Civiltà del Lavoro, n. 1/2021

14 Civiltà del Lavoro gennaio • febbraio 2021 LO SMARTWORKING NELLA PA AL TEMPO DEL COVID La pandemia ha posto alla Pubblica amministrazione una sfida e una storica opportunità di cambiamento, perché ha costretto le istituzioni a fornire risposte immediate con gli strumenti dell’amministrazione dell’emergenza, ma anche un’opportunità di cambiamento, perché l’emergenza ha fatto nascere una domanda di semplificazione senza pre- cedenti, che si è tradotta in diffuso ricorso allo smart wor- king per i pubblici dipendenti e ha avviato anche interventi di semplificazione con l’utilizzo dell’informatica. Una ricerca della Banca d’Italia conferma che la pandemia ha portato a un utilizzo massiccio del lavoro a distanza nel- le amministrazioni pubbliche italiane. La percentuale di lavoratori pubblici che dichiaravano di aver svolto il proprio lavoro da casa almeno una volta nel- la settimana di riferimento è passata dal 2,4% del 2019 al 33% del secondo trimestre 2020. Tra gli enti locali, circa il 95% ha adottato misure di smart working, con differenze significative nel grado di estensione legate in primo luogo alla tipologia di ente e quindi alle funzioni da svolgere e al loro grado di tele-lavorabilità. L’uso dello smart working nella Pubblica amministrazio- ne, però, sottolinea Bankitalia, “è stato limitato da diver- si fattori: un limite ‘naturale’ alla tele-lavorabilità di alcune funzioni del settore pubblico e un limite legato a ridotte competenze digitali del personale, mentre gli investimenti in dotazioni informatiche sostenuti dagli enti non hanno inciso in maniera significativa”. A conferma “della rilevanza, seppure non primaria, della mancanza di dotazioni informatiche, si rileva come la mag- gior parte, circa due terzi, degli enti dichiari di aver dovuto sostenere degli investimenti specifici per poter adottare le misure di smart working. Tali investimenti hanno riguardato in prima istanza il potenziamento delle dotazioni individua- li, ma anche quello dell’infrastruttura tecnica dell’ente non- ché sviluppi mirati a consentire la prestazione a distanza”. A usufruire maggiormente del lavoro da remoto sono sta- te le donne e i lavoratori più istruiti. E, secondo Bankitalia, la “forte domanda di smart working da parte delle donne evidenzia il potenziale di questo stru- mento come mezzo di conciliazione tra lavoro e cure fa- miliari e quindi di facilitazione della partecipazione delle donne al mercato del lavoro”. SEMPLIFICAZIONE E INFRASTRUTTURE La semplifica- zione amministrativa è fondamentale per rimettere in mo- to il settore delle infrastrutture che vanno rilanciate per incrementare la competitività del Paese e, come la trage- dia del ponte Morandi di Genova ha dimostrato, richiedo- no anche un forte impegno di manutenzione straordinaria. Anche il successo del Recovery Plan, i cui stanziamenti so- no per il 70% destinati a infrastrutture pubbliche materiali e immateriali, dipende dalla nostra capacità di accelerare la spesa per opere pubbliche, evitando gli sprechi e i ritardi del passato. Secondo il primo rapporto sull’Efficienza in- frastrutturale di Sensowork, una startup italiana specializ- zata nel monitoraggio infrastrutturale, ci sarebbero oggi nel nostro Paese 1.040 opere incompiute o bloccate: 640 opere incompiute (per un valore di quattro miliardi) e 400 opere bloccate per contenziosi o intoppi burocratico-auto- rizzativi (per 27 miliardi). A ciò si deve aggiungere che, se- condo il Cnr, ci sarebbero ben 12mila opere pubbliche che avrebbero bisogno di urgenti interventi di manutenzione. Per quel che riguarda i tempi di realizzazione delle opere, la media nazionale è di 4,4 anni, con punte positive di 4,1 anni in Lombardia ed Emilia Romagna e punte negative in Liguria (5,2 anni), Sicilia (5,3), Molise e Basilicata (5,7). E, infine, il nostro Paese è in coda alla classifica europea de- gli investimenti pubblici con una spesa pari all’1,9% del Pil contro la media europea del 2,8%. Secondo l’ex governo Conte nell’ultimo anno le cose sarebbero migliorate. L’ex ministra alle Infrastrutture e ai trasporti, Paola De Miche- li, aveva annunciato che nel 2020 sono stati avviati cantie- ri per 40,3 miliardi, il doppio rispetto alla media degli ulti- mi 10, attorno ai 20 miliardi l’anno. Questa accelerazione sarebbe un primo effetto del decreto Semplificazioni ap- provato dal Parlamento all’inizio di luglio, che prevede tra l’altro alcune semplificazioni della legge sugli appalti e il commissariamento di una sessantina di opere di rilevanza strategica. Le nomine dei commissari hanno tardato alcuni mesi, ma De Micheli aveva dato via libera alle semplificazio- ni per le grandi stazioni appaltanti come Ferrovie e Anas. Anche gli enti locali hanno dato prova di maggiore dinami- smo e il 2020 si è chiuso con un bilancio tutto sommato positivo. Ora l’arrivo del nuovo ministro Enrico Giovanni- ni e dei commissari dovrebbe imprimere ulteriore impul- so alle opere infrastrutturali. PRIMO PIANO

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