Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2019

24 Civiltà del Lavoro novembre 2019 SPECIALE diverse. Gli Stati Uniti lasciano pieni poteri a Google, Amazon e altri player; i cinesi, invece, che hanno corpo- ration altrettanto immense, pensi solo ad Amazon, continuano ad avere il pieno controllo sulle linee di sviluppo. Purtroppo l’Europa sul digitale non sta facendo molto: non c’è una vera e propria strategia”. Sulla necessità di re- cuperare terreno sul fronte dell’innovazione digitale, che poi è il perno di qualsiasi strategia per essere o rimane- re competitivi, ritorna anche Francesco Rosario Averna, presidente del Gruppo dei Cavalieri del Lavoro della Si- cilia. “Quella dell’innovazione digitale è una sfida che l’Europa deve affrontare con maggiore coraggio per non soccombere di fronte a colossi come Stati Uniti e Cina che sono molto più avanti. Ma io penso che le vere priori- tà per il rilancio dell’Europa siano due. La prima è la costituzione di un esercito e dunque di una difesa comune, come avevano già indicato due dei padri fondatori dell’Europa, De Gasperi e Schuman. Non basta la sola forza economica per avere un peso nello scacchiere geopolitico mondiale. E poi serve l’armonizzazione dei si- stemi economici e fiscali: non ce ne possono essere 27 diversi nell’Unione europea”. Averna invita, infine, a non fissare lo sguardo solo sul presente. Si rischia di rima- nerne schiacciati: “Pur riconoscendo certe vischiosità, l’eccesso di burocrazia, un peso insufficiente del sociale almeno a livello centrale, non posso dimenticare che da 70 anni l’Europa garantisce la pace ai suoi popoli. E parla il figlio di un genitore che ha combattuto nella Seconda Guerra Mondiale contro altri paesi europei. Mol- ti dovrebbero tenerlo a mente anziché concentrarsi solo sul day by day economico o sui temi finanziari”. C.F. quale “libero commercio, repubbliche liberaldemocra- tiche e struttura istituzionale transnazionale sono il fonda- mento dell’Europa”. Annunziata raccoglie la distinzione di Maffettone sui valori e invita Monsignor Paglia a esprimere il suo punto di vista: “L’Illuminismo – afferma il religioso – senza tutta la tradizione ebraico-cristiana sarebbe incom- prensibile”. Al cristianesimo e all’ebraismo Paglia attribuisce, in particolare, il privilegio – “che è il privilegio dell’Europa” – di distinguere tra Dio e Cesare. “È questa distinzione – sot- tolinea – che rende l’Europa il paese più attento all’uomo”. A dimostrazione di questo, fa notare al pubblico come in tanti anni mai nessun presidente africano abbia fatto visita a Lampedusa per rendere omaggio alle vittime del Medi- terraneo. Solo “la Conferenza episcopale del Burkina Faso è andata sull’isola a piangere i propri morti”. La prima tavola rotonda si conclude con alcune brevi con- siderazioni di Flick, che lancia al pubblico un paio di pro- vocazioni. “Dall’Europa si deve poter uscire” è la prima. La questione della Brexit è ormai una pantomima, secondo il presidente emerito della Corte Costituzionale. Bisognerebbe poi far rispettare le regole ai paesi di Visegrád, molto soler- ti nel riscuotere i contributi dell’Europa, ma non altrettan- Francesco Rosario Averna to nel condividere la gestione dei flussi migratori; occor- re inoltre intervenire per modificare gli Accordi di Dublino e ultimo – ma forse più importante di tutti – arginare una subcultura emergente che mette nel mirino tre categorie specifiche: donne, ebrei e migranti. “Se si vuole fare qual- cosa per la sopravvivenza dell’Europa – conclude – forse bi- sogna cominciare a lavorare su questi punti concreti”.

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