Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2019

21 Civiltà del Lavoro novembre 2019 SPECIALE la sua fondazione: il primo è la paura della guerra, oggi cer- tamente meno avvertita dalle nuove generazioni, che con- siderano la pace un fatto acquisito; il secondo è la frattura fra Est e Ovest con l’enfatizzazione del modello sovietico, anche questa venuta meno. Flick quindi considera esaurita la fase storica che ha visto l’Europa quale soluzione a due negatività – guerra e blocco sovietico – ma ritiene al tem- po stesso che un’Unione costruita soltanto come insieme economico abbia poco futuro. “L’Europa parte con due tipi di strade – spiega – quella delle abbazie e delle università e quella delle fiere”. L’interdipen- denza economica, cioè, si nutre anche di una dimensione valoriale, altrimenti ciò che resta è soltanto una “conflittua- lità di tipo economico”. “Ho l’impressione – prosegue Flick – che nel momento in cui si è capito che la strada della cultu- ra era sbarrata, ci si sia buttati sulla strada delle procedure, dei diritti e non dei doveri. L’Europa – conclude – adesso è diventata un labirinto di incomprensibilità sul piano del di- ritto”. Per uscirne deve “ripescare il suo passato per cerca- re di “rallentare questa rovinosa marcia verso un uomo a misura di globalizzazione, mentre dovremmo tendere a fossimo più virtuosi sul disavanzo – dice, invitando a diffidare dei refrain di chi tende a minimizzare il peso del nostro debito pubblico – sarebbe più facile a mio avviso ottenere le risorse da investire nell’apertura di centri ricerca e di tecnolo- gie, che è l’unico volano insieme al turismo per recuperare posti di lavoro: parlo del biomedicale, dell’agroalimentare, di tutto ciò che vuol dire intelligenza”. Sas- soli de Bianchi considera dunque la conoscenza e l’intelligenza come il “primo as- set del Paese”. Convinzione condivisa da Luigi Roth, presidente dei Cavalieri del Lavoro della Lombardia. “Ritengo fondamentale – afferma – lo sviluppo dell’im- presa nel nuovo scenario disegnato da Industria 4.0. Oggi lo sviluppo del mondo dell’impresa e del mondo del lavoro in genere passa dall’investimento in ricerca e dalla stretta connessione tra impresa e Università e ricerca scientifica. Solo con un grande investimento in termini di risorse e con la volontà di connettere questi due settori si generano lo sviluppo, la nuova impresa e quindi più adeguate oppor- tunità di creare lavoro”. È sulla base di queste premesse che i Cavalieri lombardi hanno del resto avviato già dal 2018 con il Politecnico di Milano un corso per gli studenti di ingegneria e architettura. Scommettere sulla ricerca vuol dire scom- mettere anche sulla cultura della ricerca e dell’innovazione. “Quando parliamo di cultura – precisa Roth – parliamo della capacità di elaborazione intellettuale della complessità e di dare risposte alle grandi sfide poste dal cambiamento. La cultura è il primo motore dell’innovazione, un patrimonio che in Europa forse si sottovaluta, ritenendo che vi siano altri luoghi deputati nel mondo con maggio- ri potenzialità in termini di innovazione e di humus favorevole, per esempio, alle startup. E anche qui l’Italia ha tutte le carte in regola per essere protagonista”. Lorenzo Sassoli de Bianchi Luigi Roth introduttiva di Galli della Loggia e affermato che “il diritto dell’Europa è diventato talmente astratto e superiore a tut- to il resto da essere una delle ragioni che ammazza le radici emotive”. Il presidente emerito della Corte Costituzionale risponde a questa sollecitazione e spiega la crisi dell’Europa con il venir meno di due elementi che hanno contribuito al- Da sinistra Giovanni Maria Flick, Lucia Annunziata, Monsignor Vincenzo Paglia e Sebastiano Maffettone

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