Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2021

43 Civiltà del Lavoro ottobre • novembre 2021 FOCUS STEFANO BORGHI è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2017, è presidente e amministratore delegato della Site SpA, attiva a livello internazionale nel settore dei sistemi integrati e nella progettazione e realizzazione “chiavi in mano” di reti di telecomunicazioni di trasporto e di accesso, di reti radiomobili, nonché della produzione di apparati e sistemi elettronici ed elettromeccanici per il segnalamento ferroviario, la costruzione di linee elettriche, impianti fotovoltaici, impianti di networking e sistemi di building automation, videosorveglianza, monitoraggio strutturale e nella produzione di lampade led ratterizzato da una scarsa concentrazione dei luoghi ove si sviluppa l’iniziativa imprenditoriale; inoltre, con l’ap- plicazione strutturale di modalità di lavoro da remoto, il digital divide , presente al Nord e al Sud, nelle grandi cit- tà e nel loro hinterland, come nei piccoli centri di pro- vincia, costituisce un vero freno alla piena espressione delle opportunità di sviluppo innovativo. Molto è stato fatto, ma ancora tanta strada deve essere compiuta per consentire di assicurare un’adeguata co- pertura tecnologica del territorio nazionale. Ma il ruolo del pubblico in senso lato è forse ancor più strategico in qualità di cliente. Sarebbe davvero impor- tante che il pubblico si facesse promotore di una doman- da evoluta che possa indicare al mercato una concreta linea di sviluppo tecnologico, aprendosi anche al mon- do delle giovani imprese tecnologicamente innovative. La qualificazione tecnologica e innovativa della doman- da è un processo non facile e non banale, non fosse al- tro per la lentezza burocratica con la quale si attiva e si conclude il ciclo di acquisto in ambito pubblico, ma ri- chiede anche capacità di comprensione delle opportuni- tà offerte dal mercato dell’innovazione, oltre a una certa capacità di accettare il rischio del nuovo, che può e deve essere ponderato, ma sempre rischio rimane. Una specifica allocazione di fondi per l’innovazione, non tanto come contributi che sono per lo più appannaggio dei più abili a destreggiarsi nei meandri della burocra- zia, piuttosto che dei più capaci a innovare, ma invece come sostegno di una domanda qualificata di beni e ser- vizi tecnologicamente all’avanguardia che possa così in- dicare al mercato la direzione da prendere, costituireb- be una grande opportunità. D’altra parte, il grande sviluppo tecnologico e impren- ditoriale degli Stati Uniti e di Israele trova le sue radici, La gran parte delle attività cresce ed evolve grazie a un aggiornamento della tecnologia, che consente loro sia di restare competitive che di intraprendere nuovi business almeno in parte, proprio nelle iniziative pubbliche che sono state definite come espressione dello “Stato Inno- vatore” (definizione della professoressa Mariana Mazzu- cato, economista dell’innovazione). Infine, è insostituibile il ruolo pubblico nella formazio- ne tecnologica. L’innovazione si muove nella testa e con le gambe delle persone, soprattutto quelle giovani e a loro occorre assicurare il massimo supporto formativo tecnologico oltre che manageriale per garantire al Pae- se una costante spinta innovativa, che consenta all’Italia di raggiungere i risultati ai quali può e deve ambire. Impianti tecnologici, configurazione data center progetto Smart Road

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