Civiltà del Lavoro, n. 2/2019

14 Civiltà del Lavoro maggio 2019 PRIMO PIANO a buona notizia è che esiste un altro Sud, la cattiva è che si tratta dell’ec- cezione. Corredato da cifre, tabelle, analisi di scenario e ricette per inter- venti orientati a trasformare i “numeri primi” in fenomeni non più eccezionali ma di sistema, lo studio elaborato da Svimez – Associazione per lo Svilup- po dell’Industria nel Mezzogiorno, presentato in occasione del workshop “Conoscere per competere” organizzato dalla Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro in collabo- razione con il Gruppo del Mezzogiorno lo scorso 30 marzo a Matera, fotografa un dualismo sempre più spinto tra una quota di imprese meridionali, soprattutto di media dimen- sione, inserite nelle catene globali del valore e con ottime performance sui mercati internazionali, e piccole aziende costrette a sopravvivere con forme di competizione difen- sive e al ribasso. Si registra cioè una reale capacità di creare valore, di rimanere al passo delle aree più competitive del Paese, ma niente fa pensare che tale capacità possa diven- tare un fertilizzante se tutt’intorno cresce il deserto. Cultura, gusto, istinto per la bellezza, capacità manifatturiera, saperi artigiani, eccellenze tecnologiche, il passaggio da un’econo- mia dell’industria pesante a un’economia dell’industria pen- sante, questi i temi che fanno da perno a una discussione animata da donne e uomini di impresa, studiosi, economi- sti e personalità del mondo istituzionale. “Occorre tornare a investire su noi stessi, occorre cioè puntare su formazione e riforme che liberino il potenziale produttivo del Paese. Questo significa lavorare sulla repu- Sud “NUMERI PRIMI” Le eccellenze del Mezzogiorno sono competitive, dimostrano grande potenziale d’innovazione e forza sui mercati globali. Ma c’è un ma: non riescono a fare sistema. È quanto emerge dallo studio presentato a Matera dalla Svimez L di Cristian FUSCHETTO

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=