Civiltà del Lavoro, n. 6/2021

31 Civiltà del Lavoro dicembre 2021 PRIMO PIANO MARIA PIA GUERRERA Alfiere del Lavoro 2020 Corso Accademico in Canto l irico – Conservatorio di Vibo Valentia Qual è il suo personale ricordo della cerimonia al Quirinale? La definirei un’esperienza emo- zionante. Non capita tutti i giorni di essere premiati dal Capo del- lo Stato. Ricordo che mi ha det- to “bravissima” mentre mi con- segnava l’attestato. È stato bello, poi, vivere questo momento insie- me con gli altri Alfieri e ancora più bello trovare all’usci- ta dal Quirinale i miei genitori: vederli così orgogliosi ed entusiasti è stata una grande soddisfazione. Studia canto lirico al Conservatorio. Come è iniziata que- sta sua passione? Non glielo saprei dire con esattezza. Il canto ha sempre fatto parte di me e crescendo ho capito di volerlo fare per la vita. Per questo ho deciso di studiarlo professional- mente. Mi sono iscritta al liceo musicale a 13 anni, dove oltre alle materie tradizionali si studiano quelle di indi- rizzo e ci si ferma a scuola alcuni pomeriggi a settima- na per lezioni individuali, nel mio caso di canto, oppure per le prove in vista di qualche spettacolo. Ne ha un ricordo positivo? Assolutamente sì. Dal punto di vista musicale mi ha for- mato tanto. Ho incontrato insegnanti che mi hanno ac- compagnato nel vero senso della parola e di alcuni ho un ricordo molto positivo. Mentre ero a scuola mi sono iscritta nel frattempo al corso pre-accademico in canto lirico e dopo gli esami ho iniziato il triennio accademico. Come è andato lo scorso anno, in piena pandemia? Quando eravamo in zona rossa non abbiamo potuto fare lezioni in presenza e per materie pratiche come canto o recitazione abbiamo cominciato il programma in ritardo. Lavorare a distanza è demotivante, non c’è quel contat- to con i colleghi e i docenti che fa parte del percorso di studi. Nonostante ciò, i docenti hanno dato il massimo. Cosa le piacerebbe fare da grande? La mia ambizione è cantare e gli studi al Conservatorio mi daranno la possibilità di sostenere audizioni nei tea- tri e partecipare a concorsi. Certo, ci vuole impegno e un pizzico di fortuna, ma mi auguro di poterci arriva- re un giorno. Liricaegiovani oggi appaionomolti distanti. Cosanepensa? La lirica è sconosciuta a chi non la studia. Bisognerebbe trovare il modo di far scoprire la bellezza di questo mon- do. Molte opere si possono leggere in chiave moderna, tan- ti personaggi sono vicini a noi. SAMANTA ZABARELLA Alfiere del Lavoro 2020 Economia e Management – Università degli Studi di Parma La premiazione al Quirinale è sempre emozionante. Come l’ha vissuta? Ricordo benissimo il prima e il dopo, ma l’emozione era talmente grande che sul momento specifico della premia- zione ho un vuoto. Per fortuna c’è la registrazione! Per noi Alfieri del 2020 questa cerimonia ha avuto un valore particolare. L’anno scorso la delusione era stata tanta, io sarei dovuta partire 12 ore dopo avere ricevuto la noti- zia di essere stata scelta. Vorrei quindi ringraziare per il fatto che quest’anno la cerimonia si sia potuta svolgere. Ha scelto di studiare economia. Come nasce questa decisione? La passione per la materia, e in particolare per contabi- lità e bilancio, è nata durante le scuole superiori. All’Isti- tuto “A. Volta” di Castel San Giovanni che ho frequen- tato ho avuto la fortuna di avere un professore che me l’ha fatta amare, tanto è vero che mi piacerebbe in futu- ro diventare una docente universitaria e trasferire que- sta passione ai giovani, così come lui ha fatto con me. L’idea di insegnare mi attira, lavorare con gli studenti è dinamico e anche fare ricerca. Per esempio, vedo ades- so i miei professori impegnati su approfondimenti rela- tivi all’impatto del Covid sui bilanci. Ecco, mi attira mol- to di più rispetto al lavoro presso un’azienda. Il primo anno si è svolto a di- stanza? Sì, tutte le lezioni si sono svolte online, mentre invece quest’anno si tengono regolarmente in pre- senza. C’è una grande voglia di tornare a incontrarsi. Di persona è tutta un’altra cosa e gli stessi docenti lo preferiscono. Posso- no cogliere dal nostro sguardo se un concetto è chiaro o meno. Non è lo stesso che par- lare ad uno schermo. Quali progetti ha per il futuro? Da quando è scoppiata la pandemia preferisco pensare a breve termine. In passato ero pronta a programmare già adesso una vacanza per l’estate, mentre adesso ci penso su perché il futuro è incerto. Non so dirle se sia una cosa negativa o positiva. Forse meglio vivere la vita giorno per giorno in modo da non restare troppo delu- si se poi una cosa non si realizza. Con la pandemia è si- curamente cambiato il modo di relazionarsi fra le per- sone e penso che questo cambiamento rimarrà anche una volta conclusa l’emergenza.

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