Civiltà del Lavoro, n. 6/2018

INCHIESTA CIVILTÀ DEL LAVORO VI - 2018 42 IL MINISTRO delle Infrastrutture e dei Trasporti, Da- nilo Toninelli, nel presentare a luglio del 2018 i risultati delle rilevazioni contenute nel Conto Nazionale Infrastrut- ture e Trasporti (Cnit) relativamente agli anni 2016-2017, ha rappresentato l’Italia come naturale “leader della lo- gistica in Europa e nel Mediterraneo”. In tal senso i prin- cipali porti italiani dovrebbero evolversi da semplici por- ti-transhipment (di solo passaggio tra una nave e l’altra) ad infrastrutture integrate con l’Alta Velocità su ferro. Tra le previsioni figurano, poi, finanziamenti alle Regioni per 1,6 miliardi di euro (periodo 2018-2020) per aumentare i livelli di sicurezza, in particolare, di strade provinciali ed aree metropolitane. In testa alle priorità resta per il mini- stro il tema della “mobilità sostenibile” con la previsione di un’ulteriore tassazione a carico degli autoveicoli inqui- nanti. Infine per le opere strategiche “già avviate” Toni- nelli ha programmato una “fase di approfondimento” al- la luce dell’analisi costi-benefici. Prospettive apprezzabili, ma con risorse certamente limi- tate e scelte probabilmente da ridefinire. É noto e largamente acquisito che il mondo delle infra- strutture, oggi come nel passato, continua a suscitare ge- nerale attenzione, ad avere grande visibilità ed a coinvol- gere plurimi aspetti economici e sociali. Storicamente le vie consolari, costruite dai Romani, infran- sero opposizioni ed arretratezze, così come diffusero coe- sione e civiltà sino ai margini estremi dell’Impero. Ancora oggi, le infrastrutture superano le barriere delle eteroge- neità ed abbattono diversità e disuguaglianze, giacché comprendono – oltre a strade, ferrovie, porti ed aeroporti – reti elettriche, idriche, del gas e delle telecomunicazio- ni, e persino, in un’accezione più ampia, i plessi pubblici come scuole, ospedali ed altro. La continuità territoriale, che favorisce studio e lavoro, au- menta le opportunità di crescita culturale ed economica, così come l’integrazione e le relazioni creano coesione sociale, meno permeabile a divisioni e conflitti. Le infra- strutture, aprendo il territorio alla fruibilità, determinano un aumento della superficie disponibile per nuovi inse- diamenti ed una riduzione del costo delle aree. Dalla lettura dei dati statistici del 2017 è emerso che l’in- cidenza della percentuale degli investimenti annui in infra- strutture, in relazione al Pil, si è attestata in Italia al 17,5 per cento, quasi in linea con la media europea, del 20,3 per cento, in Francia, sempre nello stesso anno, al 23,4 per cento, in Germania al 19,7 per cento. Nonostante la considerevole entità delle risorse investite, i dati sullo sviluppo economico e sociale in Italia non re- gistrano i livelli attesi. E così, mentre Francia e Germania avanzano con un andamento del Pil nella misura rispet- tivamente del 2 e del 2,2 per cento, il bel Paese proce- de con un passo più lento, pari soltanto all’1,5 per cento. Alla luce dei diversi risultati conseguiti si può ragionevol- mente sostenere che il divario sulla crescita fra le varie nazioni, non va imputato alla quantità delle risorse spese, ma ai criteri che hanno presieduto alla scelta degli inve- PIÙ RAZIONALITÀ NELL' INVESTIRE LE RISORSE Alessandro Scelfo, Presidente Gruppo Scelfo Il tempo da recuperare imporrebbe più cantieri che timbri sulle carte

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