Civiltà del Lavoro, n. 6/2018

CIVILTÀ DEL LAVORO VI - 2018 23 prensibile". Entrambi hanno colto pienamente quello che dovrebbe essere l'obiettivo di ogni essere umano: cono- scere e conoscersi, e credo che questo coincida perfetta- mente con la ragione d'essere della fisica. Sono sempre stata convinta che per cogliere pienamente la realtà nella quale siamo immersi sia necessario ricercarne le cause, i motivi e le leggi che regolano le nostre esistenze. La fisi- ca per me è proprio questo, una disciplina profonda e sti- molante che permette di fare chiarezza su questioni legate alla vita quotidiana, ma che allo stesso tempo si propone di indagare l'intangibile. Fare fisica significa riuscire a com- binare curiosità, conoscenza, passione e creatività, quali- tà fondamentali per il raggiungimento di qualsiasi risultato nell'ambito della ricerca. Questa disciplina permette di ot- tenere un riscontro pratico nella vita di tutti i giorni, si pen- si alle sue innumerevoli applicazioni che vanno dalla me- dicina alla produzione industriale, ma che al tempo stesso, rappresenta il mezzo per la comprensione dell'universo e i suoi misteri. Viviamo oggi in un mondo in continua evo- luzione dove è fondamentale comprendere, non più solo superficialmente, ciò che lega gli esseri umani alla natura e al suo ordinamento, questa è la prerogativa della fisica: distogliere lo sguardo del ricercatore dalle banalità della vi- ta e proiettarlo in un mondo ancora invisibile ma che ser- ba risposte, un mondo che racchiude misteri che aspetta- no solo di essere svelati. Quali progetti al termine del suo percorso universitario? Il mio sogno più grande è quello di dedicare la mia vita al- la ricerca scientifica, collaborare con scienziati o semplice- mente poter studiare da vicino le loro scoperte e i loro studi. Credo che il mondo della fisica permetta di realizzarsi nei modi più svariati e nei più disparati ambiti. Mi piacerebbe arrivare ad analizzare e approfondire quelle teorie che mi hanno da sempre affascinata lasciandomi senza fiato per la loro inestricabile complessità. Nel suo curriculum ci sono anche le Olimpiadi di Neu- roscienze dove si è classificata prima e quelle di Filo- sofia, in lingua inglese, dove è arrivata terza. Credo che ogni individuo sia il risultato delle proprie espe- rienze. Il mio liceo ha sempre promosso queste attività co- me garanzia di crescita, partecipare alle Olimpiadi di Neuro- scienze e di Filosofia è stato per me una grande occasione di crescita e apprendimento. Le Olimpiadi mettono alla pro- va il tuo grado di conoscenza in un confronto costruttivo con altri studenti “appassionati” della materia. Relazionarsi con coetanei che condividono i tuoi stessi interessi è stata probabilmente la parte migliore dell’esperienza. Grazie a queste esperienze ho inoltre avuto la possibilità di appro- fondire nello specifico materie lontane dal semplice pro- gramma standard, come possono essere le neuroscienze ma anche materie come la filosofia della quale ho scoper- to e analizzato aspetti che non avevo mai trattato in classe. Credo che questo tipo di occasioni siano la dimostrazione di come approfondire e conoscere possano essere soddi- sfacenti e possano condurre lo studente ad una maggio- re consapevolezza. Interessi e sport non mancano nella sua vita, ad ini- ziare dal pianoforte. Quale di questi sarebbe disposta a sacrificare? Mi viene difficile pensare di dover sacrificare anche una so- la delle mie passioni. No, non saprei, anche se sono consa- pevole che a volte nella vita è necessario fare delle scelte. Sin da piccola ho avuto la fortuna di potermi approcciare ad attività che mi appassionavano e che quindi ho pratica- to con dedizione e che hanno segnato la mia crescita. Lo sport mi ha insegnato a cadere e a trovare la forza di rial- zarmi e proseguire e ciò mi è stato utile in passato (perché scivoloni ne ho presi tanti) e sicuramente mi sarà ancora più utile negli anni a venire. La danza classica, il pianofor- te, il canto, il teatro mi hanno insegnato la disciplina e la perseveranza, tutto ciò resta dentro di me ma crescendo non si possono fare bene tante cose quindi diventa neces- sario abbandonare alcune attività per dedicare più tem- po ad altre. Oggi posso solo pensare ad una sciata un fine settimana o ad un balletto da ammirare una sera a tea- tro, ma va bene cosi, l’interesse resta immutato, sono solo cambiati gli obiettivi. Tre aggettivi per descriversi. Riflessiva, appassionata, curiosa. Stefano Milizia INFORMATICA, UNA DELLE MIE PIU’ GRANDI PASSIONI È uno dei vincitori del pre- mio Alfieri del Lavoro. Se lo aspettava? No. A dire il vero, quando ho ricevuto l’email ero preso da tutt’altri pensieri: mancava- no due giorni alla partenza per Londra. Ma dopo esse- re rimasto spiazzato per un »

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