Civiltà del Lavoro, n. 2/2021

24 Civiltà del Lavoro marzo • aprile 2021 Intervista a Luciano FLORIDI di Cristian FUSCHETTO semplicemente impossibile pensare di spegnere internet senza pensare di dover spegnere tutto il resto”. Già evidente qual- che anno fa, questa semplice presa d’atto dovrebbe oggi essere accompagnata dalla consapevolezza di aver lasciato alle spalle non solo mentalità e prassi di una società analogica. C’è molto di più, ci siamo lasciati alle spalle nientedimeno che la storia. L’accelerazione delle attività in digitale seguita all’interruzione forzata delle attività in presenza ha infatti reso esplicito anche ai non ad- detti ai lavori un passaggio che Luciano Floridi teorizza già da tempo, la transizione dalla storia all’iperstoria. “Per mil- lenni il benessere delle società è dipeso più dalle tecnologie agricole o estratti- ve che dalla capa- cità di gestire in- formazioni. Ora il nostro benessere dipende in gran parte dalle Ict”, os- serva Floridi, do- cente di Etica e filosofia dell’infor- mazione a Oxford e, dal prossimo ot- tobre, in forza an- che all’Alma Mater di Bologna, dove si occuperà dei rap- porti tra etica, di- ritto, big data, in- telligenza artificiale e social media. Punto di riferimento mondiale sugli scenari etici, epistemo- logici e politici inaugurati dalle nuove tecnologie, Floridi è un ottimo esempio di quello che, secondo Gilles Deleuze, dovrebbe essere un filosofo. Secondo il maestro francese la filosofia serve a “inventare concetti” e Floridi ne ha inventa- to di iconici, diventati rapidamente strumenti indispensabili a studiosi e patrimonio del linguaggio comune, come “info- sfera”, “quarta rivoluzione”, “onlife” e, appunto, “iperstoria”. “Oggi in ciascun Paese del G7 più del 70% del Pil dipende da beni intangibili fondati sull’uso di servizi ad alta intensi- tà di informazione, questa è l’iperstoria”. Volendo tracciare una storia delle tecnologie dell’infor- mazione, l’informatica non amplifica ma inaugura un nuovo scenario. È così? A differenza di quanto è accaduto con la stampa, e prima ancora con l’invenzione della scrittura, le tecnologie dell’in- formazione basate sul digitale presentano in effetti elementi radicalmente nuovi, grazie ai quali non sono più configurabi- li solo come mo- tore dello svilup- po di una società ma sono diven- tate condizione necessaria di esi- stenza delle socie- tà che le hanno adottate. L’inven- zione dell’alfabeto ha reso possibile la conservazione e la trasmissione di informazioni e ha così segnato il passaggio dalla preistoria alla sto- ria. Con l’invenzio- ne della stampa, Gutenberg ha poi enormemente potenziato queste possibilità. Le tecnologie digitali però fanno qualco- sa di più, perché oltre a conservare e trasmettere informa- zioni permettono anche di processarle automaticamente e questo cambia notevolmente le cose. Pensiamo a cosa accadrebbe se andasse in tilt il sistema informatico di un aeroporto, di fatto non servirebbe più a niente. “È Benvenuti NELL’IPERSTORIA Luciano Floridi PRIMO PIANO

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