Civiltà del Lavoro, n. 6/2018

82 CIVILTÀ DEL LAVORO VI - 2018 INTERVISTE È presidente di Cartiere Carrara, azienda di famiglia tra i primi dieci produttori europei di carta tissue. Ha rilanciato l’azienda con acquisizioni e investimenti in sviluppo tecnologico. Con 18 marchi registrati esporta il 70% del fatturato in oltre 47 paesi. Sei gli stabilimenti produttivi in Italia, 590 i dipendenti. LE NUOVE FRONTIERE DELLA CARTA TISSUE Fondata nel 1873, ricostruita nel 1946 dopo un bom- bardamento nazista e ricomprata, proprio da lei, nel 2006 a seguito della cessione nel 2002 agli svedesi della Sca, numero due mondiale del settore. Si può di- re che le “Cartiere Carrara” sono nate tre volte? Mi piacerebbe dire che Cartiere Carrara non ha mai smes- so di vivere per quello che da sempre la nostra famiglia ha fatto e continua a fare per tutto il settore. In realtà nel 2002, con la vendita di Cartoinvest a Sca, si chiude di fat- to il primo grande periodo di 129 anni fatto di una grande storia di successo di business e di tradizione industriale. Il 2004 è l’anno in cui io e i miei fratelli Marco e Mauri- zio decidiamo di riprendere quella tradizione che è poi una grande responsabilità tramandata di generazione in generazione. Dopo la cessione alla Sca avrebbe potuto dedicarsi ad altro o vivere di rendita. Cosa l’ha spinta a far ritorna- re l’azienda in famiglia? In parte ho già risposto. Abbiamo sentito la responsabilità di far continuare a vivere una tradizione che è espressio- ne di tutta una serie di valori ai quali la mia famiglia non solo è particolarmente legata, ma che sono un patrimo- nio professionale, culturale e industriale che appartiene non solo al settore del Tissue, ma a tutto il settore indu- striale del nostro Paese. In che modo quasi 150 anni di storia alle spalle pos- sono rappresentare una marcia in più? La storia è molto importante. Ma la devi saper analizzare, prendendo dal trascorso quei valori di serietà, integrità, Massimo Carrara Industria/Carta e affini - Pistoia

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