Civiltà del Lavoro, n. 1/2019

85 INTERVENTO CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2019 La buona notizia è che l’accordo non andrà lontano. Il trat- tato chiede l’ammissione della Repubblica Federale di Ger- mania a membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e impegna anche sforzi comuni per raggiungere gli obiettivi di interventi sul clima e far avan- zare la “transizione energetica”; cioè la Francia adotterà il modello tedesco e rinuncerà al nucleare? Per di più l’im- pegno a promuovere la convergenza tra i due Stati e mi- gliorare la competitività delle due economie significa pa- reggio di bilancio e austerità, mentre la Francia si trova già oggi in violazione delle regole europee sul deficit. “I due Stati approfondiranno la cooperazione in politica estera, svi- luppo, difesa, sicurezza interna ed esterna, adoperandosi al contempo per rafforzare la capacità di azione europea autonoma, separata dalla Nato”. I due paesi si aiuteranno l’un l’altro “nel caso di aggressione armata ai loro territori”. La Gran Bretagna, a causa della Brexit, ha reagito negati- vamente alla proposta di Macron per un esercito europeo. Tuttavia, poiché il Trattato di Aquisgrana sembra congegnato per accelerare una inevitabile disintegrazione dell’Ue, Lon- dra potrebbe entrare a far parte di un’unione militare oc- cidentale emergente dalle ceneri dell’Unione europea. La storia sembra suggerire che l’unione militare europea sia da sempre politica britannica: fu proprio la Gran Bretagna nel 1948 a fondare l’Unione militare occidentale insieme alla Francia e al Benelux; successivamente aderirono an- che l’Italia con la Germania ovest per arrivare, infine, alla fusione nella Nato. Alla fine di gennaio scorso i ministri degli esteri di Francia, Germania e Regno Unito hanno presentato a Bucarest, in Romania, il “veicolo finanziario speciale”, da loro negoziato con l’Iran, per permettere agli operatori economici dell’Ue e dell’Iran di continuare a commerciare malgrado le san- zioni extraterritoriali decise dagli Usa. Nonostante il primo interscambio commerciale del 2018 con l’Iran sia stato dell’Italia, la sede del “veicolo” sarà Pa- rigi, la gestione sarà affidata alla Germania e i capitali pro- verranno dalla Gran Bretagna. L’intervento dell’Ue con le dichiarazioni dei vari paesi e isti- tuzioni nel caso Venezuela ha manifestato tutto il suo es- sere frammentato e confusionale (e l’Italia fuori dal coro). La gravità della situazione, però, si manifesta nel momento in cui Donald Trump punta sulle tecnologie nucleari e man- da in pensione il vecchio trattato sul disarmo. Il confronto tecnologico per il presidente degli Stati Uniti è sempre stato l’altra faccia dei rapporti commerciali: è da questa combinazione che nasce il vero potere e sarà que- sta combinazione a decretare quella leadership mondiale che la Casa Bianca vuole conservare, respingendo la riva- lità cinese e ridimensionando la capacità dell’arsenale nu- cleare russo. Trump, esattamente come fece Reagan nei confronti dell’Urss nel 1987, coglierà l’occasione della mi- litarizzazione dello spazio anche per imporre a Pechino (il quale non ha mai aderito al trattato sul disarmo missilisti- co del 1987) e a Mosca una rincorsa estremamente costo- sa che si trasformerebbe in un dissanguamento finanziario suicida (soprattutto per la Russia). Rimangono solo sei mesi per capire se la nuova “guerra fredda”, che coinvolge per lo più la Cina e l’area del Pa- cifico, sarà rinviata o è già attuale. In questa situazione il Trattato di Aquisgrana è stato firmato da due “anatre zop- pe” - Germania e Francia - nell’ambito di una Ue che do- vrebbe saper reagire alla futura tempesta missilistica che la coinvolgerà. • Rosario Alessandrello è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 1997 per aver sviluppato il settore dell’impiantistica. Ha guidato la Tecnimont, che ha realizzato in tutto il mondo oltre 300 impianti industriali, utilizzando le tecnologie più avanzate. È presidente della Camera di Commercio Italo-Russa e della Camera di Commercio Italo-Iraniana

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