Civiltà del Lavoro, n. 2/2019

58 Civiltà del Lavoro maggio 2019 FOCUS Per questo compito, oltre a un ufficio apposito altamen- te specializzato, abbiamo a disposizione una task force di militari della Guardia di finanza davvero eccezionale: in 48- 72 ore sono in grado di indicare le modifiche da effettuare alla documentazione. È un aiuto prezioso: secondo dati del Consiglio di Stato, le rarissime volte che viene impugnata una gara verificata in via preventiva dall’Autorità, nove vol- te su dieci il Tar dà ragione all’amministrazione. C’ è poi un’assistenza “generalizzata”, a disposizione di tut- ti. Ad esempio, abbiamo realizzato una serie di bandi-tipo per aiutare le amministrazioni a indire gare molto frequenti, come quelle per l’affidamento di servizi e forniture: in pra- tica per bandire un appalto blindato basta scaricare i mo- duli dal sito dell’Autorità e “personalizzarli”. Ci sono poi i consigli organizzativi: per legge le amministra- zioni pubbliche devono dotarsi di un Piano anticorruzione, da aggiornare ogni anno, prevedendo un’analisi dei rischi che ci sono nei vari uffici in base all’attività che svolgono e i relativi rimedi. Pensi a quanto sono delicate le mansioni di chi si occupa di licenze commerciali o permessi per costruire: è evidente che bisogna prevedere particolari accorgimenti per evitare corruttele. L’Anac in questi anni ha fornito numerose indi- cazioni concrete: far ruotare periodicamente il personale per evitare incrostazioni di potere, evitare il “monopolio” delle competenze, rendere pubbliche le graduatorie. Sono tutte prescrizioni che poi vengono verificate con ispezioni a sorpresa, per accertare che le previsioni del Piano anti- corruzione non rimangano sulla carta. Una delle attività che ci vede più impegnati ultimamente, infine, è la tutela di chi segnala illeciti nella Pubblica ammi- nistrazione, i cosiddetti whistleblower, per impedire che sia-no mobbizzati, discriminati o soggetti a ritorsioni. Solo nel 2018, primo anno di applicazione della legge, abbiamo ricevuto oltre 300 esposti. In vari casi siamo intervenuti e, oltre a proteggere i segnalanti, quando sono emersi profi- li penali o di danno erariale abbiamo mandato le carte alla Procura e alla Corte dei conti. Non ci sarebbero i corrotti se non ci fossero i corrutto- ri: quali attività avete avviato per scoraggiare le attività corruttive da parte degli imprenditori che possono farsi tentare dalla scorciatoia dell’illegalità per battere i con- correnti o per accelerare i tempi di appalti o pagamenti? L’Anac non ha competenze dirette sul settore privato, ma molte decisioni legate all’attività istituzionale, come il pre- contenzioso o la vigilanza sugli appalti, coinvolgono anche questo comparto e l’attenzione alle problematiche segna- late dalle imprese è dunque massima. Da tempo abbiamo avviato una proficua interlocuzione con varie organizzazioni professionali e di categoria, che posso- no avere un ruolo propulsivo nei confronti degli associati, affinché i loro Codici etici prevedano misure stringenti per prevenire la corruzione. Non si tratta solo di buone inten- zioni: si pensi, sotto il profilo della lotta alla mafia, all’effet- to che ha avuto negli anni scorsi l’annuncio che l’associa- zione degli industriali siciliani avrebbe espulso gli aderenti che non denunciavano il pizzo. L’autoregolazione è uno dei migliori strumenti per formare quella coscienza che consente davvero di far rispettare le norme e pensare di prevenire la corruzione senza un coin- volgimento diretto delle imprese non ha senso. Non dimentichiamo che la corruzione deprime il merito e danneggia soprattutto le aziende migliori che non hanno bisogno di ricorrere a espedienti. Si sente dire a volte che i controlli e le procedure ammi- nistrative, per esempio in relazione alla normativa sugli appalti, siano di ostacolo alla rapidità degli investimenti pubblici, sicché c’è chi propone un aumento di discre- zionalità da parte dei pubblici amministratori, che rischia di aumentare la corruzione o almeno le tentazioni. Co- me impedire questo collegamento tra maggiore discre- zionalità e maggiore corruzione? Non mi convince la tesi secondo cui il rispetto delle regole impedisce la celerità. Lo hanno dimostrato numerosi casi, a cominciare dall’Expo. Anac fu coinvolta nei controlli do- po la seconda ondata di arresti, quando mancava appena un anno all’inizio della manifestazione; malgrado il ritardo accumulato fino ad allora, non solo è stato possibile com- pletare in tempo i lavori, ma nessuno degli appalti verificati dall’Autorità è stato oggetto di inchieste.

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