Civiltà del Lavoro, n. 3/2020

87 Civiltà del Lavoro giugno • luglio 2020 FONDAZIONI Paola Santarelli intagli e agli oggetti in materiale prezioso realizzati nell’an- tichità classica e senz’altro i sovrani siciliani si servirono di cammei e intagli in ambito pubblico e privato per affermare il loro potere. In questo solco furono create copie dall’an- tico, rielaborazioni di spunti classici, nuovi soggetti e com- plesse allegorie bibliche. Nella teca successiva ai preziosi di era federiciana c’è un magnifico Ercole. “Questo – racconta Santarelli – era del- la collezione di Yves Saint Lauren. Alla sua morte il compa- gno Pierre Bergé, che aveva una casa d’aste, decise di met- terlo in vendita insieme a tutta la sua collezione di glittica. Una cosa che ancora non riesco a spiegarmi”. VIA PRIVILEGIATA PER RISCOPRIRE L’ANTICO Nel corso del Quattrocento la lavorazione di cammei e in- tagli crebbe anche perché cominciarono a moltiplicarsi le richieste di famiglie facoltose desiderose di poter vantare, accanto a collezioni di numismatica anche collezioni di glitti- ca: raccolte come quelle dei Medici, degli Orsini o dei Farne- se sono il documento più importante di quella fase storica. Il fiorire dell’arte incisoria in questo periodo deve molto anche alla sua potenzialità di far riscoprire l’antico: l’arte classica, quando non era ancora nell’epoca della sua piena riproducibilità tecnica, poteva infatti essere apprezzata so- prattutto attraverso le riproduzioni in miniatura della glit- tica, acquisibili e utilizzabili come modelli ben prima e più facilmente di quanto non avvenisse per la scultura. La glittica divenne pratica e arte particolarmente apprez- zata nel Settecento, quando l’interesse per gli studi di an- tichistica e la ripresa degli scavi archeologici favorirono la diffusione delle incisioni in pietra dura, e poi ancora nell’Ot- tocento con incisori celebri come Giovanni Pichler e Gio- vanni Antonio Santarelli. “Santarelli era molto amato da Na- poleone per i suoi speciali cammei”. DIALOGO CON IL CONTEMPORANEO A partire dall’Ottocento, sottolinea il Cavaliere del Lavo- ro “l’arte diventa tante cose, le scuole si avvicendano con grande velocità” e anche per questo il periodo di studio e ricerca della Fondazione, che oltre alla glittica abbraccia la statuaria romana, i marmi colorati della Roma imperiale e la pittura su pietra, arriva fino ai primi del XIX secolo. E non mancano le contaminazioni con il contemporaneo: nata dal- la nonna Santa d’Orazio, coltivata dalla mamma Ernesta, la passione per l’arte ha catturato ora anche la figlia Bonifa- ti Santarelli, storica e curatrice d’arte e da poco segretario generale della Fondazione, che dal 2008 cura insieme a Jo Melvin il progetto Villa Lontana, luogo di conversazione tra la collezione Santarelli e pratiche artistiche contemporanee. Il programma curatoriale di Villa Lontana presenta mostre con dialoghi focalizzati tra la collezione d’arte, che viene vi- sta come fosse un archivio, e pratiche d’arte contempora- nea. Il programma include pubblicazioni, edizioni di artisti e progetti sonori. Nel dialogo della vasta raccolta con il con- temporaneo sono stati pubblicati i cataloghi delle mostre curate da Jo Melvin e Vittoria Bonifati: Sculpture-Sculptu- reless e Archaeology (2018) e Machismo (2019). MOSTRE INTERNAZIONALI E IMPEGNO SOCIALE Le opere delle collezioni Santarelli hanno fatto il giro del mondo. “Roma Aeterna”, per esempio, raccoglie opere scultoree dal I secolo a.C. al XVIII d.C., rappresentative del- le evoluzioni artistiche e stilistiche a Roma dall’antichità al Barocco, ha avuto inizio a Roma da Palazzo Sciarra in colla- borazione con la Fondazione Roma nel 2012 “Sculture della Fondazione Santarelli e Federico Zeri” per continuare il suo tour a Basilea nel 2014 nell’Antikenmuseum, a Mendrisio nel 2015 con gli allestimenti a cura di Mario Botta, poi nel Mu- seo Nazionale Sloveno a Lubiana, a Tblisi, nel National Mu- seum di Londra, a Novi Sad in Serbia e, emergenze pande- miche permettendo, dovrebbe fare tappa nel 2021 in Sud America. Nello spirito dei genitori, appassionati collezioni- sti quanto attenti al sociale, la Fondazione promuove bor- se di studio per studenti meritevoli e dedica una speciale attenzione alle opere umanitarie e al sostegno all’infanzia. Significativo anche l’impegno per Amatrice, con la realiz- zazione di studi, volumi (il ricavato di “Amatrice, Storia Ar- te e Cultura” sono stati devoluti alla popolazione locale) e, da ultimo, di un plastico che riproduce fedelmente il bor- go di Amatrice ai primi decenni del secolo scorso: si tratta del primo quadro conoscitivo per l’avviamento della fase di progettazione urbanistica della città colpita dal terre- moto nel 2016.

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