Civiltà del Lavoro, n. 2/2019

FONDAZIONI nformale: un nome, un ideale, un’aspirazione. La provocatoria corrente di protesta e di esaltazione dell’astratto, che coinvolse gli artisti più viva- ci della scena internazionale uscita dal conflitto mondiale, torna ad esse- re protagonista nella collettiva “Informale. Da Burri a Dubuffet, da Jorn a Fontana”, presentata dalla Fondazione Cosso. Ospitata nei saloni del Castello di Miradolo a San Secondo di Pinero- lo fino al 14 luglio, l’esposizione, spiega il Cavaliere del Lavoro Maria Lui- sa Cosso, presidente dell’omonima fondazione, “esprime nel racconto delle esperienze artisti- che nate tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta del Novecento la nuova visione del mondo che prende avvio dopo il secondo conflitto mondiale. Un’ epoca di grandi cambiamenti, su sca- la planetaria, che ha inaugurato riflessioni inedite in campo artistico. Una pittura che ha quin- di una grande forza di rinnovamento, una forza propulsiva che pur conservando la memoria di un passato drammatico, propone un messaggio di gioia, fiducia e costruzione per il futuro. 71 I di Flaminia BERRETTINI Informale, quando la MATERIA è protagonista

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