Civiltà del Lavoro, n. 6/2020

25 Civiltà del Lavoro dicembre 2020 Con riferimento all’Italia, va ricordato che queste cose non si improvvisano, vanno preparate: magari il bando delle au- to a combustione interna danneggia meno il Regno Unito – che ormai ha un settore automobilistico nazionale ridot- to al lumicino – rispetto a quanto avverrebbe in altri pae- si, come l’Italia. Ma il punto è che ormai la trasformazione radicale del set- tore automotive è già in atto e chi arriverà tardi pagherà il conto. Basta guardare come i produttori tedeschi di auto- mobili hanno deciso ormai quasi due anni fa, e annuncia- to pubblicamente, la svolta elettrica, con investimenti in- genti sulle tecnologie necessarie, compresa la produzione di batterie al potassio, di cui l’Europa è ricca, invece che al litio, proveniente da aree del mondo dove l’influenza cine- se è molto forte. L’Italia è chiaramente in ritardo, soprattutto sul piano del- la programmazione della transizione: si pensi al fatto che il Piano integrato energia-clima non è allineato agli obiettivi europei al 2030 e che quello approvato all’inizio del 2020 non ha chiarito la scelta per la mobilità del futuro tra elet- trico e gas metano: poi ci ha pensato il mercato negli ulti- mi sei mesi a chiarire che il futuro è elettrico, ma a questo punto l’Italia deve correre molto se non vuole restare indie- tro a fronte dell’accelerazione del cambiamento. E questo vuol dire progettare e realizzare investimenti in colonnine di ricarica, in ricerca di tecnologie avanzate e di materiali innovativi, in formazione delle professionalità ne- cessarie, ecc. Ma di tutto questo il nostro Paese non sta di- scutendo seriamente. L’Abi ha indicato che le emissioni di bond green hanno superato i due miliardi nel nostro Paese, ma la Bce se- gnala un ritardo nella finanza sostenibile. Che cosa si do- vrebbe fare di più? L’anno scorso il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Vi- sco, aprendo il Festival dello sviluppo sostenibile organizza- to dall’ASviS, aveva segnalato le preferenze dei risparmiatori verso la sostenibilità, nonché le occasioni in questo cam- L’Italia è in ritardo, soprattutto sul piano della programmazione della transizione: si pensi al fatto che il Piano integrato energia-clima non è allineato agli obiettivi europei al 2030 e che quello approvato all’inizio del 2020 non ha chiarito la scelta per la mobilità del futuro tra elettrico e gas metano PRIMO PIANO

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