Civiltà del Lavoro, n. 1/2019

CONSIDERATA “PRIORITARIA” dal Consi- glio Europeo nel 1994, formalizzata tra Italia e Francia nel 1996, ridiscussa e rivista tra i due Stati nel 2012, la li- nea ferroviaria Torino-Lione dovrebbe rientrare nel capi- tolo dei progetti cantierati. E invece si discute ancora del- la sua cantierabilità. Un fatto che da solo indica che la Tav non è solo un’affaire di logistica e reti, ma è il tornasole di un’incapacità del si- stema-Paese di tradurre progetti in opere, decisioni in atti concreti. Certo, se la costruzione di una linea destinata a collegare l’Italia al resto d’Europa e all’Asia per mezzo del futuro corridoio mediterraneo ha destato e continua a de- stare tante resistenze, è doveroso interrogarsi sul perché. Alle questioni di metodo, l’“imposizione” dall’alto di cam- biamenti radicali a un territorio, si aggiungono quelle di merito per cui sarebbe un'opera inutile ed esosa. Inuti- le perché la domanda di traffico Italia-Francia è esigua, o comunque adeguatamente soddisfatta dalla linea stori- ca. Esosa perché, si fa notare, l'opera costerebbe nel suo complesso più di 20 miliardi di euro, secondo un calcolo della Corte dei Conti francese del 2015 ne dovrebbe costa- re 26,1. Ma sono numeri che rischiano di far confusione. Il protocollo d’intesa stabilito a Venezia nel 2016 tra Fran- cia e Italia con oggetto proprio la validazione dei costi del- la Tav, fissa chiaramente il costo complessivo della sezio- ne transfrontaliera tra un valore minimo di 8,405 miliardi di euro e un valore massimo di 8,609 miliardi di euro. Cifre cui va sottratto il contributo dell’Unione europea. Ma la Tav è una questione di cifre? Non solo. TORINO-LIONE, QUAL È LA POSTA IN GIOCO? Qual è infatti la posta in gioco della linea ferroviaria Tori- no-Lione? Soldi, reputazione e futuro. Cominciamo dai soldi, perché della reputazione non è » DOSSIER INCHIESTA PRIMO PIANO

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