Civiltà del Lavoro, n. 1/2022

19 Civiltà del Lavoro gennaio • febbraio 2022 Foto Elnur © 123RF.com ANTONIO PATUELLI, nominato Cavaliere del Lavoro nel 2009, è presidente della Cassa di Ravenna, capogruppo dell’omonimo Gruppo Bancario. Ha promosso un forte sviluppo dell’omonimo gruppo privato ed indipendente. È presidente dell’Associazione Bancaria Italiana PRIMO PIANO È, però, altrettanto vero che è impensabile non sostenere più finanziariamente certe attività economiche dal profi- lo Esg più debole. Quando esiste tecnologicamente e ge- stionalmente la possibilità di migliorare le performance Esg, è opportuno indirizzare gradualmente anche queste tipologie di attività, anzi questo è il ruolo prezioso della finanza di transizione, come accennavo in precedenza. Solo quando questo non è possibile, è necessario sup- portare una riconversione che può essere problemati- ca e quindi deve essere accompagnata nei suoi risvol- ti, in primis sociali. Un ruolo importante potrà averlo il Just Transition Fund EU, che è un nuovo strumento fi- nanziario, nell’ambito della politica di coesione, che mi- ra a fornire sostegno ai territori che affrontano gravi sfi- de socioeconomiche derivanti dalla transizione verso la neutralità climatica. Lei cosa consiglierebbe alle imprese in questo mo- mento di relativa incertezza? Il quadro di riferimento è ancora incerto, ma le linee di indirizzo sembrano or- mai definite. Un aspetto fondamentale, che può inci- dere anche nel rapporto con le banche, è quello della disponibilità di informazioni e dati Esg delle imprese. Sono informazioni necessarie per permettere alle ban- che di soddisfare le richieste che vengono dalle autorità di vigilanza o per meglio gestire e rendicontare l’orien- tamento del flusso di investimenti per contribuire alla transizione verde dell’economia. Pertanto, è necessa- rio rendere disponibili informazioni che permettano di identificare l’allineamento delle attività economiche del- le imprese non finanziarie al Regolamento Tassonomia. In questo senso sarebbe opportuna, con l’adeguata pro- porzionalità, l’inclusione delle Pmi nel circolo virtuoso della rendicontazione di sostenibilità, considerando che l’Italia è caratterizzata da una maggiore concentrazione di Pmi. Più in generale, la ripresa 2022 sembra minacciata dal- la guerra in Ucraina, con le sanzioni alla Russia, e dal caro energia, con l’aumento dell’inflazione e in pro- spettiva dei tassi. Dal suo osservatorio, come giudi- ca la situazione e che cosa sarebbe utile fare per mi- nimizzare i rischi? Lo scenario macroeconomico è in rapido deterioramen- to: non siamo ancora usciti dalla pandemia e ora si ag- giungono i rincari dell’energia, nonché le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e dei compo- nenti elettronici. Il tutto esacerbato dalla gravissima si- tuazione in Ucraina. È quindi essenziale mantenere le misure europee e ita- liane di sostegno alle imprese che possano permettere un equilibrato ed efficace passaggio dalle misure emer- genziali a misure volte a sostenere la ripresa, anche agen- do sugli strumenti utili ad agevolare la ristrutturazione dei debiti .

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