Civiltà del Lavoro, n. 2/2019

45 Civiltà del Lavoro maggio 2019 soluzione scelta può trovare una sua giustificazione, nella maggior parte dei casi le opere sono ferme per lentezze am- ministrative che non richiedono azioni fuori dall’ordinario. Per questo motivo, in fase di discussione, l’associazione dei costruttori aveva proposto di estendere il modello adope- rato qualche anno prima per il completamento dei lavori delle due tratte ferroviarie Napoli-Bari e Palermo-Messi- na, che snelliva le procedure autorizzative e di approvazio- ne dei progetti mantenendo però le regole ordinarie per la fase di gara. Nel Paese sono molte le opere da avviare o completare e si dimostra ancora attuale l’elenco messo a punto sempre dall’Ance lo scorso anno, nel quale si raggiunge la cifra di 600 opere bloccate per un valore complessivo di oltre 51 miliardi di euro. Di queste 53 sono grandi opere oltre i 100 milioni di euro, dislocate prevalentemente al Nord (28 ope- re per un totale di oltre 31,8 miliardi di euro), e a seguire al Centro (10 opere per 9,3 miliardi) e al Sud (15 interven- ti per 9,9 miliardi). Adesso, per passare alla fase operativa, resta da capire quali fra queste infrastrutture saranno portate avanti con il mec- canismo del Commissario straordinario. Il decreto infatti non contiene l’elenco delle opere, che con ogni probabili- tà potrà essere completato durante l’estate. L’effetto sblocco, quindi, non si presenta come immediato. Nel Def il Governo attribuisce al decreto Sblocca Cantieri, insieme al decreto Crescita, un impatto molto forte già a partire da quest’anno in termini di maggiore spesa per in- vestimenti pubblici. Lo stesso ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, all’indomani della pubblica- zione del decreto dichiarava che grazie al provvedimento “metteremo subito in campo delle strutture commissaria- li che serviranno ad accelerare nel complesso investimen- ti pubblici per oltre 25 miliardi con riguardo a cantieri già aperti ma che purtroppo sono fermi”. Ma così non sarà pro- prio per gli elementi di cui necessita il provvedimento per diventare veramente operativo. In un recente corsivo Da- rio Di Vico ha ricordato questo aspetto sottolineando co- me “negli ultimi anni, quelli che vanno dal 2015 al 2018, si è creato un divario tra gli investimenti annunciati e quelli ef- fettivamente realizzati di 12 miliardi ed era proprio la chiu- sura di questo gap la motivazione a monte dello Sblocca cantieri. Ma nel 2019 – prosegue – il copione si ripeterà e il +5,2% di investimenti sbandierato dal governo è condan- nato a restare un numero scritto sulla sabbia”. Più difficile da stimare è l’effetto rallentamento che potreb- be provocare il ritorno al Regolamento unico di esecuzio- ne e attuazione, che assorbe la disciplina delle Linee Guida Anac e dei decreti attuativi ministeriali. La decisione incon- tra il favore dell’associazione dei costruttori, che trovava difficoltoso il sistema precedente in quanto all’interno del- la disciplina Anac alcune parti erano cogenti, altre invece erano raccomandazioni e per le stazioni appaltanti risulta- va piuttosto difficile orientarsi. Gli operatori dovranno quindi prendere confidenza con le nuove modifiche al Codice dei contratti pubblici, ma secon- do i costruttori l’eventuale rallentamento sarà compensato dagli effetti di una normativa più chiara e precisa: “Non ci sarà un blocco come accadde nel 2016, quando venne in- trodotto il nuovo Codice e le amministrazioni impiegaro- no del tempo per adattarsi alle nuove norme”, fanno sape- re dall’associazione. GRANDI OPERE BLOCCATE PER AREA GEOGRAFICA Valori in milioni di euro Fonte: Ance Dal 2015 al 2018 si è creato un divario tra gli investimenti annunciati e quelli effettivamente realizzati di 12 miliardi. Nel 2019 il copione rischia di rimanere lo stesso INCHIESTA SUD NORD CENTRO 0,0 5:000,0 10.000,0 15:000,0 20.000,0 25.000,0 30.000,0 35.000,0

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