare. Quello che dico è che se si riuscisse a declinare il ruo- lo dell’imprenditore privato con un nuovo ruolo dell’in- tervento pubblico, ecco, allora sì che avremmo reso un buon servizio al Paese. PENSARE AL LUNGO TERMINE Dopo gli eventi imprevedibili e impensabili che ci hanno travolto, penso che lo Stato debba esserci e debba fare la sua parte, non solo mettendo in campo gli interventi emergenziali - che pure sono necessari - ma assumendo decisioni di medio e lungo termine, accompagnando chi, con volontà e audacia, si assume con indubbie difficoltà il rischio di fare impresa, affrontando le sfide della rivo- luzione digitale e della transizione economica. Ecco, è questo lo spirito con cui abbiamo pensato e in- terpretato quella straordinaria opportunità di crescita che è il Pnrr. LO SVILUPPO NON SI FA PER LEGGE Lo sviluppo, l’ho già detto, non si fa per legge. Lo svilup- po lo fate voi, giorno per giorno, ed è per questo, cari Cavalieri, che a voi viene riconosciuto il Merito del La- voro: incarnate quel connubio di talento e valore che dà a un Paese un modello positivo, di cui c’è tanto biso- gno, per tornare a credere nel futuro, superando questo momento di indubbia sfiducia e stringente difficoltà. Ma oggi è il momento di fare festa per voi, indiscussi amba- sciatori di quello straordinario motore chiamato made in Italy, un concentrato di bellezza, gusto, funzionalità e unicità che nel mondo ci distingue e ci rende orgogliosi. Credo che il Paese, tutto, vi sia riconoscente per questo, e permettetemi di aggiungere, anche per la straordina- ria capacità di resilienza che avete dimostrato di posse- dere, resistendo a questi tempi durissimi. Occorre riabilitare la funzione del Merito del nostro Pa- ese, affinché possa tornare a essere il criterio centrale di valutazione di ogni attività: dal Lavoro, alla Pubblica Amministrazione, alla Politica. Incarnate quel connubio di talento e valore che dà a un Paese un modello positivo, di cui c’è tanto bisogno, per tornare a credere nel futuro, superando questo momento di stringente difficoltà

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