Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2018

CIVILTÀ DEL LAVORO IV • V - 2018 18 ciare nuove strade e connettere quelle esistenti. In Italia la sfida della trasformazione digitale si gioca soprattutto su due fronti, impresa e scuola, ed è con un solido baga- glio di conoscenze che gli imprenditori e addetti possono affrontare i grandi cambiamenti e la trasformazione digi- tale dell’intero paese. La manovra licenziata dal governo appare poco convin- cente sotto il profilo della spinta che può imprimere alla creazione di nuovo lavoro. Pur affrontando temi sociali di primaria importanza come la povertà diffusa del nostro paese, le misure sono deboli sotto il profilo della cresci- ta economica di cui è figlia l’occupazione. L’aumento del deficit non sembra spingere nella direzione di una cresci- ta stabile e duratura. C’è da dire che comunque è necessario discutere anche di superamento della legge Fornero con l’obiettivo di ga- rantire un più rapido ricambio generazionale nelle impre- se e nella Pa e di portare nel mondo del lavoro più giova- ni con competenze meglio allineate alle nuove esigenze. Ci sono aspetti finora emersi dal Def che più la con- vincono? Quali? La manovra indubbiamente pone l’enfasi sulla questio- ne sociale e questo non può che essere positivo nel bre- ve periodo. Lo sforamento del rapporto deficit Pil, (a cui hanno attinto in passato anche Francia e Germania) do- vrà però determinare una crescita degli investimenti, e un orientamento delle politiche industriali tese a una ri- duzione dei divari sociali. Se riusciremo ad avere questi risultati avremo vinto tutti. Sul fronte prettamente fiscale, buona appare l’apertura ad una ulteriore diminuzione di 9 punti sull’Ires a valle di investimenti in ricerca e sviluppo, in macchinari e in as- sunzioni stabili. C’è però un apparente indebolimento delle misure che hanno dato impulso ad Industria 4.0 e questo penalizze- rebbe lo sforzo appena avviato dall’intero apparato indu- striale italiano. BENE l’attenzione alle questioni sociali, si può anche discutere della legge Fornero, quello che lascia perplesso il Cavaliere del Lavoro Domenico Favuzzi è piuttosto l’at- tenzione che la prossima manovra economica dedica al- lo sviluppo. Serve una spinta alla crescita economica di cui è “figlia l’occupazione” sottolinea il presidente di Ex- privia, società leader nel mercato delle telecomunicazioni e delle soluzioni Ict per banche, finanza, industria e pub- blica amministrazione. Lei è alla guida di una delle realtà imprenditoria- li italiane più importanti nel campo dell’Information Technology. Si ripete come un mantra che la digita- lizzazione e l’innovazione sono un passaggio obbliga- to per creare nuovo lavoro. Vede segnali in tal senso nella nuova manovra? Secondo tutti gli osservatori, il modello di economia di- gitale che si sta attuando richiede nuove competenze e processi, e le aziende devono dotarsi di nuove professio- nalità in grado di affrontare la profondità delle sfide, trac- MISURE DEBOLI PER LA CRESCITA SUD ASSENTE A colloquio con Domenico Favuzzi, Presidente e Ad di Exprivia

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=