Civiltà del Lavoro, n. 2/2020

19 Civiltà del Lavoro aprile • maggio 2020 La pandemia ci o¢re l’occasione per ripensare le modalità di lavoro e rivedere alcune fragilità del nostro sistema produttivo. Scelte che potranno avere un impatto favorevole sull’ambiente e sulle nostre abitudini di vita e di consumo. È fondamentale apprendere la lezione di questa esperienza Non possiamo però non domandarci, dopo la fase di ripre- sa, quali effetti comporterà questa drammatica esperien- za nel cosiddetto “New Normal”. L’attacco del Covid-19 ha rappresentato un acceleratore di processi che erano già in embrione prima dell’emergenza e che, in seguito ad essa, si sono sviluppati più veloce- mente di quanto potessimo pensare. Si guardi, ad esem- pio, all’esteso impiego del la- voro agile. Esso ha coinvol- to in tutto il mondo milioni di persone e si è dimostra- to molto più efficace rispet- to alle aspettative di molti. Sicuramente, anche quan- do torneremo in condizioni di normalità, questa pratica non sarà abbandonata, con conseguenze che possono essere positive, se si guarda al miglioramento della quali- tà della vita di chi ne usufrui- sce e all’impatto sull’ambiente, negative se pensiamo alla minore necessità di mezzi di trasporto. Ma anche a una re- visione profonda delle scelte residenziali.È importante ag- giungere che lo smart working è anche la risposta più giu- sta, concettualmente, all’impatto negativo sull’occupazione che la quarta rivoluzione industriale certamente comporte- rà. Pensiamo al caso recente di Unicredit che, pur in un mo- mento di buoni risultati, ha annunciato migliaia di esuberi. Lo smart working si basa sul cambiamento profondo del concetto di prestazione lavorativa: da impegno orario a produzione di “task”: la maggiore efficienza ottenuta con gli investimenti in digitalizzazione sarà in questo modo divi- sa tra azienda e lavoratore e consentirà un ribilanciamento del mercato del lavoro, come già sperimentato nelle tre pre- cedenti rivoluzioni industriali. Nella fase di “New Normal” il lavoro agile, unito all’utilizzo sempre più esteso delle tecno- logie digitali, come ad esempio la video conferenza, porte- ranno, oltre che a una riduzione nello spostamento urbano, anche a una sensibile diminuzione dei viaggi a media-lun- ga distanza: oltre al positivo contributo al contenimento del riscaldamento globale, un migliore impiego del tempo. Se ciò si verificherà in modo sensibile, come anticipato da molte compagnie aeree, ritorneremo a molti anni fa in termini di facilità ed economicità dei viaggi. Saranno inol- tre cruciali le riflessioni legate agli investimenti sulla sanità. Oggi siamo tutti coscienti che non potremo farci trovare di nuovo impreparati a fronteggiare una prossima pandemia, inevitabile in un mondo globalizzato. Oltre alla sanità si rive- lerà fondamentale investire nell’informazione e formazione continua degli adulti. Tutti subiamo il bombardamento me- diatico di queste settimane e, spesso, il risultato è il diso- rientamento e la diffusione, addirittura, di informazioni false e fuorvianti, come è successo con una recente infelice di- chiarazione di Trump, il qua- le ha invitato a fare un uso improprio dei disinfettanti. Per questo, la necessità di una informazione corretta e chiara si fa essenziale. La Bbc è un e sempio di ottimo livello di comunicazione, da cui le nostre reti televisive nazionali potrebbero trarre alcuni spunti. La chiusura degli impianti industriali di molti paesi ha messo in evidenza la fragilità dell’attuale sistema produtti- vo paralizzato dalla mancan- za della consegna di compo- nenti e, in qualche modo, anche la filosofia del “just in time”. Rinunceremo a una maggiore efficienza a favore di una più elevata affidabilità della catena produttiva? In questo caso probabilmente si rafforzerebbe il concetto di sistema paese di cui, per la verità, noi italiani non siamo il migliore esem- pio. Questi sono solo alcuni punti su cui riflettere per an- ticipare i cambiamenti che caratterizzeranno la fase post vaccino. Per tornare alla domanda iniziale, parliamo di rilan- cio o di nuovo inizio? Se i cambiamenti indicati e i nume- rosi altri che qui non ho menzionato dovessero verificarsi nella fase “a regime” o “New Normal” ci troveremo in una società profondamente nuova e potremo davvero parlare di nuovo inizio. Ma se, al contrario, non avremo imparato abbastanza da questa esperienza, ci dovremo accontenta- re di un rilancio che porterà in sé tutte quelle debolezze con cui abbiamo dovuto, nostro malgrado, fare i conti. Profilo UGO SALERNO è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2013. È presidente ed amministratore delegato di RINA, gruppo multinazionale con oltre 150 anni di storia che fornisce servizi di verifica, certificazione e consulenza ingegneristica. Sotto la sua guida il gruppo ha triplicato il fatturato, raggiunge 57 paesi al mondo e conta oltre 3.700 dipendenti PRIMO PIANO

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