Civiltà del Lavoro, n. 1/2019

CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2019 18 APPUNTAMENTO CON LA STORIA Fra accelerazioni e rallentamenti oggi il progetto comunitario richiede un profondo ripensamento. Banco di prova saranno le elezioni di maggio di Aureliano Benedetti, presidente Museo Galileo teri popoli in Africa, nel Medio Oriente e in parte dell’Asia. Poi avvenne la tragedia in due tempi della Prima e della Seconda guerra mondiale, cioè dal 1914 al 1945 l’Europa vide realizzarsi la propria rovina; era stata per secoli il ri- ferimento di tutto il mondo per scienze, arte, filosofia, di- ritto delle genti, nel 1945 dovette constatare il passaggio della regia dell’assetto mondiale agli Stati Uniti e all’Urss. Sulle ceneri dell’Europa del dopoguerra, nel periodo dal 1950 al 1959, i sei paesi Belgio, Francia, Italia, Lussem- burgo, Olanda e Repubblica federale tedesca, per merito dei loro illuminati uomini politici dell’epoca, vollero inizia- re un percorso di integrazione culminato verso quella che oggi è l’Unione europea. Il percorso è stato estremamente faticoso, la sofferenza dei popoli europei aveva suggerito un’istituzione sovranazionale. Vi era l’intendimento di una rapida unione di determinati elementi delle sovranità nazio- nali, ma a tale volontà non è stato possibile dare celere at- tuazione. Nel 1954 era fallito l’accentramento di una dife- sa comune per responsabilità della Francia, che non voleva veder risorgere l’esercito tede- sco. Nel 1956 la Gran Bretagna si escluse dal progetto perché voleva coordinare questo con l’Oece (Organizzazione euro- pea di cooperazione econo- mica). Nel giugno del 1955 i ministri degli Esteri della Ceca (Comunità europea carbone e acciaio), sorta con il Trattato di Parigi il 18 aprile 1951, aveva- no incaricato un Comitato in- tergovernativo presieduto dal belga P.H. Spaack di studiare la I PAESI rivieraschi del Mediterraneo e poi tutta l’Euro- pa continentale sono stati la culla della civiltà occidenta- le, che ha dato impronta di sé fino ad oggi anche agli altri continenti. Con il divulgarsi del Cristianesimo, dopo la ca- duta dell’Impero romano, i paesi europei si dettero la me- desima cultura sociale e spirituale. Carlo Magno aveva tentato di unire l’Europa. Nella notte di Natale dell’anno 800 dopo Cristo, a Roma, da Papa Leone III fu eletto Imperatore del Sacro Romano Impero, istituzione che riuniva le genti latine e germaniche (ancora oggi pos- siamo leggere nella sua corona circolarmente scritto “Rex romanorum gentium”), ma meno di un secolo dopo la sua concezione unitaria fu frantumata in più Stati. Un millennio dopo, sui principi della Rivoluzione francese, Napoleone tentò nuovamente di costruire l’Europa, ma il suo disegno, che prevedeva un’Europa sotto l’egemonia della Francia, naufragò per l’intervento delle sei coalizio- ni suscitate dall’Inghilterra. Il grande merito di Napoleone non è stata la vittoria di tante battaglie, ma la creazione del Codice Civile detto Napoleoni- co, che fu adottato da tutti gli Stati d’Europa e che fu alla ba- se dell’impianto giuridico che tuttora regola la vita civile dei popoli d’Europa. In quel tempo, inoltre, il ro- manticismo fu un movimento che esaltò il concetto di patria e di nazionalismo in tutte le nazioni d’Europa. L’Inghilterra e la Francia si dettero a svilup- pare, ad esempio, il loro impe- ro coloniale sottomettendo in- Aureliano Benedetti

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