Civiltà del Lavoro, n. 6/2019

70 Civiltà del Lavoro dicembre 2019 Un network tra banche e aziende IL “VILLAGE” DEL CREDITO GIAMPIERO MAIOLI Parma – Credito/Banche e incertezze politiche rischiano di cre- are nuovi stress nel settore creditizio? L’economia italiana evidenzia una mag- giore stabilità, nonostante alcuni fattori di incertezza (tensioni commerciali in- ternazionali, Brexit, ecc.) e un livello di crescita del Pil pros- simo allo zero. La strategia annunciata dal nuovo Governo di una politica maggiormente coordinata con i partner europei sta ridan- do fiducia alle prospettive del Paese. Questo si è tradotto anche in una normalizzazione dello spread Btp-Bund, tor- nato sui livelli pre-crisi (130-150 bps) dopo la forte salita a inizio anno. In questo scenario il sistema bancario evidenzia una sostan- ziale tenuta della redditività, nonostante i tassi particolar- mente bassi se non negativi. Questo grazie al continuo mi- glioramento della qualità degli attivi a seguito del processo di cessioni di crediti non performing, agli impieghi in lieve crescita e alle buone performance dei margini da servizi. Alimentare, moda, idrocarburi, auto, sono solo alcu- ni dei settori che vedono italiani e francesi in perenne competizione. Dal suo osservatorio come giudica i rap- porti tra i due paesi? Italia e Francia sono due paesi che hanno moltissimo in comu- ne e le loro economie sono molto interdipendenti. La Fran- cia mantiene la sua posizione di secondo maggiore partner commerciale dell’Italia (secondo fornitore e secondo clien- te), l’Italia è il terzo fornitore e il terzo cliente della Francia. I reciproci interessi e interscambi sono talmente profondi da non poter essere messi in discussione: gli aspetti positi- vi sono di gran lunga superiori nonostante la concorrenza in molti settori. In più di dieci anni ho sempre trovato acco- glienza e ammirazione per i reciproci punti di forza. In Francia c’è una grandissima considerazione per il dinami- smo delle imprese italiane sul mercato e per la ricchezza fi- nanziaria e il basso debito delle famiglie italiane. Crédit Agricole considera l’Italia una seconda casa perché da più di 40 anni investe costantemente nel nostro Paese con successo, creando ricchezza e lavoro e finanziando l’e- conomia italiana. L

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