Civiltà del Lavoro, n. 1/2019

LIBRI “I pessimisti hanno quasi sempre ragione. Gli ottimisti cambiano il mondo”. Così il Cavaliere del Lavoro Luca Tomassini, fondatore, presidente e amministratore delegato di Vetrya riassume in una frase l’entusiasmo e l’orientamento alla base della sua recente pubblicazione "L’innovazio- ne non chiede permesso”. Il ritmo di crescita dell’innovazione degli ultimi cinquant’anni supera quello della storia dell’umanità, così come il volume delle informazioni e dei dati di cui oggi disponiamo. La digitalizzazione irrompe nelle nostre vite offrendo straordinarie opportunità e aprendo la strada a scenari fino ad ora sconosciuti. E pro- prio da questo dualismo tra lo sviluppo del progresso e le correlate istanze di sicurezza, individuali e collettive, muo- vono le riflessioni dell’autore. Attraverso diversi livelli di lettura To- massini approfondisce le prospettive etiche e sociali derivanti da una rivo- luzione digitale caratterizzata da uno sviluppo esponenziale. E lo fa da uomo analogico attento e osservatore, ovve- ro da persona nata prima dell’avvento del digitale che, avendo quella capa- cità di guardare all’esterno che i nati- vi digitali non hanno, desidera dare un contributo di pensiero. Centrali sono le sue osservazioni sulle trasformazioni da una realtà virtuale ad una realtà immateriale, sugli algo- ritmi learner in grado di apprendere e generare nuovi algoritmi, sulla trasfor- mazione del mondo del lavoro, sull’a- nalfabetismo digitale, sul deep learning e le deep fakes, sulle questioni relati- ve alla privacy sul web e alla cyberse- curity, tra Big data e nuove tecnologie. L’opera traccia con chiarezza lo scena- rio che stiamo vivendo e i sentimenti divergenti propri di ogni fase di tran- sizione. Dominanti sono i temi degli equilibri tra libertà e disciplina e della necessità di individuare nuove regole, nuovi modelli economici e nuovi stan- dard di sostenibilità per governare que- sto cambiamento in relazione alla sua evoluzione. Quello di cui parla Tomassini è “un fu- turo di idee, che nascono dal digitale e si sviluppano nel reale per offrire servi- zi e possibilità sempre nuove”. C’è chi diversamente, pensando al fu- turo, immagina scenari disastrosi in cui l’umanità sarà schiacciata dalle sue stes- se creazioni. Ma è proprio la divisione tra mondo tecnologico e mondo digi- tale ciò che l’autore respinge con for- za, perché è sempre l’uomo il prota- gonista di ogni cambiamento. Dalla lettura del lavoro di Tomassini emergono utili spunti di riflessione e di orientamento per affrontare con fi- ducia il presente e con maggior con- sapevolezza e ottimismo le sfide poste dallo sviluppo del cyber e del digitale, nella corretta prospettiva di imparare a governarle e a non esserne governati. “Abbiamo superato sfide ben peggio- ri. Ci sono stati secoli in cui persino la parola scientia era proibita”, scrive in chiusura Tomassini ribadendo il suo ap- proccio positivo ad un futuro digitale. Un futuro in cui l’uomo avrà un ruolo centrale e “forse – osserva l’autore – sarà possibile avere un algoritmo della pace, un’intelligenza artificiale in grado di mantenere l’ordine e l’eguaglianza nel mondo”. • (f.b.) Nel libro “L’innovazione non chiede permesso” il Cavaliere del Lavoro Luca Tomassini approfondisce le sfide lanciate dalla rivoluzione digitale Governare il cambiamento CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2019 88

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