Civiltà del Lavoro, n. 3/2021

12 Civiltà del Lavoro giugno • luglio 2021 l ritardo infrastrutturale del Pae- se è cosa nota. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede co- spicue risorse da destinare al suo ammodernamento, senza dimen- ticare le molte di provenienza sia europea che nazionale. Naturalmente non si tratta solo di costruire, ma di gesti- re un processo che inizia molto prima dalla fase proget- tuale e autorizzativa. Fasi che, per tradizione, nel nostro Paese non sono mai state semplici. Di tutto questo e al- tro abbiamo parlato con il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Enrico Giovannini. Lei ha detto che i fondi del Pnrr sono solo una parte delle risorse a disposizione per le infrastrutture. Quan- to potremo spendere nei prossimi 8-10 anni? Confermo che i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono una parte delle risorse per infrastruttu- re, mobilità e logistica che abbiamo a disposizione per i prossimi dieci anni. Nel Pnrr i progetti che afferiscono al ministero delle infrastrutture e della mobilità soste- nibili ammontano a circa 62 miliardi, di cui oltre 40 pro- vengono dal programma Next Generation Eu e quasi 22 miliardi sono risorse nazionali. A queste cifre vanno aggiunte ulteriori risorse, nello spe- cifico una quota parte dei 65 miliardi del Fondo sviluppo e coesione per il periodo 2021-2027, una quota degli 85 miliardi dei fondi strutturali europei della programma- zione 2021-2026. Abbiamo poi 4,6 miliardi fino al 2030 nel fondo per la perequazione infrastrutturale, le risor- se per l’aggiornamento dei contratti di programma di Anas e Ferrovie, i fondi stanziati dal bilancio dello Stato. Si tratta di importi considerevoli, ma indicare una cifra complessiva al momento, come avrà compreso, non è possibile. Stiamo vivendo una occasione irripetibile per cambiare il Paese e non possiamo perderla. Abbiamo da- vanti a noi dieci anni per trasformare l’Italia, migliora- re la qualità della vita delle persone, aumentare la com- petitività delle imprese senza danneggiare l’ambiente. Basteranno le semplificazioni amministrativegià adot- tate per spendere bene e nei tempi previsti tutti que- sti soldi? Le riforme introdotte con il decreto legge sulla gover- nance del Pnrr e le semplificazioni sono un passo impor- tate per una gestione ordinata e snella di tutto il Piano. Le procedure più veloci per gli iter autorizzativi, mi ri- ferisco alla Valutazione di impatto ambientale (Via) e ai pareri delle soprintendenze, saranno determinanti per realizzare le opere infrastrutturali rispettando la tem- pistica europea. Io preferisco parlare non tanto di semplificazione, ma di reingegnerizzazione dei processi. Ad esempio, dopo un’attenta analisi dei processi, abbiamo messo “in paral- lelo” fasi che finora si sono svolte “in sequenza”. Inoltre, non va dimenticato che una parte delle opere finanziate dal Next Generation Eu, che devono essere completate DIECI ANNI per trasformare l’Italia Intervista a Enrico GIOVANNINI di Paolo MAZZANTI Enrico Giovannini I PRIMO PIANO

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