Civiltà del Lavoro, n. 1/2021

9 Civiltà del Lavoro gennaio • febbraio 2021 n un mese lo scenario politico si è capovolto: dalla maggioranza e dal governo più fragili e immobili d’Europa, almeno negli ultimi mesi, siamo passati alla maggioran- za e al governo più dinamico e con la più ampia base parlamentare, anche se non mancheranno le polemiche tra i partiti, come si è visto sulla chiusura degli impian- ti sciistici e la mancata riapertura dei ristoranti la sera. Questo apparente miracolo si deve al Capo dello Stato Sergio Mattarella, al neo presidente del Consiglio Mario Draghi e alle rego- le della nostra democrazia parlamentare, che nelle situazioni più difficili dimostra di possedere grandi doti di incisività, flessibilità e tempestività. La crisi politica, esplosa il 13 gennaio con le dimissioni delle due ministre e del sottosegretario di Italia Viva, si è chiusa il 13 febbraio col giuramento del governo Draghi, voluto dal presidente Mattarella co- me estremo tentativo di evitare le elezioni anticipate, rischiose sia dal punto di vista sanitario a causa della pandemia, sia dal punto di vista economico, visto che entro aprile bisogna presentare in Europa i progetti del Recovery Plan. Il drammatico appello del Capo dello Stato è stato raccolto dalle forze politiche che, pur attraverso travagli e lacerazioni interne, hanno concesso una delle fiducie più ampie della storia parlamentare al governo Draghi, presieduto dalla personalità migliore che il nostro Paese potesse mettere in campo per affrontare l’emergenza sanitaria, sociale ed economica. La composizione del governo, con 15 ministri politici e 8 tecnici, assicura il collegamento con i gruppi parlamentari e la soluzione dei problemi che avevano portato alla crisi del governo Conte, a partire dalla gestione del Recovery Plan, affidata ai tre tecnici che già avevano fatto parte della task force vo- luta e poi dimenticata da Conte: Vittorio Colao, ministro all’Innovazione e Transizione digitale; Rober- to Cingolani, ministro all’Ambiente e Transizione ecologica ed Enrico Giovannini, ministro delle Infra- strutture e Mobilità Sostenibili. Il fatto che Colao sia un Cavaliere del Lavoro e che Giovannini, insieme al neo ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, siano amici e collaboratori della Federazione è motivo di orgoglio e di sprone ad intensificare, con proposte e iniziative, la cooperazione col governo per il bene dell’Italia. In questo numero di Civiltà del Lavoro affrontiamo il tema decisivo della semplificazio- ne amministrativa, condizione preliminare per il successo del Recovery Plan, affidata al ministro Re- nato Brunetta, che torna dopo 10 anni in quel ministero. “La fragilità del sistema delle pubbliche am- ministrazioni e dei servizi di interesse collettivo – ha detto Draghi nel discorso programmatico del 17 febbraio al Senato – è una realtà che deve essere rapidamente affrontata. La riforma dovrà muoversi su due direttrici: investimenti in connettività anche con la realizzazione di piattaforme efficienti e di facile utilizzo da parte dei cittadini; aggiornamento continuo delle competenze dei dipendenti pubbli- ci, anche selezionando nelle assunzioni le migliori competenze e attitudini in modo rapido, efficiente e sicuro, senza costringere a lunghissime attese decine di migliaia di candidati”. I Cavalieri del Lavoro sono dunque al fianco del governo nell’accelerazione della campagna vaccinale, nell’impegno di rilancio dell’economia e, poiché nessun rilancio è possibile senza investire nel capita- le umano, nel sostegno alla formazione. A tal proposito, abbiamo di recente inaugurato il nuovo an- no accademico del Collegio Universitario “Lamaro Pozzani”. Anche se a distanza e in modalità digita- le, sentire l’entusiasmo degli studenti del Collegio, ascoltare le loro domande e incrociare il desiderio di conoscenza che anima il loro profitto, rappresenta senz’altro per tutti noi una grande soddisfazio- ne e un importante sprone a continuare su questa strada. I Il capovolgimento DELLA POLITICA EDITORIALE

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