Civiltà del Lavoro, n. 3/2019

12 Civiltà del Lavoro luglio 2019 PRIMO PIANO Occorre riflettere sulla direzione di marcia futura, se vo- gliamo salvare il progetto europeo, che resta, io credo, og- gettivamente conveniente sia sul piano economico, sia sul piano politico. La nuova articolazione del Parlamento eu- ropeo può facilitare questo chiarimento. Le nomine di vertice a cominciare dalla presidente del- la Commissione Ursula Von der Leyen, dalla presidente della Bce Christine Lagarde e dal presidente dell’Euro- parlamento, il piddino David Sassoli, hanno impegnato i Europa economicista è andata in crisi presso le opinioni pubbliche e nella pros- sima legislatura sarà fondamentale rico- struire il consenso nei confronti del pro- getto europeo, che resta oggettivamente conveniente sia sul piano economico, sia sul piano politico. La nuova articolazione del Parlamento europeo può facili- tare questo processo. Salvatore Rossi, già Direttore gene- rale della Banca d’Italia, spiega il suo punto di vista e invita il nostro Paese ad avere un ruolo più proattivo. Dalle elezioni del 26 maggio è uscita un’Unione europea in cui i partiti europeisti, sia pure ridimensionati, hanno mantenuto la maggioranza dell’Europarlamento, mentre i partiti sovranisti non hanno “sfondato”. È un’Europa più forte o più debole quella che si profila? È un’Europa che deve innanzitutto riflettere intorno alla sua stessa ragion d’essere. L’Unione europea si è sviluppata per decenni intorno a parole d’ordine economico-finanziarie. Fu una scelta dei padri fondatori: l’idea europeista nasceva presso di loro come intrinsecamente politica, era l’utopia di chi non voleva più bagni di sangue fra europei, ma le emo- zioni e i contrasti suscitati nei popoli dalla Seconda guerra mondiale erano ancora troppo vivi per seguire fin d’allora la via politica, quindi si scelse di seguire quella economica, poi finanziaria e monetaria. Da quegli anni iniziali ne sono trascorsi altri 70 e qualche anno fa la crisi europea cosiddetta dei “debiti sovrani” ha rinfocolato le divisioni politiche di fondo fra le nazioni eu- ropee. L’Europa economicista è andata in crisi presso le opinioni pubbliche. L’ Adesso occorre un’Europa PIÙ POLITICA e meno tecnica A colloquio con Salvatore ROSSI di Paolo MAZZANTI

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