Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2018

CIVILTÀ DEL LAVORO IV • V - 2018 19 Vede misure per la crescita in questa manovra? A mio avviso vanno destinate maggiori risorse per inve- stimenti e in particolare in formazione sia fuori che dentro il mondo dell’impresa. Non c’è stato un dialogo sufficien- temente efficace tra il governo e il mondo delle imprese. Occorre maggiore attenzione all’inclusione dei giovani, al- la riduzione del costo del lavoro e al rilancio della produt- tività. Ad esempio, decontribuzione a favore delle impre- se per i primi anni di assunzione, oltre alla detassazione integrale, ai fini Irpef, delle somme percepite dai giovani neoassunti, per lo stesso periodo con un potenziamen- to delle misure a favore delle imprese del mezzogiorno. A queste misure si potrebbe aggiungere un percorso di rafforzamento delle competenze dei giovani, magari in- vestendo negli Istituti Tecnici e nei fondi per portare la ri- cerca nelle aziende e nelle filiere produttive. Per finanziare alcune delle promesse elettorali, a co- minciare dal reddito di cittadinanza, superamento della legge Fornero e la flat tax, il governo ha pre- visto un aumento del rapporto deficit/Pil per i pros- simi tre anni. Le sembra un rischio sostenibile o una misura eccessiva? Abbiamo già visto quale è stata la reazione dei mercati all’annuncio dell’obiettivo di deficit al 2,4%. La Commissio- ne Ue ha respinto, nei fatti, la manovra e le agenzie di ra- ting hanno declassare la loro nota di affidabilità dell’Italia. L’insieme di questi fatti potrebbe impattare in senso ne- gativo i bilanci delle banche italiane che detenendo oltre 350 miliardi in titoli di Stato italiani, vedrebbero erodersi il capitale, portandole a restringere il credito all’economia. Tutto ciò è sostenibile se ci sarà crescita altrimenti si po- tranno avere conseguenze negative e questo colpirà le fasce e le aree più deboli del paese. Lei è un imprenditore del Sud. Molti osservatori consi- derano il reddito di cittadinanza come una misura as- sistenzialistica per il Mezzogiorno, altri come un primo step per favorire la ricerca di lavoro da parte di chi è in condizioni di disagio. Qual è il suo parere? In realtà non mi pare ci sia chiarezza sulle idee e le risor- se che si dedicano al Mezzogiorno. Non ci sono riferimenti al Mezzogiorno nei documenti della manovra. Dal che si può comprendere come il reddito di cittadinanza rischi di essere l’unica misura rivolta al Mezzogiorno. La misura di per sé consente di indirizzare molteplici necessità: soste- gno ai redditi più bassi, alleviamento della povertà, soste- gno alla ricerca attiva di lavoro, sostegno della domanda. La scommessa è sul moltiplicatore del consumo e sull’ef- fetto che produrrà su lavoro e crescita. Il problema per il Sud tuttavia non è tanto o non solo nella assistenza alle fasce sociali che non incontrano il lavoro, quanto piutto- sto la creazione di nuovo lavoro. ll problema del lavoro nel Mezzogiorno non è dovuto ad un temporaneo man- cato incontro tra domanda e offerta, ma da una struttu- rale carenza di domanda specialmente nei segmenti più qualificati nel mercato del lavoro. Alcune aree non abbastanza coperte dalla manovra co- me l’inefficienza della pubblica amministrazione, la scarsa produttività del lavoro, la scarsità di capitale umano qua- lificato, le infrastrutture carenti e le aree di fatto domina- te dall’illegalità rischiano di peggiorare la situazione del Mezzogiorno e ampliare il suo divario dal resto dell’Europa. La Borsa altalenante e lo spread in salita sono sinto- mi di un generale clima di incertezza degli investitori internazionali. Dal suo punto di vista si tratta di pre- occupazioni fondate? È in gioco la credibilità di tutto il sistema Paese. Ed è que- sto che spaventa gli investitori i quali come è noto han- no bisogno di stabilità e continuità per indirizzare i pro- pri investimenti. Le preoccupazioni di lungo termine continueranno ad esi- stere, ma nel breve periodo c’è da sperare che il mercato abbia agito “d’impatto”. Dobbiamo augurarci che il Go- verno italiano abbia intenzione di implementare non solo le promesse elettorali ma di far fare al paese un salto di qualità, attraverso un opportuno dialogo tra tutte le forze sane del paese ed un rilancio di un sentire positivo a cui tutti gli italiani devono partecipare. Sono necessarie idee e progetti di costruzioni di un futuro possibile e non solo esclusioni o semplici contrapposizioni. • (c.f.) Domenico Favuzzi è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2015. È presidente e amministratore delegato di Exprivia, azienda da lui fondata leader in Italia nella consulenza di processo per imprese industriali, nei servizi tecnologici e nelle soluzioni di Information Technology. Ha sedi operative in Europa, America del Sud e Cina. Impiega oltre 1800 dipendenti

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