Civiltà del Lavoro, n. 3/2021

Civiltà del Lavoro giugno • luglio 2021 ra che il nostro Pnrr è stato definitivamente approvato dall’Unione euro- pea e cominciano ad arrivare i primi miliardi, il tempo dei dibattiti è fini- to. Ora si tratta di “fare” per vincere quella che il Governatore di Banki- talia Visco ha definito “la formidabile sfida” di modificare in profondità il nostro sistema produttivo, sociale e dunque anche politico e ammini- strativo per liberarlo dai “lacci e lacciuoli” degli ultimi decenni e rimetterlo sulla strada di una crescita sostenuta e sostenibile. È una “formidabile sfida” che deve coinvolgerci tutti: “È essenziale – ha detto Visco – che ad essa partecipino con convinzione e fiducia imprese e famiglie: non è pensabile un fu- turo costruito sulla base di sussidi e incentivi pubblici. Ci vorrà tempo per comprendere quali saranno, dopo la pandemia e nella transizione digitale e ambientale, i nuovi ‘equili- bri’ di vita sociale e di sviluppo economico; siamo tutti chiamati a far sì che cresca e sia diffuso il benessere, siano adeguatamente protetti coloro che più saranno colpiti, chia- ri i costi da sopportare e progressivamente ridurre. È certo però che verrà meno lo sti- molo, in parte artificiale, che oggi proviene da politiche macroeconomiche straordina- rie ed eccezionali”. Ecco la vera sfida: tornare a crescere sulla base delle nostre energie “interne”, senza le zavorre che ci hanno appesantito negli ultimi decenni, abbandonando le rendite dei sussi- di pubblici, dei barocchismi burocratici, delle lungaggini amministrative, dei rinvii politici e degli ostruzionismi sindacali. Ne saremo capaci? Lo stimolo Ue non mancherà perché i soldi europei arriveranno solo a stato d’avanzamento di riforme e investimenti e abbia- mo un governo che non ha altro scopo che quello di realizzare il Pnrr nei tempi previsti: lo si è visto sulla riforma della giustizia e sulle nomine Rai, quando Draghi ha deciso di procedere anche se i partiti, in disaccordo tra loro, chiedevano di rinviare. La politica sarà sottoposta a un formidabile “stress test” perché dovrà far convivere, sot- to la spinta di Draghi, l’interesse generale con gli interessi “di bottega” dei partiti e ha di fronte appuntamenti importanti e divisivi: le amministrative di ottobre, l’elezione del nuovo Capo dello Stato a febbraio, le elezioni politiche nella primavera 2023. Sarà impor- tante che i politici percepiscano la volontà di cittadini e imprese di dare priorità all’attua- zione del Pnrr, anche quando essa dovesse comportare sacrifici per l’interesse immedia- to di questa o quella categoria, di questa o quella industria. In questo senso, l’impegno che ci attende è anche un impegno etico, non solo economi- co: far prevalere l’interesse generale anche sui nostri interessi particolari, far prevalere l’innovazione e la sostenibilità sulla conservazione, sostenere il riequilibrio a vantaggio dei “deboli” (i giovani, le donne, il Mezzogiorno) come chiede il Pnrr, anziché rafforza- re i “forti”. Questa “sfida etica” è forse la più importante, come ha sottolineato la Fede- razione dei Cavalieri del Lavoro presentando il convegno nazionale dal titolo “La grande transizione”, che si terrà a Bologna il 18 settembre prossimo: “Un momento di confron- to del contesto post Covid-19 in campo etico, economico, sociale, digitale, ecologico ed energetico”. Buona transizione a tutti. O COMINCIA la “formidabile sfida” 9 EDITORIALE

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