Civiltà del Lavoro, n. 1/2021

63 Civiltà del Lavoro gennaio • febbraio 2021 VITA ASSOCIATIVA Le aziende che hanno successo sono quelle che non solo riescono a trovare dipendenti in gamba, ma sono capaci anche di farli crescere professionalmente Un argomento vasto che Sella ha affrontato offrendo al pubblico il racconto della sua esperienza personale unito a breve riepilogo delle tappe più importanti vissute dalla fa- miglia Sella nel corso dei secoli. In origine, nel Cinquecento, imprenditori attivi nel settore tessile, poi banchieri a par- tire dalla seconda metà dell’Ottocento. In totale circa 12/13 generazioni che hanno creato valore per il territorio impe- gnandosi anche a livello sociale con l’istituzione di scuole e servizi alle comunità. Concordia, libertà, lungimiranza, queste le parole più ricor- renti nell’intervento di Sella. “Morality is longevity”, aggiun- ge citando un vecchio motto ripreso dalla nonna di origine anglo-scozzese, a voler sottolineare che la conduzione del business nel pieno rispetto delle regole è il primo ingredien- te per assicurare alla stessa prosperità e durata. Certo, que- sto da solo non basta e infatti il Cavaliere del Lavoro ricor- da il ruolo giocato dall’innovazione. “Bisogna essere curiosi – afferma –. L’imprenditore è una persona che non smette mai di imparare. Per questo mi piace parlare di ‘formazio- ne permanente’”. Allo stesso tempo occorre una grande capacità di ascolto, sia verso i propri clienti, che “sono ciò che ci dà il pane e vanno tenuti in palmo di mano”, sia ver- so i propri collaboratori. Le aziende che hanno successo, infatti, sono quelle che non solo riescono a trovare dipendenti in gamba, ma sono ca- paci anche di farli crescere professionalmente. “Aiutare gli altri ad avere successo”, chiosa Sella, secondo il quale non esistono destini predefiniti, ma ciascuno deve essere lascia- to libero di scegliere il proprio futuro. Per questo l’imprenditore sottolinea come sia un errore assegnare responsabilità a persone che non sono capaci, benché di famiglia, o imporre ruoli che non sono deside- rati: “L’anziano può orientare, consigliare, ma deve essere il giovane a decidere il proprio futuro”. La prolusione di Sella si conclude con un richiamo all’at- tualità e all’importanza di proseguire la campagna vaccina- le quale premessa per rimettere in piedi il Paese dal pun- to di vista economico. Aziende sane, che producono utili e creano occupazione, sono quelle che portano valore ag- giunto e migliorano la reputazione del Paese, a volte non così ben visto all’estero per i problemi irrisolti che da trop- po tempo si porta dietro. L’inaugurazione dell’anno accademico prosegue con l’in- tervento di Linda Orsola Gilli, presidente della Commissio- ne per le Attività di Formazione. Grande e condiviso con il pubblico è l’orgoglio per il Collegio, che nonostante la pan- demia ha portato avanti le diverse attività, dai corsi di lin- gue a quelli di cultura per l’impresa, e accogliendo i dotto- randi stranieri che ormai da tre anni seguono un percorso all’interno dell’istituto dei Cavalieri. Il Collegio, che dal 2019 è stato inserito con decreto del ministero dell’Istruzione nel gruppo dei Collegi Universitari di Merito, quest’anno festeg- gerà i suoi primi 50 anni. Un traguardo che la presidente Gilli sottolinea e in vista del quale è in preparazione un’indagine sulle scelte professio- nali degli allievi, dalle origini ad oggi. La giornata si conclude con il saluto di Giorgio Ricci Mac- carini, presidente dell’Associazione Alumni del Collegio. Un benvenuto alle matricole – “avete già dimostrato caparbie- tà, impegno e voglia di riuscire” – e un incoraggiamento ai neolaureati per il futuro, oltre che i complimenti per il tra- guardo raggiunto. Fra di loro, in collegamento, c’è chi parla da Boston, chi dal Lussemburgo, chi racconta di essere già in campo con la pri- ma esperienza lavorativa. Per i Cavalieri del Lavoro non c’è forse migliore soddisfazione della consapevolezza di avere aiutato questi giovani talenti a spiccare il volo.

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