Civiltà del Lavoro, n. 3/2019

50 Civiltà del Lavoro luglio 2019 FOCUS tre prodotto in Europa proviene dalla Penisola. È aumen- tata, in particolare, la produzione di vino Dop (+21,7% an- no su anno, di cui 23,4% rossi e 20,5% bianchi): si tratta di un piccolo tesoro in costante crescita, oggi il 68% del vi- no prodotto in Italia è Dop o Igp, con un “peso specifico” maggiore rispetto al 2017. Al cospetto di un mercato popolato da consumatori sem- pre più attenti, i produttori italiani mostrano di essere molto sensibili concentrandosi anche sulla produzione biologica, con più di 100mila ettari di superficie dedicati (dato 2017 - Fonte Sinab), pari al 16% dell’intera superficie nazionale. Si può dire alcune regioni si stiano specializzando in vino bio, come la Calabria, dove il 51% della superficie coltivata a vite è dedicata al biologico, la Basilicata (49%) e la Sicilia, prima in Italia per ettari coltivati con viti bio. EXPORT, TANTA QUALITÀ SULLA VIA DELLA SETA. Dop, Igp e bio sono anche i più richiesti sul mercato estero. Negli ultimi dieci anni le esportazioni sono sempre più nel segno della qualità, a parità di volumi esportati il valore delle vendite è cresciuto del 5,2% medio annuo dal 2007 al 2018. Usa, Regno Unito e Germania assorbono più della metà del- le richieste, Francia (+10,1%), Svezia (+7,5%) e Paesi Bassi (+5,6%) consolidano il ruolo di importanti mercati di desti- nazione e, dal canto loro, i mercati che ci si ostina a chia- mare emergenti tendono a diventare sempre più centrali, a cominciare dalla Cina, dove nel 2020 sono previsti volu- mi di vendite in aumento dell’11,9%. Non è certo un caso se, con un deciso salto di qualità nel- le strategie di internazionalizzazione, il prossimo anno ver- rà inaugurato a Shenzhen “Wine to Asia”, il Vinitaly cinese, on il segno più su tutti i principali indicatori (produzione, valore ag- giunto, occupazione, investimenti), l’agricoltura non solo fa dimentica- re un amaro 2017 ma fa registrare, nei primi tre mesi del 2019, la mi- glior performance congiunturale del sistema Italia per un valore di 132 miliardi di euro di fat- turato (tra produzione e trasformazione), oltre tre milioni di occupati e un export di 42 miliardi. Nella Ue a 28 l’Italia si conferma dunque il primo Paese per valore aggiunto nel settore e il secondo per valore della produzione. Nel clima di incertezza che attraversa l’economia nazionale, con un prodotto interno lordo stimato allo 0,1% (se non è stagnazione siamo da quelle parti), gli ultimi dati Istat indi- cano nel comparto primario un incremento del valore ag- giunto del 2,9%. Sono numeri significativi e non ci sono dub- bi sul fatto che a spingere sulla ripresa sia il vino. Dai piemontesi ai siciliani, i vini italiani valgono 11 miliardi di euro per una produzione complessiva di 55 milioni di etto- litri che, stando alle stime di Ismea - Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare pubblicate ad aprile, fanno dell’Italia per il quarto anno consecutivo il primo produt- tore mondiale. Nel suo complesso, la produzione 2018 ha assicurato al no- stroPaese una fetta del 17% di tutto il vino prodotto nel mondo. DOP, IGP E “BIO”: IL PRIMATO ITALIANO DEI VINI CERTIFICATI. L’Italia vanta 526 prodotti certificati (men- tre i francesi sono “solo” 435), il che significa che un vino su C di Cristian FUSCHETTO Certificati, di qualità ed “eroici” I PRODOTTI ITALIANI trainano l’export Nel clima che attraversa l’economia nazionale non sono tante le certezze su cui poter fondare previsioni di crescita. Quella del vino è allora una splendida eccezione Dai piemontesi ai siciliani, i vini italiani valgono 11 miliardi di euro con un valore aggiunto del 2,9 per cento. Tra i primati anche quello, ambito, relativo alla certificazione: l’Italia vanta 526 prodotti certificati mentre i francesi sono “solo” 435

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