Civiltà del Lavoro, n. 3/2021

37 Civiltà del Lavoro giugno • luglio 2021 FOCUS Sud e che hanno raggiunto risultati straordinari in Ita- lia e all’estero. Negli anni ho promosso e curato molti studi sul Sud e in particolare sulla Sicilia. Tra questi, studi della Fondazio- ne Edison curati da Marco Fortis e da me (importante in particolare il volume “L’economia reale nel Mezzogior- no”, 2014) e una serie di Working Papers del Centro di Ricerca Cranec dell’Università Cattolica, che ha pubbli- cato una decina di analisi dal 2007 al 2020 (molti elabo- rati da Rosario La Rosa dell’Università di Catania e Danie- le Schilirò dell’Università di Messina) su infrastrutture e sviluppo, turismo, piccole e medie imprese, agricoltura. Per questo sono onorato che l’Università di Catania abbia deliberato di darmi una laurea honoris causa in economia. Visto che lei ha collaborato o promosso varie ricer- che sul Mezzogiorno ci dica che pensa delle previste grandi risorse per il Mezzogiorno nel Pnrr. Si tratta del 40% del totale Pnrr, ovvero 80 miliardi senza con- tare altre risorse finanziarie che saranno disponibili. Secondo lei queste grandi risorse saranno ben spese nel e per il Sud? Il problema è la combinazione di qualità e quantità, dove la prima valenza deve orientare la seconda. La “qualità” scelta nel Pnrr per l’intervento sul Mezzogiorno è prin- cipalmente raccolta dentro “Le pari opportunità terri- toriali. Ridurre il divario di cittadinanza”. È una qualificazione cruciale che viene ulteriormente rafforzata in quanto il Mezzogiorno è collocato nei tre “obiettivi trasversali” con altri due grandi obiettivi del Pnrr (e cioè giovani e donne). Quindi il Pnrr si caratterizza per sei missioni di filiera (6 MF) e per tre obiettivi, a mio avviso meglio definibili co- me missioni trasversali (3 MT), con il Mezzogiorno che compare in tutte le 6 MF e le 3 MT. Il programma prefigurato nel Pnrr è molto ben articola- to e quindi in grado di rispondere alle necessità che ri- guardano istituzioni, società ed economia. Ma anche in- vestimenti e innovazione. Alla prima lettura non sembra mancare nulla, anche se su un elaborato così complesso un giudizio immediato non basta. Bisogna quindi fare dei commenti sub condicione e quindi rivedibili nel tempo. Ciò che tuttavia si può affermare ex ante con certezza è che qualsiasi investimento finanziario per lo sviluppo è destinato a disperdersi se non è sorretto da una chiara capacità di “governance” che alle amministrazioni pub- bliche del Sud Italia sembra, salvo eccezioni, mancare. La unidirezionalità dal governo centrale ai governi locali, ai “territori” non basta! Ci vuole una mobilitazione me- ridionalista globale. La sua risposta enfatizza la “qualità” e ha come sot- tofondo la sua impostazione del “solidarismo libera- le” dove i “soggetti sussidiari” hanno un grande ruolo. Come declinerebbe operativamente questo principio nel caso del Mezzogiorno? Bisogna creare una “Consulta Costituente” che dia un ruolo anche ai soggetti associativi tra cui i Cavalieri del Lavoro, le associazioni di imprese e le associazioni terri- toriali in generale, e i sindacati, oltre a rilanciare il ruolo delle università come luoghi di competenze progettua- li, di crescita e sviluppo umano oltre che di formazione tecnico-specialistica. Questa Consulta Costituente potrebbe partire dal “Dia- logo Progettuale” elaborato da Svimez, Animi, Cnim, Ar- ge su “Un progetto di sistema per il Sud in Italia e per l’Italia in Europa”. Ci vuole coesione “tri-direzionale” che, a mio avviso, si può avere anche “reimportando” nel Mezzogiorno ta- lenti che se ne sono andati. Bisogna chiedersi sempre: perché sono andati via? Come si può fare per riportarli, almeno parzialmente, indietro? Come si possono attirare altre risorse umane e valorizza- re quelle già presenti ma sottovalutate e non impiegate? Adesso si potrebbe rispondere dando una nuova capa- cità di attrazione del Mezzogiorno, ponendolo al centro di una grande sfida su investimenti e innovazione. Que- sto è il Next Generation. Nessuno può proseguire sulle politiche tradizionali per- ché tutti dobbiamo innovare lungo nuove direzioni che nel Pnrr vengono declinate sia nelle sei missioni di filie- ra (digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per la mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusio- Per un nuovo meridionalismo efficiente occorre ascoltare la lezione di Pasquale Saraceno. Un ruolo chiave spetterà alla governance e per questo è necessario realizzare una “Consulta costituente” del Sud che includa anche soggetti associativi e Università

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