Civiltà del Lavoro, n. 6/2020

Civiltà del Lavoro dicembre 2020 69 una fitta rete di distributori e importatori - ed un fatturato prossimo ai 700 milioni di euro. Basti pensare che il nostro stabilimento di Conselice (RA) è diventato nel corso degli anni una vera e propria cittadella composta da 14 unità pro- duttive che occupano una superficie di 103.000 mq su un totale di oltre 300 mila mq, recentemente arricchita dalla realizzazione di Area Unica, scuola di alta formazione dedi- cata agli artigiani del mondo food. Nell’arco di pochi chilo- metri dalla sede, ovvero presso l’azienda agricola Dante di Fiscaglia (FE), di proprietà del Gruppo, è stata inoltre svi- luppata la coltivazione di soia e riso che, in una filiera emi- liano-romagnola a tutti gli effetti, alimenta la produzione dei prodotti vegetali. Non vanno dimenticate le altre realtà del Gruppo, ovvero l’azienda agricola Emiliana West Rom, ubicata in Romania e con un’estensione di 12.000 ettari, e Valle Ca’ Zuliani, una delle più importanti realtà del Mediterraneo attive nel set- tore dell’acquacoltura, che vanta gli unici due stabilimen- ti privati nel Nord Adriatico. A questo si aggiungono due aziende recentemente acquisite: Olfood, storica realtà bre- sciana specializzata nella trasformazione e commercializza- zione di oli e grassi vegetali, e D+F, attiva nel settore della pasticceria e panificazione surgelati. Importante anche la realizzazione, da parte della control- lata Italterminali, di un deposito costiero presso il porto di Ravenna, della capacità di circa 50 mila tonnellate, dedicato allo stoccaggio degli oli vegetali grezzi provenienti via na- ve dai mercati di approvvigionamento internazionale e i re- centi stabilimenti produttivi realizzati in Malesia e in Brasile. Il settore alimentare ha subito meno di altri la crisi, anzi in un certo senso ha registrato anche un aumento della domanda. E’ stato così anche nel suo caso? Il 2020 è un anno che tutti vorremo dimenticare. Ci sono settori dell’economia in seria difficoltà ed altri, come l’ali- mentare, che stanno soffrendo meno e difendono le loro posizioni. Unigrà ha continuato la propria attività anche du- rante il lockdown imposto dall’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 e, riconoscendo il sacrificio richiesto al proprio personale, ha erogato un premio a tutti coloro che in quel periodo difficile, con spirito di squadra, hanno contribuito a garantire il mantenimento della continuità produttiva. È ancora presto per fare previsioni attendibili su come chiu- derà l’anno in corso stante l’ancora attuale clima di incer- tezza in cui ci troviamo, ma con tutta la prudenza necessaria in questi casi, posso affermare che possiamo considerarci tra quelle aziende che fortunatamente hanno subito meno di altre gli effetti della crisi. Quali sono le virtù che deve assolutamente avere chi vuole fare impresa? Ritengo che tra le principali virtù di un imprenditore ci sia la capacità di innovare, avere sempre nuove idee per stare al passo con i tempi e seguire il mercato. Poi aggiungerei la tenacia, la curiosità e la capacità di avere la visione del fu- turo per proiettare lo sviluppo dell’impresa ed il benessere delle persone che vi lavorano. Cosa ha significato per lei la nomina a Cavaliere del La- voro? La nomina a Cavaliere del Lavoro è per me un riconoscimen- to di cui vado molto orgoglioso, per quanto sono riuscito a realizzare in tutti questi anni, fin da quando ne avevo solo 18, con grande determinazione e spirito di sacrificio. Un ri- conoscimento che sicuramente suggella oltre cinquant’anni di storia fatta di sacrifici, impegno ma anche grandi soddi- sfazioni, anche grazie al prezioso apporto dei miei figli. Ed è a loro, ai miei collaboratori più stretti e a tutti i dipenden- ti che, soprattutto in quest’ultimo, difficile periodo, hanno dimostrato una grande dedizione e senso di responsabilità lavorando ogni giorno per garantire continuità produttiva e gestionale, che lo voglio dedicare.

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