Civiltà del Lavoro, n. 2/2021

11 Civiltà del Lavoro marzo • aprile 2021 L Maurizio Sella : GUARDIAMO AL FUTURO con fiducia e celebrazioni della Festa del Lavo- ro si svolgono in un momento molto particolare. Ma nonostante le difficol- tà e il dolore causato dalla pandemia, il Paese è desideroso di ridisegnare il proprio futuro ed è fortemente impegnato a ottenere questo risultato. Anche questa cerimonia ne è un segno, che contribuisce a generare attese e di conseguenza fatti positivi. Ed è per questo che rivolgo a Lei, signor Presidente, un sentito rin- graziamento per averla voluta celebrare in presenza, dimo- strando ancora una volta, oltre alla solennità della ricorren- za del 1° maggio, anche la partecipazione e la vicinanza ai Cavalieri del Lavoro e ai Maestri del Lavoro, donne e uomi- ni che credono nel lavoro come momento essenziale per contribuire al progresso sociale, civile ed economico del Pa- ese. Nel lavoro, cioè, come strumento imprescindibile per la solidità e la crescita del sistema produttivo e il benesse- re dell’intera società, in cui viviamo e operiamo. La complessità del momento e la portata delle questio- ni da affrontare e risolvere è evidente. Ma non è di questo che voglio parlare.Personalmente – e come me tanti colle- ghe e colleghi, a nome dei quali sono certo di poter parla- re – sono ottimista per natura e credo che il nostro primo dovere sia di vedere nei momenti di crisi e di discontinui- tà le opportunità da cogliere per cambiare in meglio, per progredire e per contribuire a un nuovo sviluppo su basi più solide, sostenibili, inclusive e con pari opportunità. Ed è questo il momento storico in cui siamo, che ci fa guarda- re al futuro con fiducia. A questa fiducia contribuisce anche l’Europa, alla quale è e deve continuare ad essere legato il nostro futuro. Come Lei stesso Signor Presidente ha ricordato nel Suo discorso di fine anno: “L’Unione Europea è stata capace di compie- re un balzo in avanti. Ha prevalso l’Europa dei valori comu- ni e dei cittadini. Non era scontato”. Oggi, il piano europeo Next Generation EU e la sua decli- nazione italiana, rappresentano un’opportunità di sviluppo irripetibile e possono permetterci di incidere sulle fragilità strutturali che in passato hanno impedito all’Italia di cre- scere come avrebbe potuto. Per questo siamo molto soddisfatti che il Piano nazionale di ripresa e resilienza, messo a punto dal Governo, sia sta- to approvato in Parlamento e che una parte importante di risorse sia dedicata alla crescita del Mezzogiorno. Le risorse ora ci sono. Nel complesso il Paese potrà dispor- re nei prossimi 6 anni di circa 248 miliardi. Una cifra mol- to rilevante che l’Italia è chiamata a utilizzare assumendosi una precisa responsabilità di fronte alle nuove generazio- ni, al pari di quanto devono fare gli altri paesi europei con i fondi loro destinati. È l’occasione per innescare un nuovo “miracolo economico”, sorretto dalle leve dell’innovazione, della trasformazione digitale, della sostenibilità, dell’inclusi- vità e della parità di genere. Più volte nel corso dell’ultimo anno abbiamo sottolineato la necessità di provvedere alle riforme, che da tempo an- che l’Europa giudica necessarie. Il Governo si è impegnato in un progetto ambizioso di ri- forme che riguardano la Pubblica amministrazione, la giu- PRIMO MAGGIO

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