Civiltà del Lavoro, n. 3/2021

25 Civiltà del Lavoro giugno • luglio 2021 buto e il vento tende a crescere man mano che ci si al- lontana dall’imboccatura), sia per i costi che è difficile considerare più contenuti per un’opera che prevede dei piloni di almeno 100 metri sotto il livello mare, su faglie sottomarine ad alto rischio sismico. Nella parte conclu- siva il rapporto recita: ‘‘Non è però una scelta definiti- va perché ora si dovrà fare un progetto di fattibilità per confrontare questa opzione con quella dell’attuale pro- getto ad una campata, da adeguare preventivamente ai risultati di nuove indagini, alle nuove normative tecniche per le costruzioni e alle più recenti specifiche tecniche di interoperabilità inerenti al sotto sistema infrastruttu- re e sicurezza delle gallerie ferroviarie’’. Non è difficile comprendere che seguendo questo per- corso di completa rivisitazione di un lavoro che era sta- to approvato dalle migliori competenze del settore, a livello internazionale, e garantito e controllato dalla Par- sons, primaria azienda al mondo di engineering per la costruzione di ponti sospesi, si arriverà ad un notevole slittamento negli anni, e non di pochi. Per non parlare di una nuova gara d’appalto, che dovrebbe essere bandita a livello europeo. Solo per questo passerebbero tempi prossimi al lustro, se tutto va bene. Come si possa raccordare questa proiezione, di almeno un decennio, alle urgenze che si ravvisano per lo svilup- po dei territori, è tutto da capire. Il grande giornalista Francesco Merlo, che non è stato mai particolarmente ERCOLE PIETRO PELLICANÒ è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2004. Le sue esperienze imprenditoriali abbracciano il mondo industriale, bancario e finanziario. È stato vice presidente e Ad di Maia SpA, azienda dealer della Caterpillar e presidente della Banca Popolare di Roma. Attualmente è presidente dell’Associazione Nazionale per lo Studio dei Problemi del Credito-ANSPC, fondata da Giuseppe Pella nel 1964, ed Editore della Testata online TF News tenero verso il Ponte, ha chiuso un articolo per “La Re- pubblica”, dal titolo: ‘‘Se la sinistra scopre che il Ponte è di sinistra’’ (1 ottobre 2003) al quale rimando, via Inter- net, per una lettura integrale, che merita: ‘‘Ecco: il Pon- te per la sinistra è anche un Ponte contro la spocchia, contro la sicumera, contro il complesso di inferiorità co- perto di muscoli, il Ponte al posto dei baffi di ferro e dei girotondi, il Ponte per non smarrirsi nello spazio astrat- to dell’ ideologia, nell’Italia-manicomio che, pur di fare un’altra pernacchia a Berlusconi, vorrebbe volare da Scil- la a Cariddi con la liana e l’urlo di Tarzan’’. Questo è un contributo onesto e fuori da condizionamenti e pregiudizi ideologici, che mette alla berlina gli intemera- ti “benaltristi” e gli intellettuali da strapazzo, che vogliono tutto ma sono contrari a tutto, a prescindere. Foto capricciodistella © 123RF.com PRIMO PIANO

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