Civiltà del Lavoro, n. 1/2022

45 Civiltà del Lavoro gennaio • febbraio 2022 FOCUS ERMENEGILDO ZEGNA DI MONTERUBELLO , nominato Cavaliere del Lavoro nel 2011, è amministratore delegato dell’omonimo gruppo dal 1997. Il gruppo Zegna, presente in tutto il mondo, disegna, crea e distribuisce abbigliamento maschile e accessori di lusso con il brand Zegna e abbigliamento donna, uomo e accessori con il brand Thom Browne ma, si facevano tre collezioni con sforzi incredibili per promuoverle. Oggi ne proponiamo solo una. Abbiamo tagliato le varianti del 50%. Scegliamo i capi più forti, li spingiamo e li supportiamo con il marketing e la comuni- cazione. E così guadagniamo in scala cavalcando la svol- ta che ci aiuta a rafforzare la nostra posizione nell’ab- bigliamento maschile di lusso che va sempre più verso l’informale, o meglio verso ciò che definiamo Luxury Leisurewear. È la strada giusta, che abbiamo intrapreso in epoca non sospetta. E il digitale è strumentale a tut- to ciò, ci permette di accelerare: dalla vendita alla co- municazione, attraverso l’utilizzo di piattaforme nuove. In America siamo partiti con un progetto digitale che mette in relazione il venditore del negozio con il cliente online proponendogli la collezione direttamente a casa. E, poi, serve rapidità nel leggere i dati dei consumatori. Del cliente bisogna sapere tutto, per offrirgli le novità, e relazionarsi con lui in un dialogo costante e continua- tivo. Per questo il database dei negozi va gestito in ma- niera scientifica: avere i dati per trasformarli in azioni. Nel corso degli anni avete realizzato la divisione “Luxury textile laboratory platform”, un autentico laboratorio tessile del lusso. Ce ne può parlare? Il Gruppo Zegna ha messo a punto un progetto unico, la piattaforma del lusso tessile italiano, unendo tanti diversi know how e eccellenze: dal Lanificio Zegna per la drap- peria fine, alla Tessitura di Novara come specialista del- la seta; dalla Dondi per il jersey a Ubertino per il tweed e le lavorazioni jacquard; dalla Bonotto per i tessuti più innovativi, alla Filati Biagioli per il cashmere, acquisita insieme a Patrizio Bertelli, CEO del Gruppo Prada. Cre- do che creare un universo con specialità made in Italy che si legano ad un gruppo con una brand importante sia davvero sinonimo di unicità e forza. I grandi gruppi francesi lo hanno capito e stanno facendo shopping di aziende made in Italy, preoccupati che senza una filie- ra integrata tutti i principi di tracciabilità, sostenibilità, velocità di consegna ed eccellenza verranno traditi. Sic- come in Italia, anche nel Biellese, di eccellenze ce ne so- no tante, noi abbiamo precorso i tempi e percorso con grande volontà questa strada con veri progetti di inte- grazione che garantiscono autonomia gestionale all’a- zienda acquisita e/o partecipata. Nelle ultime acquisizio- ni questa è stata la nostra filosofia: è un ‘business model’ che sta funzionando. Lo stesso vale con Thom Browne: non è solo una pedina sulla scacchiera del Gruppo, ma con lui è nata una vera integrazione che va dal tessuto al prodotto su misura. Dall’Oasi Zegna alla cura delle materie prime, la soste- nibilità è nel vostro DNA. L’attenzione a questi temi sta cambiando anche il mercato della moda? Oasi Zegna rappresenta per la nostra famiglia il luogo dove tutto è nato. È un progetto iniziato da mio nonno negli anni ’30 quando avviò un programma di bonifica ambientale senza precedenti: i ricavi della sua impresa gli consentirono l’acquisto dei terreni, allora trascura- ti, che hanno modellato prima la strada conosciuta co- me Panoramica Zegna, e poi l’Oasi Zegna attraverso un complesso lavoro di riforestazione e valorizzazione del paesaggio. Produrre rispettando le risorse dell’ambien- te è sempre stato un obiettivo importante. E ciò resta ancora oggi, per tutti noi della terza e quarta genera- zione della famiglia, una priorità: il sogno di mio nonno era realizzare i tessuti migliori del mondo con una gran- de attenzione alla natura circostante, alla comunità e al territorio. (C.F.) Gildo Zegna

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