Civiltà del Lavoro, n. 3/2018

ESTERI CIVILTÀ DEL LAVORO III- 2018 75 L’ACCORDO sul nucleare con l’Iran, ovvero il Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa), è stato considera- to come il grande successo della diplomazia di Obama, nonché un importante momento di concerto tra i paesi europei, la Russia e la Cina. La recente decisione del presidente Donald Trump di riti- rare gli Stati Uniti dal Jcpoa e di applicare le nuove san- zioni già previste indebolisce un sostegno all’esistenza politica dei moderati iraniani (guidati dal premier Hassan Rouhani), che in una regione di traboccanti nazionalismi non avranno ora altra alternativa che schierarsi con Kha- menei in nome della patria tradita, esattamente come hanno fatto i kemalisti turchi. Soltanto per l’Ue le sanzio- ni statunitensi significano che, a partire dal 5 novembre 2018, l’Iran non sarà più in condizioni di pagare gli im- pegni presi in valuta e l’Italia perderà così 1,7 miliardi di euro di export attuali previsti in crescita. L’Iran fonda il suo Pil per l’80% sull’export energeti- co (gas, petrolio), il quale non può andare verso paesi che saranno puniti dagli Stati Uniti. In queste condizio- ni già oggi gli 81 milioni di iraniani ne stanno pagan- do le conseguenze. Il tasso di crescita è quasi zero e la disoccupazione giovanile supera il 28%. La svalutazio- ne del rial rispetto al dollaro statunitense è continua. » NUOVI EQUILIBRI NELL’AREA EUROASIATICA di Rosario Alessandrello, presidente della Camera di Commercio Italo-Iraniana

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