Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2018

CIVILTÀ DEL LAVORO IV • V - 2018 17 e relativi rischi. Non credo quindi che siano dei decimali a fare sì che una manovra sia buona o cattiva, ma il pro- getto che gli sta dietro. Nel corso del convegno dei Cavalieri del Lavoro a To- rino è emersa la contraddittorietà di un documento che prevede di creare lavoro attraverso misure assi- stenziali. Che ne pensa? Penso che il fine del Governo non sia l’assistenzialismo bensì la creazione delle condizioni sociali minime per po- ter rilanciare lo sviluppo in modo sostenibile. I mercati stanno mostrando un forte scetticismo nei confronti del disegno di sviluppo tracciato da questa legge finanziaria. Da imprenditore e da italiano cre- de ci sia da preoccuparsi? Ovviamente c’è da preoccuparsi, ma soprattutto della pos- sibilità che i cosiddetti mercati usino la loro forza di condi- zionamento non solo per speculazioni finanziarie. La tecnologia e l’innovazione non aspettano, serve au- mentare la competitività del sistema Paese, così co- me è emerso dal convegno nazionale tenuto a Torino. Le misure economiche citate nel documento economi- co e finanziario le paiono andare in questa direzione? Le linee programmatiche, più che le misure nello specifico, sembrano andare in direzione meno dirigistica di quanto avvenuto in passato, utilizzando la leva fiscale quale sti- molo per imprenditori e aziende, anziché mettere a punto un sistema di incentivi attraverso un processo legislativo che, nel migliore dei casi, arriverebbe in ritardo. Questo lo considero positivo. • (c.f.) È UN BENE irrobustire le forme di garanzia per i ce- ti meno abbienti, non c’è sviluppo se non c’è inclusione. Ma occorre anche far correre la crescita. Marco Boglione, presidente di BasicNet, leader nel settore dell’abbiglia- mento, suggerisce di non fossilizzare l’attenzione sui de- cimali previsti dalla manovra di bilancio, né tantomeno sullo sforamento del deficit (o, almeno, non solo), perché quello che conta è l’esistenza di un progetto che possa far crescere il sistema paese. Un sistema che deve esse- re considerato nella sua interezza, che non può tollerare esclusioni di ceti marginali o resi marginali dalla crisi. Li- quidare senza un’analisi profonda la legge finanziaria ap- provata dal Consiglio dei ministri in attesa del vaglio del Parlamento, oltre che dell’Unione europea e dei mercati (in realtà già piuttosto loquaci sulle misure previste dalla prima legge di bilancio giallo-verde), rischierebbe secon- do il Cavaliere del Lavoro Boglione di condurci fuoristrada. Da settimane si discute della percentuale che fissa al 2,4 per cento l’aumento del deficit per il prossimo anno. Secondo il governo si tratta di un aumento di spesa per sostenere la crescita. Per molti osservato- ri, invece, questa scelta mette a rischio la tenuta dei conti e la possibilità diminuire il debito pubblico. Qual è la sua opinione? Penso che l’unico modo per ridurre il peso del debito pubblico sia di aumentare significativamente il prodotto interno lordo. Penso anche che una missione così impe- gnativa non possa prescindere da adeguati investimenti NON FOSSILIZZARSI SUI DECIMALI Intervista a Marco Boglione, Presidente di BasicNet Marco Boglione è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2011. È a capo di un network di imprese che produce e vende nel mondo le collezioni della capogruppo. La BasicNet, quotata alla Borsa italiana dal 1999, è presente in 120 mercati e dà lavoro diretto a oltre 600 risorse

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