Civiltà del Lavoro, n. 6/2018

CIVILTÀ DEL LAVORO VI - 2018 12 RIDARE ALLE IMPRESE CENTRALITÀ E ATTENZIONE I secondi sono le potenziali- tà sulle quali dobbiamo saper investire. Queste energie, per esplicarsi nella loro pienez- za, hanno bisogno di un Pae- se che sappia riconoscere e valorizzare anziché ostacola- re e impedire. Un Paese che sappia proget- tare e costruire il proprio fu- turo per riappropriarsi del pro- prio destino. Da troppo tempo l’Italia lan- gue per mancanza di crescita economica, per il degrado am- bientale e infrastrutturale, per le crescenti emarginazioni so- ciali e per la insostenibile frattura tra Nord e Sud in termi- ni di occupazione e di sviluppo. Nonostante gli sforzi di un sistema industriale che rappre- senta, comunque, la seconda realtà manifatturiera europea e nonostante i pur significativi successi delle nostre impre- se sui mercati internazionali, permangono le intollerabili arretratezze di un sistema-Paese che continua a moltipli- care le proprie contraddizioni. Fino a ieri la dicotomia tra ciò che potremmo essere e ciò che siamo rappresentava, per chi ne aveva la consapevo- lezza, una vera mortificazione. Oggi il contrasto tra ciò che dobbiamo essere e la nostra realtà quotidiana, rappresenta una vera emergenza e una responsabilità cui il ceto dirigente del Paese non può con- tinuare a sottrarsi. Per uscire da questa spirale viziosa, che dura oramai da troppi anni, bisogna puntare con decisio- ne sulla crescita del nostro prodotto interno lordo al fine di generare quelle risorse necessarie per creare più occupa- zione e più equità sociale. Rilanciare la crescita vuol dire rilanciare investimenti pubblici SIGNOR Presidente, Au- torità, Signore e Signori, Cari Colleghi, oggi 25 imprendito- ri, uomini e donne, ricevono da Lei le insegne di Cavaliere del Lavoro per il contributo da loro dato alla crescita sociale, civile ed economica della no- stra Repubblica. Questa onori- ficenza è il riconoscimento ad una vita di impresa fondata sul merito, sul talento, sulla capa- cità di competere rischiando, sul duro lavoro di tutti i giorni, sull’impegno sociale e civile. È il premio che testimonia la capacità di questi imprendito- ri di costruire, con i propri collaboratori, imprese che sono fonte non solo di occupazione ma anche di opportunità di crescita individuale, di riscatto sociale, di benessere per le comunità in cui operano e di progresso per il proprio Paese. Sono questi imprenditori i protagonisti di quelle imprese che mantengono alta la reputazione dell’Italia nel mondo e che hanno dimostrato di saper creare quel buon lavoro di cui le famiglie italiane hanno sempre più bisogno. Insieme con i neo Cavalieri del Lavoro, vengono oggi pre- miati i 25 migliori studenti diplomati dalle scuole medie superiori italiane. Gli Alfieri del Lavoro, quei ragazzi che grazie all’impegno individuale e al proprio merito, hanno saputo distinguersi e che sono i punti di forza su cui radicare il nostro futuro. Convergono qui oggi, dunque, testimonianze di uomini e donne, di ragazzi e di ragazze, uniti insieme da un comu- ne sentire: quello di mettersi in gioco puntando sulle pro- prie capacità per costruire il proprio percorso di vita, senza tendere la mano, senza rincorrere favori, senza chiedere assistenza. I primi rappresentano realtà e storie di successo. Antonio D’Amato, Presidente Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro

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